5. parola per parola

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Sbatto la testa sul tavolo della Sala Grande davanti al foglio con la fatidica domanda che Zucchero Filato ci ha assegnato.
Di solito cerco di fare tutti i compiti subito così poi ho tempo per fare ciò che mi pare, come si dice? Prima il dovere, poi il piacere.
Non sono così secchiona da provare piacere nello studiare, però il mio senso del dovere è troppo forte perché io ignori la mole incombente di compiti assegnateci dai professori. 

Sollevo lo sguardo dalla mia pergamena bianca solo quando Albus fa cadere con violenza il libro di Storia della Magia sul tavolo Grifondoro proprio accanto alla mia nuovissima pergamena comprata, per l'appunto, giusto ieri

«Ancora alle prese con quell'esercizio?» ridacchia, vedendomi in difficoltà.
Siamo sempre stati molto legati, fin da bambini, da un rapporto molto fraterno ma allo stesso tempo irritante. È fastidioso sapere che qualunque scusa o bugia io possa inventare Albus saprà sempre smascherarmi senza difficoltà. 

Una delle sue caratteristiche che preferisco, però, è il fatto che non si sia mai permesso di intromettersi nella mia vita sentimentale (non che la cosa richieda molto impegno o fatica visto che rasenta a zero).
James e Fred, invece, non si fanno problemi a terrorizzare i pochi e coraggiosi ragazzi che si avvicinano alla parte femminile della famiglia Weasley.

Nonna la trova una cosa dolce, io mi sento come mi stessero pisciando attorno per segnare il loro territorio.
Che schifezza il maschio medio adolescenziale. 

«Già. Mi sembra di girare attorno al problema, ma senza trovare mai la soluzione» sospiro posando la piuma accanto alla mai pergamena intatta per miracolo vista la grazia con cui mio cugino mi si è seduto accanto.

La Sala Grande oggi è stranamente piena, forse perché è venerdì e domani si gioca la prima partita del torneo di Quidditch e sono tutti eccitati per l'inizio della stagione sportiva. Ormai siamo agli inizi di Ottobre, inizia a fare freddo sulla torre di Corvonero e nei sotterranei di Serpeverde, per cui la maggior parte degli studenti si riversa al caldo e lontano dagli spifferi d'aria dei dormitori.

«Forse dovresti solo prenderti una pausa, è tutto il pomeriggio che studi» osserva con occhio critico lasciandomi una carezza dolce sui capelli. 

«Hai ragione, come stai? È da un po' che noi due non ci facciamo una bella chiacchierata» forzo un sorriso per non lasciare trapelare la stanchezza che si cela dietro il mio volto. Da quando Albus mi ha interrotto mi sembra che i miei sensi si siano ovattati e che il calduccio dovuto al camino nella sala sia proprio del torpore giusto per fare un bel sonnellino.
Dovrei iniziare ad andare a dormire alle 9, ne gioverebbe la mia pelle e la mia salute mentale. 

«In realtà...in realtà mi sa che non parleremo nemmeno questa volta, c'è Lily che sta venendo infuriata in questa direzione e mi sa che ha scoperto che sono stato io a colorarle i capelli di blu ieri. Scappo, prega per me, addio» faccio a malapena in tempo a percepire le sue parole che scatta in piedi e corre verso l'uscita mentre una giovane Potter parecchio incazzata si dirige verso di noi con la bacchetta sguainata.

Se c'è una cosa che ho capito in tutti questi anni di convivenza è che non bisogna mai schierarsi contro Lily. Mi limito ad urlargli dietro un «Buona fortuna per la tua fuga!» e ricevere in cambio un irritato «Ne avrà bisogno!»

Ridacchio mettendo i libri di Babbanologia nella tracolla e tirando fuori Narciso e Boccadoro. Di solito mi bastano pochi giorni per finire un libro, ma questa volta è diverso, me lo voglio gustare fino in fondo visto il tempo che ho impiegato per poterlo avere tra le mie mani. 

Sorridendo, seguì con lo sguardo Boccadoro, che correva confuso e cercava, strada facendo di ravviarsi con le dita i biondissimi capelli scompigliati.
Boccadoro era persuaso che la prima azione della sua vita in convento fosse stata una sciocchezza molto sconveniente; e quando cercò e raggiunse i suoi compagni a cena, si sentiva alquanto mortificato. Invece fu accolto con rispetto e cordialità, si riconciliò cavallerescamente col suo nemico, e si sentì subito benvenuto in quella cerchia.

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