Con questo casino in testa, i pensieri che si mangiano tra di loro come squali, sistemo le valige e chiudo il bagagliaio per poi salire in macchina, prendo un respiro profondo e mentre impugno il volante mi accorgo che tremo.

È la paura. La paura di lasciare quella che ormai consideravo la mia comfort-zone, mi sentivo al sicuro qui.

M'ero davvero affezionato al paesaggio, ai murales colorati, alla bella atmosfera ma soprattutto alle persone. Brava gente, che col tempo è diventata la mia gente. Non so come farò a dimenticare tutto questo, non so se un giorno riuscirò a tornare e a guardare l'orizzonte senza che i brutti ricordi mi investano.

Dicono che non c'è niente che guarisce il passato come il tempo. E a quello mi affido alla fine, do del tempo al tempo sperando che non mi deluda anche lui.

Con il tempo dimentichi le esperienze, le sensazioni che prima sentivi forti diventano ricordi lontani, i volti si fanno sfocati e le persone meno importanti di quello che credevi.

O almeno questo è quello che mi ripeto, l'ho ripetuto talmente tante volte che oramai ci credo.


Arrivato ad un certo punto non sono sicuro dell'uscita da prendere quindi sblocco il telefono per capire dove mi trovo, ma il mio sguardo s'incastra sullo sfondo della mia schermata home.

La foto è di quest'estate: indossa una t-shirt a righe azzurre e al collo porta una corona di fiori colorati, l'abbronzatura fa risaltare i suoi occhi chiari.

Ho sempre apprezzato il suo sorriso radioso, è uno di quelli che illuminano tutto il viso, perché quella persona è felice e per questo ogni sua particella te lo urla, ma senza dire una parola. Ci compensavamo anche su questo, io infatti non sono mai stato un tipo particolarmente espressivo, non a caso nella foto in questione guardo fisso l'obbiettivo incurvando le labbra in un movimento appena percepibile. E mentre ci guardo non posso far a meno di chiedermi cosa sia andato storto.

Cos'ho sbagliato? Qual'è il momento esatto in cui ci siamo disconnessi? Cosa avrei potuto fare affinché le cose andassero diversamente? Avrei davvero potuto fare qualcosa?

Glielo chiederei ma non ho il coraggio di chiamare, non riuscirei a sopportare il suo tono di finto dispiacere mentre, con la voce rotta, mi prega per il mio perdono e mi ripete, tra le lacrime, che è successo una volta sola.

Come se poi questo dovesse rassicurarmi: è successo una volta e quindi significa che non succederà mai più? Cos'è, aveva smesso di amarmi per un certo lasso di tempo? Aveva capito di non provare più niente per me e non sapeva come dirmelo, quindi ha pensato di non farlo? Di punto in bianco ha dimenticato di amarmi, come per magia?

A volte le domande sono complicate e le risposte sono semplici.
Non mi ama, non mi ha mai amato e mai potrà amarmi.
Semplicemente non sono stato in grado di capirlo in tempo.

La scorsa notte, quando ero ancora in preda alla rabbia più che alla sofferenza, mi sono permesso di chiarire le cose con uno stupido messaggio.

Allora mi era sembrata un'ottima idea, ma a rileggerlo ora mi sento patetico, dentro di me ho molto più di due righe di rancore.

Se mai c'è stato qualcosa tra noi, sappi che ora non c'è più niente. Mi sono preso la briga di informarti così sai che non devi più nasconderti, puoi fare schifo alla luce del sole. Considerami pure morto, farò lo stesso.

Un comportamento da codardo, lo ammetto, ma è stato difficile digitare e poi inviare quello stupido SMS; figuriamoci trovare il fegato di dirglielo in faccia.

Un giorno, sicuramente, ma quel giorno non è oggi.

Di certo non starò qui ad aspettare a braccia aperte, ho preso la mia decisione nel momento esatto in cui ho saputo la verità e non so se cambierò idea.

Mi serve del tempo e soprattutto dello spazio per me stesso, lontano da questo posto pieno di bei ricordi; ho bisogno di curarmi, di toccarmi le ferite per ricordarmi che sono reali e di contarmi le spaccature, chiedendomi nel mentre se riuscirò mai a trovare qualcuno che prima di amarmi mi rispetti.

Perché avrei accettato se non avesse più provato niente per me, mi sarei rassegnato al fatto che i suoi sentimenti fossero cambiati, d'altronde non posso costringere qualcuno ad amarmi. Ma che abbia deciso di andare oltre, senza nemmeno consultarmi, la trovo una totale mancanza di rispetto. Per me, per il cuore che le avevo affidato, fiducioso, per tutto quello che avevamo condiviso. Questo, non glielo perdono.

Il telefono inizia a vibrare sul sedile. So chi è senza nemmeno controllare.

E se ti spezzano il cuore

Alzo il volume della radio fino ad ovattare quello della suoneria del cellulare.

Tu metti una mia canzone

Stringo la presa sul volante, sono troppo lontano e ho già preso la mia decisione, non cambierò idea.

Con il volume a cannone

Una lacrima calda mi scorre sulla guancia fino a sparire sul mento, è troppo tardi, mi ripeto.

Così non senti il dolore

Non è mai facile lasciar andare qualcuno che ti ha dato così tanto, ma a volte sei costretto a scendere a questo compromesso.
Lasciar andare qualcuno per riavere te stesso. Torno a casa.

 Torno a casa

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
Parole sparseWhere stories live. Discover now