HABERE NON HABERI

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Al Vinyl Room si prospettava una giornata come un'altra. Jungkook non stentava a prospettare un gruppetto di ragazze attente ad ascoltare il nuovo album di Mariah Carey o quel vecchio signore decrepito che chiedeva incessantemente la nona sonata di Beethoven.

Il campanellino sulla porta suonò, Jungkook sollevò lo sguardo dall'ennesimo numero di Spiderman e venne catturato da un familiare chioma violacea, leggermente sbiadita e cresciuta di lunghezza.

«Woah, che faccia. Di certo qui non ci si diverte.»

Heejin stava crescendo rapidamente. Manteneva il suo solito viso da ragazzina, pulito e sbarazzino, ma nei suoi lineamenti si scorgeva una crescente maturità.

«Ciao, ragazzina. Cosa posso fare per te?»

Jungkook osservò la sorellina di Taehyung appoggiare i gomiti al bancone del Vinyl Room e guardarlo negli occhi. La felpa troppo larga le scivolò sulle braccia, il cappellino arancione le inghiottiva la testa, il rossetto nero faceva splendere la dentatura bianca.

«Lungi da me intromettermi nella love story di mio fratello, ma so cos'è successo.»

Un'espressione fintamente disgustata nacque sulla faccia di Jungkook, che tornò a godersi il suo fumetto. «Ci hai spiati per caso? Perverso.»

«Me ne ha parlato.»

«Ma non sa che sei qui.»

Il sorriso angelico di Heejin, che poteva intravedere con la coda dell'occhio, lo fece sghignazzare. «Non ho un feticcio per rischiare la vita in questo modo.»

«Suvvia, tuo fratello non è così spaventoso. Ti rimprovererebbe solamente.»

«I suoi rimproveri durano eoni. No, grazie.»

Jungkook umettò l'indice per cambiare pagina. «Cosa ci fai qui?»

«Non ascoltare quello che dice Taehyung.»

Finalmente attirò la sua attenzione, invitandolo a guardarla. Heejin aveva perso il sorrisetto furfante. «E cosa dovrei fare, ragazzina? Allungare le mani e scoparlo in modo non consensuale?»

«Idiota! Non intendevo quello. Sto parlando del modo che ha di allontanare le persone.»

«Oh, l'ho perfettamente notato. Ne so qualcosa sul carattere cangiante di tuo fratello... A dir poco odioso e meschino.»

Heejin appoggiò le guance fra le mani, scrutandolo da sotto le lunghe ciglia. «Spesso le persone dicono il contrario di ciò che pensano. Bene, lui è una di quelle persone. Non si fida di nessuno e se ti concedesse il suo cuore – Dio, è proprio sdolcinata come cosa! – ha paura di rimanerne ferito.»

Jungkook non schiodò l'attenzione dal viso di Spiderman. «Ho notato anche questo.»

«Non pensare a lui solo come il migliore sul ring o stronzate del genere. È un ragazzo molto sensibile. Sarà difficile conquistarlo, ma sono sicura tu ce la possa fare.»

«Se me lo dice la sua piccola sorellina innocente, allora deve essere così. Oggi ti annoiavi e hai deciso di interpretare Cupido?» Il tono disinteressato fece sbuffare Heejin.

«Puoi anche comportarti da stronzo, però so che ti importa.» La diciassettenne si allontanò dal bancone, avvicinandosi alla porta d'ingresso. «Pensaci su, okay? Taehyung non ti odia. Detto fra noi, e solo fra noi, gli piaci un po'. Ciao!»

La chioma violetta di Heejin sparì oltre il marciapiede. Jungkook finalmente distolse lo sguardo dal fumetto, puntandolo dapprima sulle librerie di cd d'innanzi a sé. Un sorriso si fece spazio sul suo viso.

LA LEGGE DEL PIÙ FORTE // vkookWhere stories live. Discover now