3. Who said that dancers must be elegant?

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Charlotte's pov

Dopo aver salutato Annabeth alla fermata delle tramvie, scesi al sottopassaggio, che era stracolmo di gente, e feci la mia strada verso la stazione ferroviaria.

Non ci misi molto, e non era nemmeno estremamente tardi, circa le sei del pomeriggio passate, una delle ore con più persone che utilizzavano i mezzi di trasporto, ma ormai ci avevo fatto l'abitudine.

Come un robot e senza guardarmi minimamente intorno, andai diretta verso il binario numero 8 e aspettai il mio treno verso casa.

Era una cosa che facevo ormai così tante volte al giorno che non avevo nemmeno bisogno di pensare alla strada da percorrere, i miei piedi sapevano guidarsi da soli.

Tenevo alle orecchie i miei inseparabili auricolari bianchi, che si intrecciavano lievemente, dove la canzone 'Sleep Talking' stava scorrendo, con parole in un tono basso e un ritmo, inizialmente, lento.

Poi lo stridulo delle ruote sulle rotaie segnò l'arrivo del treno, in perfetto ritardo come al solito, era, quasi, raro che un treno fosse in orario, accadeva più volte il contrario.

Dopo che la gente scese io entrai, come al solito le persone che scendevano erano sempre in maggior numero rispetto a quelle che entravano. Attraversai alcuni vagoni prima di raggiungerne uno della quale mi fossi accertata che non fosse estremamente affollato. Non avevo nulla contro nessuno, ma odiavo quando qualcuno si sedeva accanto a me o davanti a me...volevo starmene in pace da sola...
Sapevo di non essere una molto sociale, ma non tutte le persone erano nate uguali e con quel dono, avevo altre qualità.

Estrassi dal mio zaino un libro, era molto interessante, affrontava la mitologia greca in un tempo a noi quasi contemporaneo...un libro molto curioso che mi aveva prestato Asya, la mia biblioteca personale se potevo considerarla in quella maniera. I miei genitori non mi permettevano di spendere troppi soldi in libri (probabilmente sapevano che se no sarei rimasta senza un soldo a causa della mia passione) e quindi Asya me li prestava, essendo che ogni tre per due se ne usciva con qualche libro nuovo appena comprato...si, la invidiavo molto, ma le ero riconoscente per i vari prestiti.

E grazie anche a questo fatto, potevamo sclerare insieme sui personaggi, sulla trama e su tutto, facendo la figura delle fangirl impazzite...e capitava spesso, soprattutto in chat e a scuola.

Lo aprii al piccolo segnalibro che avevo messo alla pagina che ero arrivata la sera prima, e da lì continuai, assorta nella lettura e nelle parole delle canzoni. Stranamente mi riusciva leggere meglio quando avevo della musica di sottofondo, mi aiutava a concentrarmi di più sui fatti che accadevano nel libro senza che i rumori esterni mi dessero fastidio.

Quel giorno si era fatto sera stranamente più presto del solito. Infatti, quando alzai qualche istante gli occhi dal libro, notai un cielo blu scuro dal finestrino, le stelle stavano per spuntare e la luna aveva già fatto la sua apparizione, si notava che lentamente vi stavano avvicinando all'inverno...anzi, prima all'autunno inoltrato.

Dopo un po' che la mia mente si era immersa nella lettura, una strana sensazione mi pervase...come se qualcuno mi stesse osservando o che comunque ce l'avesse con me.

Alzai gli occhi dal libro davanti a me, e iniziai a guardarmi intorno, cercando di non dare troppo nell'occhio essendo che non sapevo quanta gente fosse scesa e chi fosse rimasto.

Le mie pupille saettarono da un posto all'altro finché... non ne incrociai un paio molto scure, che mi stavano scrutando con una certa intensità, curiosità?

No, fastidio.

Ma non potei fare nulla, avevo una certa nube di sfortuna che mi perseguitava da quando ero bambina. Ormai ero così pessimista che se mai mi fosse accaduto qualcosa di bello, non ci avrei quasi nemmeno creduto.

Will you be my symphony?Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt