CAPITOLO 10

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"Sai, pensavo che se il nostro assassino avesse deciso di interrompere la sua carriera di omicida dopo l'ultima vittima, probabilmente potrebbe cavarsela senza problemi" dichiarò in tono grave Cardelli sedendosi sulla scrivania del collega, circa una settimana dopo essere uscito con Sara Moretti, un mattino in cui il senso di inadeguatezza aveva raggiunto livelli preoccupanti "non sapendo assolutamente nulla della sua identità potrebbe anche già essere partito per... che ne so... Timbuktu e non avrebbe nemmeno fatto fatica a passare il check in".

"Mmh potrebbe ma non lo so, secondo me non è finita. È troppo sicuro, meticoloso e non sembra che agisca d'istinto anzi, ho l'impressione che abbia una missione ben precisa. Ha ucciso tre persone ma si è preso il tempo per farlo e ha allestito la scena del crimine pur non lasciando nessun indizio del suo passaggio però, prima o poi, farà un errore" rispose Namjoon soprappensiero "deve farlo".

"Mmh... Comunque il capo ha visto che stiamo qui a rigirarci i pollici quindi mi ha detto che oggi devo aiutare un paio di colleghi occupati in un altro caso e tu hai la giornata libera"

"Perfetto! Me ne andrò in centro a visitare la biblioteca e i musei!".

"Ma come? Fino a poco tempo fa non andavi nemmeno a dormire per studiare il caso e oggi sei tutto allegro all'idea di avere le giornate libere?" ribatté il commissario con un'espressione tra il divertito e il meravigliato "Dov'è l'ispettore coreano tutto d'un pezzo che non si distrae mai? Forza alieno dimmi che ne hai fatto!"

Scoppiarono entrambi a ridere. 

"A parte gli scherzi, sei cambiato da un po' di giorni. Sei più rilassato, è successo qualcosa che non mi hai detto?"

"Non so se sono cambiato, io non mi sento diverso però ho conosciuto una ragazza"

"Una ragazza? Italiana? E dove?"

"Sì è italiana e l'ho conosciuta grazie al suo gatto"

"Oh che storia romantica! E com'è?" chiese il commissario appoggiando il mento sui palmi aperti e sbattendo le palpebre civettuolamente.

"E come vuoi che sia? Bella, simpatica e intelligente"

"E ti pareva? Io sono vent'anni che cerco una ragazza con queste caratteristiche e arriva un maledetto coreano e la trova in meno di un mese!" replicò fingendosi offeso.

"Secondo me non hai cercato bene" gli rispose Namjoon ridendo.

"Spiritoso! Senti però, io non voglio farti da padre, ma stai attento, ok? Ricordati sempre il motivo per cui sei venuto qui. L'assassino potrebbe essere chiunque"

"Va bene, va bene. Non preoccuparti so badare a me stesso"

***

Namjoon uscì dal commissariato e sospirò rumorosamente. Ultimamente non riusciva a restare chiuso in quel posto senza sentirsi oppresso. Forse Cardelli aveva ragione a pensare che fosse un po' cambiato ma, più che altro, si sentiva strano, sbadato, alternava momenti di euforia ad altri di tristezza profonda senza avere un motivo plausibile. Non credeva che fosse colpa di Fran anche se gli dispiaceva moltissimo non averla più vista da quando lo aveva sorpreso con la cena orientale e con tutto quello che ne era seguito. Non poteva negare a se stesso che non riusciva a non pensare a lei e ogni volta si dava dello stupido per non averle ancora chiesto il suo numero. Magari se lo avesse avuto avrebbe anche potuto... chiamarla? Invitarla? Fare sesso telefonico?. Sorrise tra sé e sé per quel pensiero strano, aveva sempre odiato certe sciocchezze ma ora si scopriva a fantasticare su cose che non aveva mai e poi mai pensato prima. Scosse la testa per scacciare via quelle idee strambe. Eppure? Non era stata forse lei ad alludere alla possibilità di provare qualcosa di nuovo? Forse, ma solo forse, quando l'aveva detto aveva già in mente cosa fosse quel qualcosa? Non lo sapeva e se non l'avesse più vista non avrebbe mai potuto saperlo ma era curioso, accidenti moriva dalla curiosità a dire il vero!

Non mentirmi mai...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora