Capitolo 7

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Nel frattempo, subito dopo la separazione da Iris e Sea, Tropical si stava dirigendo verso il suo appartamento. Era una bellissima casa bifamiliare sulla spiaggia e dava direttamente sul mare. La presenza di tutte quelle dune di sabbia la faceva quasi sentire a casa, la sua amata Hotdesert. Purtroppo, a causa della minaccia di Black Death nei confronti di suo padre, quando era piccola si erano dovuti trasferire lì, in quel luogo cosi diverso dalla sua natura focosa. Aveva imparato l'arte della calma, osservando il mare e bruciando la vegetazione secca che trovava. Questo riusciva a dare sfogo al suo fuoco interiore. Adorava tutto di quel posto. 

O meglio, tutto tranne una cosa: il suo vicino.

Arctic Breeze era un prezioso amico di infanzia di Sea Ocean e ora anche il suo padrone di casa. Quando ne stava cercando una, Sea era stata di vitale importanza. Aveva fatto da garante per lei con Arctic e lui aveva accettato, ma solo in nome della loro amicizia, poiché l'odio a prima vista che si era instaurato tra loro era ricambiato pienamente da quel soggetto glaciale. 

Tropical sospirò. Persa nei ricordi e nell'odio, era infine giunta davanti alla porta del suo incubo personale. Ora l'attendeva una cosa nettamente peggiore del semplice rivangare i pensieri che lo riguardavano: avrebbe dovuto chiedergli di accompagnarla in quel locale malfamato. Probabilmente, conoscendo l'odio che provava per lei, al posto che proteggerla l'avrebbe data in pasto ai suoi aguzzini, ridendo e mangiando qualche stuzzichino. 

Tropical sbuffò. Raccolse tutta la sua pazienza inesistente, mise via il suo orgoglio e infilò la sua dignità sotto le scarpe. Poi si decise a bussare.

Arctic le aprì dopo qualche istante, con un'espressione glaciale. -Cosa vuoi?- Domandò, senza nessuna curiosità né inflessione nella voce. Sembrava semplicemente gelido. Tropical aveva quasi l'impressione di sentire il freddo che emanava e il suo fuoco interiore, in risposta, vorticò nel camino della sua anima. 

Alzò il mento, con aria orgogliosa. -Trovarmi qui in questo momento, o in qualsiasi altro, è l'ultima cosa che voglio, ma purtroppo abbiamo da fare. Sono qui su richiesta di Sea.  Dobbiamo sbrigarci, non abbiamo tempo per la solita sessione di odio programmato. Black Death le ha mandato un messaggio e ora dobbiamo trovare un cittadino di Citycentre per avere risposte.-

-Ok- rispose lui, chiudendosi semplicemente la porta alle spalle. Tropical rabbrividì. Non amava la compagnia dei freddi nativi di Coldmountain. Lei era un'anima bollente, impulsiva ed emotiva.

-Bene- rispose semplicemente. Non voleva lasciarsi influenzare, ma la freddezza di lui stava spegnendo i suoi bollenti spiriti. Aveva questa incredibile capacità, come se ogni volta le gettasse addosso un secchio d'acqua ghiacciata. La cosa peggiore, però, era che lo faceva solo con lei.

Arctic non era per natura espansivo, ma con gli altri riusciva a mantenere una parvenza di normale socialità. Con tutti tranne che con lei. A lei riservava la sua migliore tattica di "gelo polare artico".

Probabilmente si allenava ogni giorno davanti al frigorifero. 

Ormai Tropical non si meravigliava più di ciò, eppure ne restava comunque destabilizzata. Un giorno sarebbe riuscita a farglielo ammettere, o avrebbe cercato di coglierlo in fallo. Dare fuoco a tutta quella sua calma granitica era diventata una delle sue ossessioni più grandi, ma si guardava bene dal dichiararglielo apertamente. 

-Sea ha detto che oggi sarebbe stata una giornata da non vivere. Tu l'hai vissuta?- Chiese la ragazza, cercando di non farsi venire i brividi per via del suo silenzio. Lui alzò le spalle -Non particolarmente.- 

Scendeva talmente tanto nei dettagli da darle sempre l'opportunità di portare avanti un discorso. Da sola.

 -Black Death ti ha cercato?- Indagò, quasi sperando che l'avesse fatto veramente. Il suo ago interiore le suggeriva di mandarlo a quel paese e finirla con quella farsa, ma il suo bruciante lato masochistico la obbligava a trovarsi in quel tipo di situazione fin troppo spesso. Stava correndo dei rischi a impuntarsi contro il destino, però in quella determinata occasione si giustificò pensando che in fondo quello era il volere di Sea. Andare contro il volere di Sea era nettamente più pericoloso che disattendere alle aspettative del destino, questo era certo. 

-No- rispose il ghiacciolo. E così pose fine alla loro conversazione. Per la terza volta. 

Fortunatamente non impiegarono troppo tempo per arrivare nel luogo indicato da Sea. Grazie al senso di orientamento e alla mente calcolatrice di Arctic non si persero. Il posto sembrava uscito da una cartolina horror, poiché paragonarlo ad un lungometraggio gli avrebbe dato troppo credito. Era solo uno scorcio di desolazione, con insegne cadenti e personaggi loschi all'esterno. La presenza di Arctic non rassicurava Tropical. 

Si rendeva conto del fatto che qualunque individuo avesse pescato all'interno di quel locale, alla fine, si sarebbe rivelato più simpatico del suo accompagnatore. Sapeva anche di non poter lasciar correre, quell'esemplare non doveva permettersi di trattarla con gelo. Lei, la donna del fuoco, meritava un falò anche dal primo sconosciuto che passava per la strada.

-Eccoci arrivati- annunciò pimpante e decisa a portare avanti il piano che le si era appena formato nel cervello nuovo fiammante. - Però non mi sembra di essere stata molto chiara prima. Non tollero le conversazioni monosillabiche. Mai. Nemmeno se ne va della salvezza del mondo. Nemmeno se Black Death ha in mano il tuo ago della bussola interiore e minaccia di distruggerlo.-
Poi prese il suo accendino di fiducia, nero come il suo umore in quel momento, e bruciò alcuni peli del braccio di Arctic.

Lui si buttò all'indietro, massaggiandosi il braccio. -Ehi! Ma che diavolo fai?- Sbraitò, perdendo finalmente la sua attitudine comatosa, molto simile a quella di una scultura di ghiaccio. Le lanciò un'occhiata che rappresentava la quintessenza della rabbia.

Tropical scoppiò a ridere, rapita dai risultati imprevedibili, eppure totalmente ordinari, del suo esperimento sociale. - Cercavo di scioglierti, re dei ghiacciai.- Aveva quasi le lacrime agli occhi da quanto le veniva da ridere. Era un pianto della vittoria. Aveva appena segnato un punto, per quanto il suo metodo fosse stato totalmente anti convenzionale e illogico. Forse anche illegale. Ma non importava, aveva raggiunto il suo obiettivo.

Lui sembrava totalmente spiazzato dalla trovata della ragazza. Da quel momento aveva cominciato a guardarla con diffidenza. -Sei più pericolosa tu di quelli là dentro. Sicura di aver bisogno di me? Mi sembra che te la sappia cavare benissimo da sola.- Si imbronciò.
Una volta rotto il ghiaccio sembrava quasi un bambino a cui avevano rubato una caramella.

-Ti ho chiesto di accompagnarmi solo per volere di Sea, altrimenti ti avrei volentieri lasciato con gli orsi polari nel tuo igloo a danzare con i pom pom di pelliccia.- Alzò gli occhi al cielo. Non era ovvio?! Di sicuro non aveva voglia di passarci del tempo assieme. Erano le persone meno compatibili del mondo, si spegnevano a vicenda. -E ora andiamo, bella statuina, altrimenti la prossima volta porterò del sale e te lo cospargerò addosso per disintegrare la tua natura.-

Senza aspettarlo si diresse verso il bar, facendo oscillare i lunghi capelli setosi e scomparendo in una nube di fumo.

Time to dieWhere stories live. Discover now