❤️Fiveteen❤️

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"Ocon che cazzo di fine avete fatto?"
"Ma che significa che vi siete andati a fare una passeggiata?"
"Mi spieghi che problemi hai?"
"Mi prendi per il culo? Che diavolo centro io se lei ti ha schiaffeggiato?"
"Quindi spiegami, per fargliela pagare ci devo entrare pure io? Ma ti senti quanto parli? Non hai più tre anni, cresci coglione."
Ridacchio quando la telefonata finisce, buttando la cenere a terra.
"Scommetto che Max lo ha fatto sapere a tutti che è durato poco." Dico e lo sento sbuffare.
"Non gli importa se è durato poco, ma del tuo schiaffo." Dice appoggiandosi con la schiena allo sportello della macchina intanto che copre i suoi occhi con gli occhiali da sole.
"Ops." Scrollo le spalle tornando a guardare le auto e buttando la sigaretta distante da me.
Il mio telefono squilla dentro la borsa e lo prendo immediatamente.
"Aloha."
"Pierre è ancora vivo?"
"Si Max."
"Fammelo sentire."
"Gasly di ciao." Pierre si avvicina al telefono e dice ciao e sento il respiro di Max calmarsi.
"Ocon ci ha incastrati al cinema, quindi tu dovrai restare con Pierre ancora per tre tre."
"No ti sbagli perché siamo arrivati all'hotel, quindi adesso io vado dentro faccio il checkin e poi vado alla ricerca di Ricciardo."
"Ocon ha detto."
"Non mi frega nulla di quello che dice, non faccio nemmeno quello che dicono i miei genitori e secondo te faccio quello che dice lui? Na-ah. La mia camera quale è?"
"Di a Pierre di portarti alla sua."
"Se volete fare come genitori in trappola cascate male perché gli do fuoco prima."
Pierre fa un passo all'indietro allontanandosi maggiormente da me.
"No idiota, la tua camera sta davanti alla sua."
"Ah ok, allora nessuno morirà bruciato, siamo tutti felici."
"Quanto ci metti prima di scoppiare?"
"Ho ancora dieci minuti."
"Le camere non sono insonorizzate."
"Troverò un altro modo."
"Cerca di non farti male."
"Contaci."
Quando la telefonata con Max finisce poso il telefono in borsa e prendo la valigia trascinandola verso l'entrata dell'hotel.
Quando arrivo nella hall, faccio il chekin lasciando i miei documenti e seguo Pierre in religioso silenzio per le scale che portano al nostro piano.
Lo vedo avvicinarsi alla porta numero 323 e ci entra dentro quindi io poggio la mia chiave elettronica alla porta numero 325 ed entro dentro la stanza.
Poggio tutte le mie cose di lato e mi vado a sedere al centro del letto, prendo il cuscino e lo poggio sulle mie gambe. Dopo aver preso diversi respiri profondi, inizio a colpire il cuscino con entrambe le mani con tutta la forza che ho fino a quando le braccia e le mani mi implorano di smettere per il dolore che gli ho procurato.
Mi alzo, risistemo il cuscino, asciugo le lacrime dalla rabbia e nervoso con la manica della giacca e vado in bagno; mi spoglio, metto tutti i vestiti dentro un cesto, riempio la vasca di acqua bollente e bagnoschiuma e mi immergo dentro di essa fino al collo, chiudendo gli occhi, rilassandomi per la sensazione dei muscoli che si sciolgono e quindi non sono più tesi.

Dopo il bagno rilassante, prendo l'intimo, una gonna a vita alta nera, un crop top del medesimo colore e metto ai piedi le mie super star vecchissime; asciugo i capelli e mi trucco con un filo di mascara e una linea sottile di eyeliner e concludo il tutto con un rossetto rosso fuoco.
Nel momento in cui torno nella stanza, bussano alla porta. Quando vado ad aprire mi ritrovo davanti Daniel Ricciardo insieme a Carlos Sainz e Lewis Hamilton.
"Salve." Sorrido guardando i tre.
"Salve a te, dea scesa in terra per abbagliarci con la tua bellezza." Risponde Carlos prendendo la mia mano lasciando un bacio sul dorso di essa.
"Okay questo è strano." Borbotto facendo scoppiare a ridere Lewis.
"Tu sei la famosa ragazza che ha steso Ocon in un bagno." Dice Carlos ed io annuisco.
"Mi stai già simpatica." Ridacchio guardandoli.
"Uhm cosa siete venuti a fare?"
"Volevamo chiederti se ti andava di fare un aperitivo con noi." Dice Daniel ed io annuisco immediatamente.
"Purché ci sia dell'alcol." Rispondo ed i tre annuiscono nello stesso istante.
Carlos poco dopo si gira e bussa alla porta di Pierre il quale va ad aprire pochi minuti dopo con un solo asciugamano in vita, completamente bagnato dalla doccia fatta.
Ingoio a vuoto e rientro nella mia stanza per prendere la borsa con il telefono, le sigarette e il portafogli.
"Pierre ha detto che ci raggiunge appena ha finito, quindi possiamo andare." Dice Carlos sorridendo ampiamente.

Se è destino, tutto può accadere. ✅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora