l'arcifanfano re dei matti

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Gli venne recapitato uno degli abiti più raffinati che avesse mai avuto l'onore di indossare. Col velluto bordeaux a contrastare il pallore della propria carnagione, i mocassini in pelle e la cintura di Gucci a delineare la sua vita sottile, Hoseok sapeva avrebbe potuto conquistare il mondo.

«E il papillon?»

Allacciandosi la cintura, Hoseok aveva scrollato le spalle e si era armato del suo sorriso migliore. I primi due bottoncini della camicia lasciavano intravedere la pelle nuda del collo. «Se c'è una cosa che odio, sono le collane. Non mi fanno respirare. A stento riesco a indossare le magliette col collo alto e, quando lo faccio, è perché o costavano poco o mi donavano particolarmente.»

Il sospiro esasperato di un Yoongi troppo splendente da guardare gli fece rizzare i peli sulle braccia. «Io non so con quale coraggio tu ti esponga a tal punto da sovrastare la mia autorità

Il completo classico che indossava accentuava la forma del suo corpo. Hoseok si ripromise di non fissarlo esageratamente e permettergli di captare l'attenzione che i suoi occhi riservarono alle dita, ingioiellate da un paio di anelli sottili, strette attorno al manubrio.

«Perché invece di rimproverarmi non parliamo di lavoro?»

«Tecnicamente stiamo parlando di lavoro!»

«No, daddy. Intendevo dire...» Hoseok abbassò il finestrino, lasciando pendere il gomito nell'aria. «So di dovermi comportare seriamente ed essere il soprammobile della serata, ma mi chiedevo... Con chi avrò a che fare?»

Una canzone bassa e popolare si riversò nell'automobile, Yoongi arricciò il naso e, con la stessa velocità con cui aveva acceso lo stereo, lo spense. «I miei parenti,» mugugnò, roteando gli occhi. «Ricchi uomini d'affari che vogliono la mia amicizia per vantarsi con gli stronzi dell'alta società o per accaparrarsi i favori di mio padre.»

«Okay...» Una situazione del genere, Hoseok, mai l'aveva sperimentata. Sarebbe andato bene? E perché non aveva ansia? In situazioni come quelle non si presupponeva essere nervosi? «I tuoi parenti sanno che sei gay?»

Il sopracciglio sottile di Yoongi si inarcò. «No. Mi presento con un fottuto sugar baby più giovane di me di nove anni e faccio il mio coming out dopo aver superato una crisi esistenziale alle superiori perché mi piace soffrire la mia condizione di uomo omosessuale in Corea del Sud.»

Hoseok strinse le labbra, reprimendo un sorrisetto divertito. «Prima che io faccia battute,» aggiunse, «È un sì?»

Lo sbuffo di Yoongi ampliò il suo sorriso. «Ti presenterò come la mia bestia al guinzaglio se continui a porre questo tipo di domande, Hoseok.»

«Ti hanno mai insegnato che, in teoria, dovresti trattarmi come se fossi un figlio? Insomma, sei il mio daddy e—»

«Ho un conato di vomito.»

Hoseok aggrottò le sopracciglia, voltandosi verso di lui, il cuore a mille per la preoccupazione. «Ti senti male?!»

Yoongi si indicò la bocca con l'indice e il dito medio e simulò il rigetto. «Sto abituandomi ai tuoi inopportuni "daddy", non sottolineare cose come «trattami come un figlio». Cazzo, Hoseok. Ti piace proprio farmi sbandare mentre guido e volerci vedere spiaccicati contro il guardarai.»

«Uffa...» Hoseok gonfiò le guance, fissandosi la punta delle scarpe. «Se odi l'idea di avere uno sugar baby, cosa ti ha spinto a volerne uno?»

«Diversi motivi.»

«Uhm...»

«Puoi chiedermi quali sono, Hoseok.»

Il sorriso vivace di Hoseok tornò a imporsi sui lineamenti giovanili del suo viso. «Quali sono i motivi?!» E l'esuberanza caratterizzante lo spinse a saltare eccitato sul sedile, voltandosi completamente a guardare l'uomo.

COME SIDDHARTA INCONTRÒ TOSCANINI // sopeOnde histórias criam vida. Descubra agora