Capitolo 2 - La Madre Dei "Lupi"

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Rimasi a contemplare quella meraviglia per ore ed ore, sfiorando con i polpastrelli la superficie dell'acqua.
Mai mi ero rilassata come in questo momento.
Il leggero cinguettare degl'uccellini armonizzava il tutto, rendendolo un paradiso terrestre, che avrei custodito gelosamente.

L'acqua è talmente tanto limpida da potermici specchiare; noto chiaramente alcuni girini nuotare spensierati qua e là.
Come vorrei essere uno di loro, starmene tutto il giorno a sguizzare da una parte all'altra senza pensieri, ricordi che ti logorano l'anima.

Perché sì, per quanto non lo do' a vedere, la ferita è ancora aperta e pronta a sanguinare al minimo gesto.

Vedo il cielo mutare: dalla dolce tonalità di azzurro fino ad divenire pieno di nuvoloni grigi.

<Meglio andare a casa prima che piova...>

Prendo le mie poche cose e mi dirigo verso la mia nuova abitazione.
Fortunatamente ho sempre avuto un buon orientamento e riesco ad arrivare poco prima che le prime gocce bagnassero il terreno.

Inizia a fare un po' freddo. Prendo della legna, riposta sotto il portico, e accendo il fuoco nel camino.
Mi metto seduta sul tappeto davanti ad esso e, per passare il tempo, leggo un giallo: l'assassinio sull'orient express.

Mi piace leggere tanto quanto suonare. Poi, l'odore della carta stampata, mi manda in estasi.
Adoro leggere perché riesco ad evadere dal mondo, a vivere una vita che non sia la mia.
A volte mi immedesimo talmente tanto in uno dei personaggi che mi metto persino a piangere o a ridere, come se mi stesse succedendo in prima persona; li trovo fantastici.

Alzo gli occhi sull'orologio appeso al muro e mi rendo conto che è quasi ora di cena.
Messo il segnalibro, lo richiudo e lo poso sul tavolino posto accanto al divano.
Vado in cucina e apro il frigo, non c'è un granché.
Mi appunto su un post-it tutto ciò che manca da mangiare, e lo attacco sullo sportello superiore, sul frizer.

Riesco a racimolare un po' d'insalata, carote, pomodori e mais, creando così un'insalata mista. Mi basterà per stasera.

Finito di mangiare, lavo il piatto e le posate sporche e mi dirigo al piano superiore.
Prendo dall'armadio l'intimo e un pesante e largo pigiama di pile, il mio preferito, e vado a fare quel tanto desiderato bagno caldo.

Lego i capelli in una crocchia disordinata mentre la vasca si riempie pian piano e metto in una cesta i vestiti ormai sporchi.
Immergo le dita dentro l'acqua, per verificarne la temperatura, perfetta.

Mi immergo, che goduria.

Iniziai a strofinarmi delicatamente con una spugna gialla e del bagnoschiuma alla vaniglia, fin quando l'acqua calda divenne fredda.

Con una tovaglia mi avvolgo il corpo e mi asciugo velocemente.

........................

Sono le 23:30, credo proprio che andrò a dormire tra qualche minuto.

Riempo una bottiglietta d'acqua, durante la notte ho sempre una gran sete, e vado in camera mia.
Mi metto sotto le coperte.
Un dolce calore mi avvolge il corpo cullandomi in quello che presto sarà un sogno; il primo sogno qui dentro, in questa casa, in questo letto, il primo di una lunga serie.

Così pian piano chiudo gli occhi.

~~ ~~ ~~ ~~
Sono, stranamente, distesa in una radura. I miei lunghi capelli scuri sono cosparsi sul leggero praticello.
L'erba mi solletica il corpo, mi scosto leggermente.
Socchiudo gli occhi, il sole mi abbaglia costringendomi a chiuderli ed schiuderli molteplici volte.
Quando riesco finalmente a guardare ciò che mi circonda, mi accorgo di non esserci mai stata.

Tento d'alzarmi, ma un capogiro improvviso me lo impedisce.
Ritento. Mi alzo.
Mi guardo attorno, con curiosità, cercando scrupolosamente ogni piccolo dettaglio e imprimerlo nella mia mente, come se il mio futuro dipendesse proprio da quei, all'apparenza, futili ed insignificanti dettagli.
Mi sento, inspiegabilmente, felice.
Quella felicità che provano sempre i bambini, senza un reale motivo.

Inizio a ridere, ne sento il bisogno.

Rido, rido e rido ancora. E quando penso di iniziare a smettere, eccola lì che ricomincia imperterrita.
È strano, non ho mai riso così tanto in vita mia, ma la gioia che c'è in me in questo momento non ne vuole sapere di andare via; e sinceramente non lo voglio nemmeno io.

Senza accorgermene i miei piedi iniziano a muoversi soli, come se avessero vita propria.
Smetto di ridere quando sento dell'acqua bagnare i miei piedi nudi.

Il lago.

Di nuovo la pace di poche ore prima torna a farsi strada dentro me.
Un leggero soffio di vento mi scompiglia i capelli e, con un gesto quasi istintivo, ne metto una ciocca dietro l'orecchio.
Calma e quiete. Solo questo riesco a sentire intorno a me.

<Sei arrivata finalmente. Ti aspettavo sai? Credevo che saresti venuta molto tempo prima...>

Una voce del tutto estranea mi fa sobbalzare. Possibile che non l'abbia sentita arrivare?
Stranamente non riesco ad essere diffidente. Mi giro e rigiro, cercando di scovare il possessore della voce, ma nulla...

<Chi sei? E dove...dove sei? >
Chiesi abbastanza curiosa, infondo era la prima persona, da quando arrivata in città, che mi rivolse la parola.

<Guarda nel lago.>
Mi sporsi leggermente in avanti, ma quello che vidi non era il mio riflesso.

Quella non ero io.

Il riflesso presenta una giovane donna, da dei lunghi capelli avorio e dalla pelle diafana; con due grandi pozzi blu scuro incastonati nell'iride, i lineamenti fini e dolci e delle labbra distinguibili dalla carnagione chiara per il loro rossore contrastante.

È davvero bella.
No, dire bella non basta.

Non riesco a capire il motivo, ma mi fido. E il fatto stesso che è riflessa nel lago non mi dà nessun disturbo o preoccupazione, non mi sembra nemmeno anormale.

<Cosa vuoi dire? Mi aspettavi? Non capisco...>
<Sai chi sono io?> mi chiese improvvisamente, sembrava voler sviare le mie domande.
<No...> sono abbastanza disorientata.
<Io sono le dea Luna, la madre dei "lupi" > leggevo la verità nei suoi occhi, quindi anche se particolare, pendevo dalle sue labbra.

<Perché mi calmo a contatto con l'acqua del lago?> chiedo improvvisamente.
<Perché questo è il lago della Luna.
Ora ascoltami non abbiamo molto tempo. Ogni giorno tu andrai nel bosco e ogni giorno incontrerai lo stesso lupo, non devi avere paura. Ogni notte io verrò a farti visita finché non avrai più bisogno di me.
Meriti un amore che ti faccia bene quanto hai sofferto...>
~~ ~~ ~~ ~~

Spalanco immediatamente gli occhi. Mi metto seduta e porto una mano alla fronte, come per reggere un peso molto pesante sulla testa. Mi sento frastornata, le emozioni in subbuglio.
Mi guardo attorno e capisco di ritrovarmi in camera mia. Noto, dalla piccola sveglia situata sul comodino che sono già le 06:30 del mattino.
Decido di alzarmi, sarebbe inutile tornare a dormire...

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Ecco il secondo capitolo, spero vi piaccia!

Black Wolf - La Maledizione Del TempoWhere stories live. Discover now