Capitolo due

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Hermione continuava a fissare il fuoco che scoppiettava. Stava iniziando a fare buio nella Sala comune. C'erano solo lei e Neville, ovviamente concentrato su altro per non vederla piangere. Hermione decise di tornare in stanza...almeno lì ci sarebbe stata la sua migliore amica a consolarla.
Le lacrime non smettevano di scendere, e iniziò a salire piano piano le scale che portavano ai dormitori. Prese le scale di destra, che portavano ai dormitori femminili. Quando stavano al sesto anno, una delle regole principali era che i maschi non potevano andare nelle camere delle femmine. Era vietato. Ma negli ultimi tempi questa regola era cambiata, soprattutto perchè il professor Piton trovò due ragazzi in Sala Comune Serpeverde che stavano troppo vicini, per i suoi gusti. Lui lo disse alla McGranitt che iniziò a dettare le nuove regole, una delle regole preferite dagli studenti adesso.
Hermione non aveva bisogno di quella stupida regola. Nessun ragazzo sarebbe mai entrato in camera sua.

Sì avvicinò alla porta e abbassò la maniglia delicatamente. Quando entrò in camera rimase pietrificata.
Harry e Ginny erano distesi sul letto dell'amica, visibilmente intenti a fare qualcosa di più di un semplice bacio. Hermione chiuse subito la porta con forza, giusto per far sapere che era passata.
"Scusate tanto, ripasso più tardi quando avete finito" disse la voce flebile della riccia.
Scese le scale più velocemente di quando era tornata dalla biblioteca.
Perchè era sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato?
C'era qualcosa in lei che non andava. Era l'unica spiegazione. Tornò in Sala Comune ancora più depressa di quanto era prima. Decise di andare a fare una passeggiata al chiarore di Luna. Hermione sapeva benissimo che era contro le regole...Ma non avrebbero certo potuto punire l'allieva migliore della scuola, no?
Scese fino al piano terra e si diresse verso il campo da Quidditch. Quel posto era uno dei più tranquilli di tutta Hogwarts e uno dei preferiti di Hermione, ovviamente se non si conta la biblioteca.

La ragazza si mise seduta sull'erba al centro dello stadio. L'erba era ancora un po' bagnata a causa dell'intera giornata di pioggia, ma a Hermione non importava; qualunque cosa sarebbe andata bene pur di non restare dentro il castello. Tirava un leggero venticello, il giusto per far scompigliare i capelli alla riccia.
Hermione guardava il cielo pieno di stelle luccicanti. Le lacrime non avevano mai smesso di scendere fino a quel momento. Non capiva proprio perchè se la prendeva ancora dopo otto anni. Otto anni di insulti per una semplice amicizia.
Le lacrime cessarono e Hermione si sdraiò a terra.
"Cosa guardi?" chiese una voce inconfondibile.
Hermione si alzò subito in piedi e si girò per guardare quegli occhi gelidi che l'aspettavano.
"Nulla che ti interessi Malfoy" disse la ragazza.
"Come siamo scorbutiche stasera...ti da ancora fastidio il fatto che ti chiamo Mezzosangue?"
A quella parola Hermione deglutì.
"Figurati se qualcosa che mi dici tu potrebbe darmi fastidio"
"Sicura? Perchè i solchi delle lacrime si vedono ancora" disse ironico Draco.
"Te li sarai immaginati Malfoy" disse sottovoce Hermione.
"Che c'è? Hai paura di urlare contro di me? O forse non hai più voce per tutti i singhiozzi che hai fatto?"
"Lasciami in pace" urlò la ragazza in preda all'ira.
"Oh guarda, ti sei arrabbiata" disse con voce colpevole il biondo.
"Che vuoi da me Malfoy?" urlò ancora più forte di prima.
Draco si avvicinò lentamente a lei fino a quando i due visi si trovarono ad una distanza minima.
"Assolutamente niente" disse lui calmo.
"Allora perchè mi perseguiti?" rispose Hermione a bassa voce, sicura che a quella distanza la potesse sentire. E così fu.
"Non ti perseguito cara Granger. Ero venuto solo a fare un giretto per schiarirmi le idee"
"Quali idee" chiese la riccia.
"Non ti riguardano" sputò acido Draco, sempre più vicino a lei.
"Stupido Mangiamorte" sussurrò la ragazza.
Draco sobbalzò e fece un passo indietro.
"Come mi hai chiamato?"
"Mangiamorte" ripetè lei.
Draco si avvicinò violentemente a lei e le prese il polso esile. Lo strinse con tutta la forza del mondo mentre guardava la sua faccia cambiare da arrabbiata a sofferente.
"Non dirlo mai più, intesi?" gridò lui accecato dalla rabbia.
"Mi stai facendo male. Lasciami" esclamò Hermione furiosa.
"Quando ti sarai rimangiata quelle parole"
"Ti ho detto di lasciarmi. Draco mi stai facendo male"
A quella parole Draco sussultò. Lasciò andare il polso della ragazza e la guardò negli occhi. Sfortunatamente lo sguardo restò poco, perchè appena ne ebbe la possibilità Hermione iniziò a correre in direzione del castello.
Draco la guardò allontanarsi.
"È proprio carina quando è arrabbiata" sospirò sedendosi dove prima si trovava Hermione.

Hermione corse in direzione della sala comune. Corse in direzione dei dormitori. Corse in direzione della sua camera, pregando che Harry e Ginny avessero finito. Aveva bisogno della sua migliore amica e aveva bisogno di tranquillità. Una tranquillità che sapeva non sarebbe mai arrivata.
"Budino al cioccolato" disse velocemente alla Signora Grassa.
Lei si scostò lateralmente permettendo l'entrata alla ragazza.
Hermione corse di sopra dove sentì dei rumori provenire dalla sua camera. "Basta ti prego" pensò.
Dalla stanza uscì Harry, con i capelli scompigliati e la cravatta fuori posto.
"Scusa Hermione...spero di non aver occupato troppo temp-"
"Fa nulla. Ora devo andare, scusa" disse fredda la riccia.
Passò accanto a Harry ed entrò in camera. Ginny era seduta sul suo letto con lo sguardo rivolto in sù, sicuramente persa tra i suoi pensieri.
Hermione si lanciò sul letto come un peso morto e iniziò a piangere disperata. Singhiozzava e blaterava cose senza senso. Ginny si avvicinò a lei e si sedette sul letto dell'amica.
"Hermione dimmi tutto. Sfogati pure"

'Sfogati pure'. 'Sfogati pure'. Queste parole risuonarono della mente di Hermione come un mantra. Era la sua migliore amica e doveva dirle tutto, ma era come bloccata. Dalla sua bocca uscivano solo parole incompiute. Tutte le cose che si teneva dentro stavano uscendo dalle lacrime; era come se ad ogni lacrima un pensiero svanisse.
Ginny era accanto a lei e le accarezzava la schiena. Hermione sapeva che l'amica non sarebbe mai andata a dormire con lei ridotta in quel modo, così decise di imporsi di fermare il pianto.
E ci riuscì. In pochi minuti le uniche cose bagnate sulle sue guancia erano i solchi delle lacrime precedenti.
Si spogliò e si mise il pigiama. Disse di fare lo stesso a Ginny, di non preoccuparsi. Lei la ascoltò e si mise a letto.

Quando tutte le luci furono spente, un'immagine nella mente di Hermione prese vita. Un ragazzo biondo platino che si avvicinava a lei.
Sempre più vicino. Tre centimetri. Si avvicinava. Due centimetri. Gli occhi della ragazza guardavano i suoi. Un centimetro. Sentì qualcosa premere sulle sue labbra. Nel buio della camera la bocca della ragazza si incurvò a formare un sorriso.
Stava facendo un bel sogno.

*spazio autrice*
Ciao a tutti. Come promesso ho pubblicato il Mercoledì.
Allora, che cosa succederà tra Hermione e Draco? Curiosi?

A volte l'impossibile accade /~dramioneWhere stories live. Discover now