6. Intelligence may be lethal

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Charlotte's pov

Quella mattina non cominciò molto bene.

Improvvisamente, dopo giorni di splendido sole, il cielo aveva deciso di oscurarsi e mandare giù la peggiore pioggia che avessi visto da qualche mese a questa parte. A causa di essa, stavo per perdere il treno, fortunatamente era arrivato in ritardo alla stazione, e per poco il mio ombrello non si era rotto a causa del vento che lo aveva fatto rigirare più e più volte... insomma, il buongiorno si vede dal mattino.

Quando uscii dalla stazione ripresi l'ombrello, il cielo aveva assunto coloriti piuttosto scuri e in lontananza potevo avere la splendida visione di alcuni fulmini, e il vento non aiutava, dovevo tenere quella inutile gonna affinché non si alzasse e con l'altra mano stare attenta all'ombrello... e come tocco finale, avevo il peso della custodia alle spalle, quel giorno sarei dovuta rimanere a lezione.

Un paio di volte imprecai a bassissima voce perché stavo per scivolare e la seconda perché un'auto stava per garantirmi un bagno gratis non necessariamente voluto, l'unica cosa positiva di tutto ciò era la musica a tutto volume che avevo alle orecchie... una piccola distrazione in tutto quel caos.

Più volte andando verso scuola mi ero domandata se fossi l'unica idiota ad essere uscita di casa con quel temporale, non avevo visto anima viva... come se tutta la città si fosse addormentata o le persone si fossero volatilizzate senza farmelo sapere, ehi sarei voluta sparire anche io!

Però poi, non appena imboccai la strada diretta verso scuola, potei vedere giusto un paio di anime che vagavano verso il portone per andare a ripararsi... okay, non ero l'unica idiota in circolazione quel giorno.

Mi stavo avvicinando all'edificio scolastico, mi stavo dirigendo verso esso come se fosse la mia unica fonte si salvezza... bisognava essere proprio messi male per pensare che la scuola potesse essere un luogo di salvataggio, forse stare fuori con quel temporale poteva essere meglio... ma ero veramente disperata, ero in pessime condizioni e avevo iniziato a percepire il freddo.

Corsi sempre stando attenta a non prendere più pioggia del dovuto, i tuoni rimbombavano nell'orizzonte con un certa forza e frequenza che molti sembravano spaventati, io non avevo mai avuto paura di lampi e fulmini... gli trovavo anche interessanti.

E a pochi metri dall'entrata, qualcuno mi toccò la spalla e per poco non presi un'infarto "MA PORCA MISERIA!" avevo esclamato mentre il mio cuore aveva perso un battito.

Mi girai di scatto vedendo chi fosse la persona che mi aveva, quasi, fatto morire "Oddio Chase che spavento! Ma chiamarmi come la gente normale, no?" domandai.

Lui, ovviamente, ghignò "Ti avrò chiamato una decina di volte, ma a quanto pare sei sorda" rispose tranquillamente.

Guardai gli auricolari che pendevano verso il basso sulla mia giacca, erano caduti probabilmente mentre mi ero girata di scatto "Non sono sorda, avevo la musica... ad un volume un po' alto forse" spiegai mentre presi il telefono per togliere l'applicazione della musica che stava continuando ad andare senza averne motivo, per orgoglio non volli mostrargli la barra del volume che era al massimo...

"Magari al massimo eh" ribatté lui guardandomi.

Alzai gli occhi al cielo "Potrebbe anche essere... comunque che avevi di così tanto importante da dirmi per avermi, quasi, causato un infarto?" domandai piantando i piedi a terra, con l'ombrello che mi parava dall'incombente pioggia.

Lui fece spallucce "Nessun motivo, ti ho vista correre velocemente fino a qui e ho deciso di raggiungerti" spiegò con troppa nonchalance.

Non ne capivo il motivo

Ci eravamo scontrati un po' di volte e una volta l'avevo aiutato a sistemare alcuni dei libri della biblioteca per chissà quale guaio avesse combinato lui... e poi nulla di più, non sapevo perché insistesse nel voler fare conversazione con una come me... una odiata dal 99.9% delle persone che mi incontravano.

Will you be my symphony?Where stories live. Discover now