Inverno

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I've been missing on so many things...and believe me when I say, it's a painful feeling

Questo è stato un anno pieno di cultura. Di scoperte, di esperienze. Ho percorso vie, girato per i centri storici, assisisto a spettacoli teatrali, concerti, proiezioni di film, conferenze. Mi sono interessata a molti temi, mi sono aperta a molte questioni. Tirando le somme, devo dire che ho saputo cogliere le opportunità presentatesi, le ho sfruttate quanto più potessi...

E tuttavia...

Perché mi pervade una sensazione di vuoto? Perché mi sembra di non aver mangiato abbastanza? E le labbra secche, e le mani raffreddate?

Ah già, è arrivato l'inverno. Per giunta, oggi è lunedì. Ah! Ah.

Ma sono io, o questo lunedì invernale è più frequente, più arbitrario del solito? Non dovrebbe presentarsi solo una dozzina di volte all'anno? All'incirca, dipende dall'annata. Sarà il cambiamento climatico a fare così? Boh, così dice la Greta...però dai, su una cosa le do ragione: ultimamente ho come la sensazione di essere stata derubata. Del portafogli? No, magari, i documenti si possono pur sempre recuperare. Sperperando tanti soldi, facendo giri e code estenuanti, vero, infatti i miei genitori non ne sarebbero contenti. Ma si possono pur sempre recuperare...

No dai, sforziamoci di ricordare il suo discorso al Summit delle Nazioni Unite, perché di certo non stava parlando di soldi. Dei sogni? No, di quelli sono ancora fin troppo piena... Del futuro? Nemmeno, non mi è mai appartenuto per la verità. Lo lascio andare un po' come vuole, un po' come una carrozza senza un nocchiere...

Ma vediamo, cos'è che non si può più recuperare, una volta smarrito? Hmm, fammici pensare...

Qualcosa del passato...

Come l'infanzia.

Sì, perché, a dire la verità, la mia è stata un'infanzia mutilata. Avete presente i pomeriggi trascorsi a casa degli amici - o a casa vostra, se li invitate voi - , quelli che abitano a pochi passi da voi, con cui vi mettete a giocare, alla play magari, o in cortile insieme agli altri bambini del quartiere? Ecco, nulla di tutto ciò. La mia zona è piuttosto cheta, sembra quasi desolata, ora come allora. Sapete, uno di quei quartieri periferici di una tipica metropoli settentrionale, dove si chiede del vicino quando si ha bisogno di favori o di informazioni, e lo si visita in qualche raro caso, per esempio quando è in fin di vita.

E poi, a essere sincera, le mie vicissitudini a scuola non sono state molto felici...

Ecco, tutto questo potrebbe sembrare eccessivo, irritabilmente vittimistico forse, ma non lo è: come esseri umani, è del tutto naturale sentire il costante bisogno di compagnia, soprattutto nel delicato periodo che è l'infanzia. Delicato perché, è proprio lì, che nascono molte delle cose che tuttora ci portiamo dentro, e che probabilmente ci porteremo fino al nostro ultimo respiro: i pregi e i difetti, le passioni e i disprezzi, i successi e gli insuccessi, ricordi che suscitano il sorriso, grato e a volte malinconico, vissuti che tuttora non si riesce ad accettare...

Tuttavia, tra le cose che hanno avuto più impatto su di noi, ci sono quelle che non sono mai realmente accadute. Avete presente? Quella sensazione di rammarico per qualcosa su cui, forse, non si potrebbe nemmeno ritenersi colpevoli? Le parole mai dette, per le occasioni mai avvenute? Il senso di mancanza che ci rende consapevolmente, fragilmente, umani.

Ora, uno si chiede se a tutto questo si possa in qualche modo rimediare. Beh, il passato è ormai alle spalle, si può soltanto lavorare sul presente. E' così cerco di fare, da almeno un anno, o non saprei perché queste svolte interiori non hanno un inizio preciso. Dapprima ho tentato di costruire quei legami del passato che non si sono mai creati...con scarsi risultati, e significativi effetti sulla mia salute psicofisica che non starò a raccontarvi. Poi, beh, ho pensato, in fondo di amici ne ho, ci si può pur sempre organizzare...eccetto...

Maledetta mancanza di tempo! Maledetto pensiero che manchi il tempo, perché a volte non manca, è solo che non si ha voglia di rompere con la quotidianità. Maledetta vita di città, maledetto post-modernismo, maledetto capitalismo? Non so, ormai non so più cosa maledire, perché capisco, capisco che si è tutti immersi nei propri problemi, e non sono una che nutre particolari rancori, però...

Perché sempre io ad uscire per prima? Perché sempre io a rompere il ghiaccio? A furia di stare al freddo inizio a soffrire di ipotermia. Ma forse è meglio così, mi conformo al mondo esterno, è un modo di sentirsi in compagnia questo, no? Perché tutto ciò che vedo sono corpi freddi e congelati, immobili, nonostante la loro apparente frenesia, il loro apparente moto mentale, che traspare dal loro parlare.

Ed ora, t'appresti a lasciarmi pure tu, O Musa. Com'è tua consuetudine, del resto. M'abbandoni in modo repentino e torni quando meno me l'aspetto, quando meno sono pronta. E quando ci sei, non mi pari presente. Assisti passivamente a questo parto travagliato, non una dolce parola, non un massaggio, non una tinozza tiepida che me lo possa facilitare. Si bagnano invece gli occhi, si bagnano di dolore, di frustrazione. E quando compare il nascituro, tu ti sei già eclissata. Non c'è più il sole a benedirlo. Non c'è acqua accogliente a inumidirlo, e nel frattempo le lacrime sono sparite, lasciando spazio a dune di ghiaccio secco, inaridito.


8 dicembre 2019

Note: questo brano è frutto di diversi vissuti, è stato scritto in diversi momenti, in maniera frammentaria; ma spero abbiate colto il senso generale, ovvero la solitudine

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Note: questo brano è frutto di diversi vissuti, è stato scritto in diversi momenti, in maniera frammentaria; ma spero abbiate colto il senso generale, ovvero la solitudine. La canzone che vedete all'inizio mi ha consentito di tirare un po' fuori lo sfogo iniziale, nello strano momento che è il tragitto in pullman, strano perché ci si sente soli e circondati al tempo stesso. E' una canzone a cui tengo particolarmente, perché mi fa provare molteplici sensazioni: tristezza e desiderio, nostalgia e sguardo al futuro, piccolezza e senso del sublime, sprofondamento, come se m'immergessi in un bagno d'acqua, e innalzamento al cielo...Amo come si sviluppa, la sua intensità emotiva, e quella frase, apparentemente banale, che contiene in sé moltissima saggezza:

"Midnight is where the day begins"

Dovessi assegnare un colore a questa canzone, sarebbe un blu intenso; quello che solitamente si vede nelle prime ore serali, o nelle fotografie dei nostri oceani scattate a elevate altitudini: un blu malinconico e rigenerante.

Dovessi assegnare un colore a questa canzone, sarebbe un blu intenso; quello che solitamente si vede nelle prime ore serali, o nelle fotografie dei nostri oceani scattate a elevate altitudini: un blu malinconico e rigenerante

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Viaggio nel profondo dell'animaWhere stories live. Discover now