«Per chi è il latte?» chiesi incuriosito.

«Per Xiaomi, la principessa sui piselli» commentò Tao, facendo ridere gli altri due.

«Ok ragazzi» disse Sissy battendo le mani per richiamare la nostra attenzione.

«Sono le 8:25. Io porto la colazione a madame e Xiamoi, nella speranza che la biondina si svegli. Luhan deve andare a prendere il signor Wu in aeroporto intorno alle 10; magari se hai tempo puoi controllare la dispensa?»

Il ragazzo fece il saluto militare, tranquillizzando la ragazza dicendo che sapeva già quali erano i suoi compiti.

«Questa mattina deve passare anche il dottor Zhang; per la solita visita di routine»

«Senior o Junior?» chiese Tao.

«Poco importa, sono entrambi medici. Voi due invece -disse indicando me e il panda- pulirete tutti i vetri della casa. Se ci sono problemi o vi serve qualcosa cercatemi sul cercapersone.»

Detto ciò, aiutata da Luhan, prese i vassoi ed entrò nel montacarichi.

Con Tao ci armammo di tutto l'occorrente per svolgere al meglio il nostro compito.

Ebbi l'occasione di conoscere meglio il mio collega.

Zitao era originario di Tsingtao, una città portuale del sud est cinese. Proveniva da una famiglia povera e numerosa, era il secondo di sei figli, la madre era gravemente malata, e per aiutare economicamente in famiglia abbandonò la scuola per lavorare; in realtà mi confidò che si dedicava allo spaccio di erba e a furti, sia i classici borseggi, furti in negozi di abbigliamento o prodotti nei piccoli alimentari.

«Oh ero un maestro e non farmi beccare, dovevi vedere le mie sorelline come erano felici quando portavo a casa il loro snack preferito, o delle forcine per capelli all'ultima moda. Sai sono bravo con le acconciature femminili.» mi confidò con una sorta di orgoglio.

Continuò la sua storia dicendomi che un giorno incontrò il signor Wu e suo nipote Yifan, o per meglio dire Tao tentò di borseggiarli nel porto. Il caso volle, che proprio quel giorno degli agenti lo colsero in flagrante, ma il signor Wu non lo denunciò, nonostante i numerosi solleciti degli agenti.
Mi disse che Yifan gli fece una sorta di discorso convincendolo a riprendere gli studi in cambio al momento opportuno gli avrebbero offerto un lavoro.

«Ed ora eccomi qui a distanza di anni. Oddio non che abbia fatto chissà quali studi, ho solo preso una qualifica triennale in sala e bar» affermò mentre controllava che il suo vetro non avesse aloni.

Mi propose di fare una piccola pausa, e io accettai.

Aprì una delle vetrate che dava su un'ampia veranda dal quale potevo ammirare l'immenso giardino della villa.

«Quindi se sei qui è merito del nipote del signor Wu.»

«Yifan per me è un modello. Lui è intelligente, elegante, ha stile, parla tante lingue, e ha buon cuore. Poi tutte le ragazze le vanno dietro.»

Continuò stiracchiandosi e sbadigliando rumorosamente.

«Lo ammiri davvero molto» dico sorridendo, poiché sembrava una ragazzina innamorata.

«Lui è il mio idolo, e gli sarò sempre grato per il bene che mi ha fatto. Se non fosse per lui a quest'ora starei in prigione, e la mia famiglia verserebbe in condizioni pessime».
Continuò dicendomi che ora quasi tutto il suo stipendi lo inviava alla madre per pagare l'affitto e per pagare le spese scolastiche delle sorelline.

Disse mente estrasse da una tasca il pacchetto di sigarette.

«Ge-ge ti spiace se fumo?»

«No, ma dovresti smettere»

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