Eterno ritorno

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Da dove parte la storia? Ebbene, parte da una fine. Ecco, c'era una foglia, ancorata a un ramo intransigente, che attendeva il momento di essere liberata dalla brezza di un vento estivo, per poi ritrovarsi, dopo quattordici lune, a prostrarsi languida nella terra arida. I colori dell'autunno non erano caldi come quelli estivi, o meglio, esercitavano un tutt'altro tipo di calore. Endotermico invece che esotermico; un calore che suggeriva un'involuzione, che proiettava verso il passato, giacché la foglia non si sentiva ancora pronta per il futuro. Com'era acerba! Il suo pallido vigore non bastava a farle spiccare il volo.

E così, abbandonandosi alla brezza di settembre, cadde inesorabilmente, e giacque nelle cupe giornate invernali. Capitava a volte che i venti boreali la agitassero nel suo lungo sonno, portandola in luoghi sconosciuti; e nei continui scontri si sgretolò, e i mille pezzi del suo cuore si sparsero per terre e per mari.

Eppure, nell'annullamento di sé, vi era un ritrovo di se stessi. Eppure, nel ritorno alle inevitabili, disprezzate abitudini, il cambiamento c'era. Diceva il poeta: "Se giunge l'inverno, può la primavera essere lontana?"

Viaggio nel profondo dell'animaWhere stories live. Discover now