CAPITOLO 16

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La domenica sera Namjoon toccò il punto più basso di sconforto da quando aveva conosciuto Fran. Il bisogno di vederla era diventato quasi impossibile da sopportare e, dopo aver preso in mano e riposto il telefono una decina di volte, si decise a comporre il suo numero. Mentre aspettava che lei rispondesse - a meno che decidesse di non farlo dopo aver visto che si trattava di lui - avvertì il cuore nel petto battere forte. Se la immaginò a fissare lo schermo del cellulare su cui appariva il suo nome - sempre che lo avesse registrato in rubrica - indecisa se premere su rispondi o su rifiuta o semplicemente ignorare la chiamata. Si portò la mano verso il viso, chiuse gli occhi e prese a massaggiarsi le tempie cercando di restare calmo e paziente. Non riusciva a capire come fosse arrivato a farsi coinvolgere fino a quel punto. Conosceva Fran da poco tempo e avrebbe dovuto quindi, in teoria, considerare lei e la loro storia come una semplice parentesi passeggera, invece aveva scoperto di non voler fare ritorno in Corea ma soprattutto di non voler ritornare alla sua vita precedente. Sapeva perfettamente che il solo e unico lavoro che avrebbe mai potuto svolgere era quello del poliziotto, ce l'aveva nel sangue come si suol dire, ma non voleva allontanarsi da Fran.

Avrebbe dato qualsiasi cosa per restare o per portarla via con sé.

"Pronto?" rispose lei sommessamente dopo un'attesa che gli parve eterna. Al solo udire la sua voce il cuore di Namjoon fece un balzo nel petto.

"Ciao Fran sono io. Lo so che mi hai detto che non volevi più vedermi ma ti prego non riattaccare"

"Namjoon cosa c'è? Non ti rendi conto che in questo modo ci facciamo solo del male?"

"Io sto male perché non posso sentirti né vederti. Voglio toccarti, baciarti, stringerti. Cazzo, non hai idea di quanto mi manchi..." disse lui passandosi la mano tra i capelli tenendo gli occhi chiusi.

"Senti io... " mormorò lei.

"Hai ragione sono stato un idiota... Oddio che figura patetica... scusa se ti ho chiamata" replicò lui sentendo le guance andare in fiamme e vergognandosi di apparire così fragile.

Stava quasi per riattaccare quando sentì la voce di lei pronunciare il suo nome. Riportò immediatamente il telefono contro l'orecchio.

"Come? Hai detto qualcosa?" chiese speranzoso.

"Ehm non sei un idiota... anzi... mi manchi anche tu..." disse lei a bassa voce.

"Vieni qui allora!" esclamò lui approfittando di quella confessione improvvisa ed altrettanto inaspettata.

"Non posso..." la sua voce era un sussurro.

"Come non puoi?"

"Non sono a casa..."

Stava quasi per chiederle dove fosse e con chi, ma si sforzò di ricacciare indietro la sua curiosità, non voleva che lei cambiasse idea proprio quando le cose sembravano prendere la giusta direzione. Non poteva permettersi di essere geloso, sicuramente non in quel momento e probabilmente con Fran quel momento non sarebbe mai potuto arrivare.

"E domani sera?" chiese con cautela.

"Non posso neppure domani, ho una cosa urgente da sistemare"

"Ah capisco..." replicò lui scoraggiato.

"Mmh... Potremmo fare mercoledì sera... se per te va bene"

"Va benissimo. Vieni qui da me?"

"Ok. Arriverò appena chiuso il negozio"

"Non mi viene l'ora...".

Namjoon chiuse la telefonata e sentì il cuore un po' più leggero, magari se lei aveva accettato di vederlo non tutto era perduto.

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