Capitolo 1

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L'ora di pranzo a scuola, da ormai tre anni, significa solamente una cosa:
tapparsi bene le orecchie per non sentire Charlotte cantare e, nel frattempo, sperare che non arrivi una bufera di pioggia e vento.

Il tutto è nato durante una fredda giornata d'inverno, si era deciso di fare una festa a Natale, prima dell'inizio delle vacanze ma tutti volevano fare qualcosa che coinvolgesse di più della solita festicciola in palestra, per questo motivo si era deciso di preparare una specie di show che chiamarono, in maniera del tutto originale e per niente prevedibile, "The Christmas show".

Per un paio di mesi si tennero delle audizioni dove alcuni ragazzi si esibirono cantando, danzando, suonando e così Charlotte fu presa per le sue doti canore, da quel giorno disse che il suo più grande sogno era quello di diventare una cantante professionista, tutto questo solo perché le venne data la possibilità di esibirsi a quello show, senza sapere però di essere stata scelta perché il numero degli studenti già presi era minimo.

"Chissà con cosa delizierà le nostre orecchie oggi" afferma ad un tratto April accanto a me, dando voce ai miei pensieri mentre insieme ci dirigiamo alla mensa, io alzo gli occhi al cielo e già dalla porta iniziamo a sentire le note di "Girls just wanna have fun".

"Dopo la lezione di matematica non riesco proprio a tollerarla, prendiamo due sandwich e andiamo in cortile?" chiedo speranzosa ad April, lei ride ma annuisce, così ci mettiamo in fila e aspettiamo il nostro turno, incapaci entrambe di iniziare una conversazione a causa della stanchezza.

La cosa che più amo di me ed April è che riusciamo a non parlare per lungo tempo senza avere paura di dare inizio ad una qualsiasi conversazione solo per riempire il silenzio, non abbiamo neppure dovuto metterci del tempo affinché fosse così, lo è da sempre.
Conosco April dall'asilo, anche se potrei dire di conoscerla da quando entrambe ci trovavamo nel pancione di nostra mamma, anche loro erano amiche da sempre e noi, conseguentemente, non appena crescemmo, iniziammo a trascorrere un sacco di tempo insieme.

Ho sempre considerato April, oltre la mia migliore amica, la sorella che non ho mai avuto, perché principalmente è con lei che ho condiviso ogni tappa della mia vita, fino ad oggi e non potrei essere più fiera ed orgogliosa dell'amicizia che abbiamo costruito e del filo indissolubile che ci lega.

A volte penso che è come se ci completassimo, perché dico così?
Io sono una persona con una piccolissima percentuale di pazienza, mentre lei ne ha così tanta da poterla regalare a miliardi di persone e, nonostante questo, ne avrebbe ancora; io sono molto razionale, fin troppo alle volte, mentre April è la persona più impulsiva che io conosca e, a questo proposito, sono sempre stata io a fermarla dallo scrivere ad un suo ex durante una di quelle tante volte in cui aveva bevuto.

Potrei elencare un sacco di cose che mancano in me ma ritrovo in lei, e viceversa, impiegherei giorni interi.

"Ethan non mi ha ancora scritto, credi che dovrei fare qualcosa?" dice ad un tratto April, rompendo il silenzio.

Ecco un'altra sua caratteristica, non riesce a fare a meno di avere un ragazzo, più volte le ho rimproverato questa cosa ribadendole che se non riesce a trovare il ragazzo giusto, non significa che sono loro ad essere sbagliati (anche se in realtà il più delle volte è così) ma è lei a non aver ancora imparato che bisogna prima amare se stessi per poter amare gli altri.

Purtroppo, su questo, non vuole sapere ragioni e la sua risposta è sempre la stessa:

"Bisogna baciare il ragazzo sbagliato, per trovare quello giusto".

"April, sei sempre tu a scrivergli per prima, per sta volta lascia perdere" sbuffo e nel frattempo, finalmente, arriva il nostro turno.

Dopo aver preso i nostri sandwich ci facciamo spazio tra la folla per poter raggiungere il cortile e cercare un buon posto all'ombra.

Circles-running around youWhere stories live. Discover now