Casa del mondo

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Ognuno qui ha una storia da raccontare. Eppure ognuno sceglie di rimanere in silenzio. Forse non hanno trovato l'ispirazione giusta, oppure ci stanno ancora lavorando. Forse hanno bisogno di un pubblico adatto, o hanno paura di esporsi; o il silenzio è semplicemente un'abitudine pre-acquisita. Può anche darsi che la storia non sia degna di essere raccontata. E tuttavia, parlano gli occhi. Parlano gli sguardi oltre la finestra, i colli allungati in cerca della meta; parla la foga con cui si muovono i corpi, la fermezza con cui altri stanno in piedi, impassibili come statue, ma solo all'apparenza; parlano i sorrisi interessati rivolti al telefono, le dita che scivolano sullo schermo, in cerca della frequenza concorde al proprio stato d'animo; parlano i sospiri di affaticamento, di tedio, di sollievo, le mani stanche che tengono le borse della spesa, quelle che si aggrappano fragili al primo palo che trovano; parlano i lamenti del bambino, le movenze dell'anziano, le occhiate del cane al suo padroncino; parlano, e questa volta a gran voce, i timidi inviti ad aprire il passaggio, le discese e le salite di un curioso ingranaggio, la sensazione di rimanere schiacciati, in mezzo a mille corpi respiranti, in mezzo a bande e solisti da cui scaturiscono sonorità diverse, che rimandano a luoghi lontani; e poi, quella del vuoto più totale, quando il timoniere si ferma e si arresta il viaggio.
Questo veicolo è come la vita, tutto sembra scorrere in maniera ordinaria; a volte rallenta, a volte fugge e non aspetta, altre volte smette di funzionare e sono tutti costretti ad emigrare. A volte è monotono, altre imprevedibile, pieno di insidie e di timore o anzi, stimolante, piacevole, umano. Ognuno qui ha una storia da raccontare. Ma forse aspetta qualcuno a cui affidarla


4 novembre 2019

Viaggio nel profondo dell'animaTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang