Capitolo 18

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La fitta oscurità si rivelò una compagna fidata per circa dieci metri, prima di lasciare il posto ad un'insegna molto particolare che recitava semplicemente "Salite per due rampe di scale. Se inciampate, tornate al punto di partenza e ricominciate a salire."

I due avventurieri, perciò, iniziarono la loro arrampicata verticale, stando attentissimi ad evitare qualunque distrazione che avrebbe potuto condurli ad un inciampo prematuro. Come spesso accade quando si disinstalla l'automatismo nelle azioni più semplici, però, entrambi, persi nella loro concentrazione, inciamparono clamorosamente. Si ritrovarono così al punto di partenza.

-Stiamo meno attenti ora.- Suggerì Sea Ocean, che aveva preso sul ridere questa loro prima disavventura da passeggio. Tutta questa procedura risultava nuova persino a lei, nonostante fosse già stata lì più di una volta. Il modus operandi per entrare nella sala prescelta, però, era sempre volubile.

- Sei sicura che sia necessario tutto questo?- Domandò un imbarazzato Mud, che odiava ricevere ordini, soprattutto se giungevano da un cartello dal bizzarro senso dell'umorismo. In più, non era da lui fallire delle prove così semplici.

-Vedi alternative?- Ribatté Sea, appoggiandosi al muro a braccia conserte e alzando un sopracciglio. -Sono tutta orecchie se pensi ci siano vie alternative.-

-Ci penso.- Sbuffò Mud, ricominciando a salire prima che lo sconforto lo attanagliasse, facendogli mandare tutto all'aria. Doveva solo percorrere una maledetta scalinata, anche i bambini ne erano in grado.

Al secondo tentativo riuscirono a giungere in cima. Sea Ocean sorrise ad un Mud imbronciato. -Bisogna guadagnarsi l'accesso alla sala, è la regola del posto. Io lo trovo molto saggio. Ogni cosa dovrebbe richiedere sforzo per essere guadagnata, altrimenti non se ne comprende il reale valore.- La ragazza poi saltellò nel corridoio semibuio, fino a quando si trovò davanti al secondo cartello.

-Avrei preferito un accesso diretto. Secondo me non dovremmo stare dietro a questo gioco perverso. Lo fanno solo per umiliarci.- Borbottò Mud, raggiungendola dopo qualche istante per far capire che le sue gambe stavano procedendo controvoglia. Sea si voltò verso il suo bisbetico accompagnatore - e dove starebbe il divertimento?- Lui rispose con un muro di silenzio condensato.

Il nuovo cartello era, se possibile, più aggressivo del primo: "Ora dovete scendere questi gradini per altre due rampe. Fatelo girati al contrario. Se non siete capaci, evitate di cimentarvi in cose più impegnative del semplice mettere un piede dopo l'altro e tornatevene a casa, perché di certo questo posto non fa per voi."

-Beh, sembra piuttosto diretto- Sea si sfregò le mani, impaziente -andiamo, dai. La sala non ci aspetterà in eterno.-

Sea, con grande attenzione, si girò e inizio la sua discesa al contrario. Se poteva farlo lei, di sicuro Mud ne sarebbe stato in grado. Quel cartello poteva anche andarsene a criticare Black Death.

Rischiando per quattro volte e mezzo di capitolare, infine Mud riuscì a raggiungere Sea, la quale si era già messa a leggere le prossime istruzioni. -Che cosa stupida. A cosa serve tutto questo giro dell'oca? Probabilmente avremmo fatto prima con l'ipnosi.- Mud non poteva fare a meno di esternare i suoi pensieri. In questa impresa non provava lo stesso divertimento di Sea e la sua mente logica strideva con tutti questi passaggi che riteneva inutili. Sea lo ignorò, cercando di non farsi guastare il buonumore.

-Senti qua- iniziò a leggere le direttive successive ad alta voce - "Ora che siete miracolosamente riusciti a scendere, nonostante i vostri impedimenti motori e cerebrali, vi aspetta un passaggio in più. Prendete la prima porta a destra, poi girate a sinistra e contate due porte. Entrate nella terza, poi uscite, girate a destra, poi a sinistra, poi salite di un piano, procedete, girate a sinistra, scendete e infinite prendete la seconda svolta a destra. Se non riuscite nemmeno a memorizzare dei passaggi così semplici, è ora che voi vi facciate due domande sulla vostra preparazione mnemonica. Chi vuole recuperare i ricordi deve essere svelto in queste faccende. Spero per voi che non siate troppo pieni di grilli in quei cervellini che vi ritrovate."-

-Basta, questo è troppo.- Mud incrociò le braccia, come per dare più rilievo alla sua opposizione. Sea alzò gli occhi al cielo -Mud ormai siamo vicini, dobbiamo portare a termine questa missione. Siamo venuti qui con uno scopo e usciremo da qui con delle risposte. Ti ricordo che da queste risposte dipenderà la nostra unica possibilità di liberarci di Black Death.- Poi, dopo qualche istante aggiunse sottovoce -sento che stiamo andando nella direzione giusta.-

-Anche io spesso sento che la cosa giusta sia tirare qualche schiaffo alla gente, ma poi mi ravvedo e non lo faccio.- Ribatté Mud, stufo e contrariato.

Sea Ocean, vedendo tutta questa resistenza aggressiva da parte sua, prese una decisione. - Bene allora, tu rimani pure qui. Io vado da sola alla ricerca della sala e vedrò di trovare risposte senza il tuo aiuto. Nessuno ti obbliga a fare nulla qui. A dopo.- Detto questo, Sea rilesse il cartello per memorizzare i vari passaggi e poi si diresse decisa verso la prima tappa del suo percorso.

Mud Brown, vedendosi lasciato lì accanto ad un cartello che si prendeva gioco di lui, si rassegnò e corse dietro a Sea Ocean, che per l'ennesima volta l'aveva seminato. La raggiunse poco dopo e lei limitò i commenti ad uno sguardo molto comunicativo. Procedettero così in silenzio, serpeggiando tra le varie svolte e le porte indicate dal cartello. Ognuno dei due era perso nel rumore dei propri pensieri, che come uno sciame d'ape si rincorrevano tra loro per poi allontanarsi. Sea Ocean, seppur certa della correttezza del loro percorso, per mettere a tacere ogni possibile fugace dubbio, si mise a richiamare il dolce suono ondeggiante del mare, suo caro amico. Era il suo personale calmante e ci rinunciava molto raramente. Percepiva l'umore altalenante e contrariato del suo compagno, ma non voleva lasciarsi influenzare e naufragare nel suo pessimismo. Lei aveva una strada da percorrere, lo sentiva rimbombare contro gli scogli della sua anima. Un po' di malumore non l'avrebbe fermata.

La sua fiducia nel destino li ricompensò. Alla fine del labirinto che avevano appena percorso, per fortuna senza perdersi, si ritrovarono di fronte ad una porta grigio antracite. Su di essa, stava appollaiato l'ennesimo cartello. Stavolta non c'era ombra di critiche, ma in grassetto era stata composta questa domanda: "Siete sicuri di voler andare avanti?"

Mud stava già per abbassare la maniglia, quando Sea lo fermò, posandogli improvvisamente la mano sul braccio. -Fermo- Sea aveva assunto un'espressione assorta e pensierosa.

- Facciamola finita con questa storia una volta per tutte, non sarà di certo l'ennesimo cartello ambiguo a trattenermi qui per tutto il giorno- Mud si allungò di nuovo per spalancare la porta misteriosa, ma anche stavolta Sea Ocean glielo impedì.

- La direzione è sbagliata- disse Sea, portandosi le mani alle tempie e iniziando a massaggiarle- pensaci un attimo. La porta usa l'espressione "andare avanti". Noi, però, non dobbiamo andare avanti.- Alzò lo sguardo su di lui, come aspettandosi che afferrasse al volo il suo ragionamento perfettamente logico. Mud continuava a non capire e la fissava tra il basito e l'esasperato. Prima che potesse chiederle di che diavolo stesse parlando, Sea lo precedette. - E' ovvio, dobbiamo tornare indietro. Stiamo cercando dei ricordi e per definizione, quando si ricorda, si torna indietro col pensiero.-

-Mi stai dicendo che abbiamo percorso tutta questa strada per niente?- Chiese Mud ormai adirato per tutta quella faccenda.

-Fidati di me, dobbiamo tornare al punto di partenza. Andiamo.-

Quando ebbero ripercorso tutta la strada a ritroso e furono tornati al punto di partenza, si accorsero di un dettaglio importante. Poco distante dal primo cartello che annunciava la prima scalata delle due rampe, un altro cartello più nascosto dava un'altra comunicazione.

"In alternativa, procedete dritti per questo corridoio". Di fianco ad esso si trovava persino una piccola freccia che indicava la direzione. Giunti in fondo, finalmente, trovarono una porta estremamente variopinta.

Su di essa trovarono un'unica scritta: Sala numero due e mezzo. Erano arrivati alla loro meta.

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