2.Narciso e Boccadoro

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Il sabato mattina è uno di quei momenti della settimana scolastica in cui mi è severamente vietato svegliare Jeanine per andare a fare colazione in Sala Grande prima delle dieci e mezza. Io, al contrario, detesto dormire fino a tardi o svegliarmi quando ormai il sole è alto perché mi sembra di aver buttato una giornata intera a fare il nulla più assoluto. 

Mi piace crogiolarmi nel silenzio in cui Hogwarts, alle otto della mattina, è immersa mentre faccio colazione con dieci tipi di torte diversi e bevo il mio latte corretto con del cioccolato. Di solito a quest'ora gli studenti sono pochissimi, la maggior parte dei quali ne farebbe anche a meno se non fosse per gli allenamenti di Quidditch o per darsi ad un weekend di studio matto e disperatissimo in vista di probabili verifiche nel corso della settimana.

Io faccio parte di una terza categoria di allievi -i più rari e strani, a detta di molti miei amici-, quelli che si alzano presto per puro sfizio personale e che amano fare un salto in biblioteca quando tutto il resto del Castello inizia a svegliarsi e a scendere per fare colazione.

C'è qualcosa di immensamente stupendo nel camminare per i corridoi e sentire solo il rumore dei propri pensieri oltre al chiacchericcio sommesso dei quadri anch'essi ancora mezzi addormentati, nel spalancare piano, in punta di piedi, l'immensa porta in legno che dà accesso alla biblioteca e nel respirare l'odore di pergamena che investe chiunque entri.

La sala è pervasa da una luce a tratti innaturale e l'odore di libri vecchi e di pagine ingiallite mi solletica le narici. Il profumo della felicità. 

«Ciao, Rose!» Madama Prince mi sorride dolcemente non appena varco la soglia e mi avvicino al suo bancone. Nonostante i capelli bianchi e il tono di voce sempre calmo e pacato, rimane una delle vecchiette più vivaci io abbia mai incontrato. Esclusa nonna Molly, naturalmente.

«Buongiorno, sono venuta per restituire un paio di libri.» dico aprendo la mia borsa a tracolla e porgendole i due volumi che peseranno almeno quanto lei. Eppure Madame Prince non fa una piega e con le sue esili braccine bianche posa i due tomi accanto a sé. Per l'età che ha, dimostra molto meno dei suoi anni. 

Sono pochi gli studenti che hanno il permesso di poter tenere i libri in prestito anche durante l'estate ed essere la figlia di Hermione Granger -topo da biblioteca per eccellenza e Salvatrice del Mondo Magico- ha fatto in modo che io fossi tra questi.

A volte essere l'erede di due terzi del Golden Trio ha i suoi vantaggi.

«La scuola è iniziata da meno di due settimane...» mi rimprovera con tono gentile mentre mi avvicino ai vari libri alla ricerca di ciò per cui mi sono fatta più di metà Castello a piedi.

«Lo so, ma questo libro lo voglio leggere da una vita solo che qui è sempre in prestito...» dico sfiorando con un dito leggero i vari titoli impolverati posti sul ripiano più alto. «Dove posso trovare...?»

«Prova a vedere se lo trovi su quello scaffare.» ancora una volta non servono le parole con Madame Price. Oltre ad essere una vecchina, come dire, interessante, è anche un ottima Legillimens nonostante l'età.

Annuisco dirigendomi nella corsia dei libri babbani e trattengo il fiato nel vedere la scena che mi si presenta davanti.

Appoggiato di spalle alla libreria, Scorpius Malfoy si passa una mano tra i capelli biondissimi con lo sguardo perso tra le pagine di un libro. Il mio cuore perde un battito nel leggerne il titolo. Narciso e Boccadoro di Herman Hesse. Il libro che stavo cercando.

Mi rendo conto di essere rimasta ferma a guardarlo per almeno un minuto solo quando lui si volta a guardarmi sorpreso, gli occhi azzurro-grigi spalancati.
Il mio sguardo scivola velocemente a terra, verso i suoi piedi, dove giace la matita che teneva i miei capelli indomabili legati in uno chignon.

Che figura di merda.

Faccio un passo avanti con le guance colorate di un rosso talmente scarlatto da confondersi con il colore dei miei capelli, ma Scorpius è più veloce di me: si china e la raccoglie.
Le sue mani bianche come il latte stringono la mia matita tra le dita affusolate e io non posso fare a meno di paragonarlo ai miei cugini, è così diverso dal loro.
James non l'avrebbe mai fatto. Un gesto troppo galante per uno come lui, avrebbe sicuramente girato i tacchi e se ne sarebbe andato additandomi come pazza psicopatica mentre Albus l'avrebbe raccolta solo per guardare sotto la gonna della povera malcapitata.

«Grazie» balbetto cercando invano di ricompormi. Vorrei sotterrarmi, giuro, eppure per qualche strano motivo non riesco ad andarmene. E' triste che io arrossisca in questo modo per una semplice gentilezza?

«Hai bisogno di qualcosa?» mi chiede con una punta di divertimento nello sguardo. Scorpius Malfoy trasuda eleganza e gran classe da tutti pori e io mi sento piccola come una formica accanto a lui.

«Sì, io ehm...» farfuglio in preda all'imbarazzo. Okay, è sempre stato un ragazzo carino a mio parere, ma un conto è guardarlo da lontano un altro è ritrovarselo a pochi passi di distanza, tre palmi scarsi dal mio viso.

«Cosa?» sorride ancora stirando le labbra rosee mentre io cerco di sembrare disinvolta. Mi sento di aggiungere inutilmente.

«Ecco...il libro che stai leggendo...l'hai finito?» indico il romanzo che il Serpeverde tiene tra le braccia, d'altronde è quello il vero motivo per cui sono venuta in biblioteca. 

«L'ho già letto tre volte, perché?» chiede sinceramente incuriosito.

«Vorrei leggerlo, puoi lasciarmelo?»

Tentenna qualche secondo, ma poi annuisce in fretta. «Certo, tieni. Dimmi cosa ne pensi quando lo finisci, è il mio libro preferito.»

Nel momento esatto in cui il volume passa dalle sue dita pallide alle mie fredde come il ghiaccio la testa di mio cugino Albus fa capolino dallo scaffale alla mia destra. Sobbalzo sentendomi improvvisamente colta con le mani nel sacco, il che è assurdo perché non stavo mica flirtando con il suo migliore amico e non c'è nessunissimo motivo per cui io in questo momento sia in preda ad un attacco di tachicardia.

«Scorpius! Ci metti ancora molto? Devo andare in bagno.» Albus sbuffa impaziente e mette su il broncio come un bambino troppo cresciuto. «Oh, ciao Rose.» Il suo sguardo scatta da me a Scorpius parecchie volte, ma si limita ad alzare gli occhi al cielo e a non dire nulla. Sollevo le sopracciglia sorpresa dal fatto che per una volta abbia scelto di non sottolineare il mio più che evidente imbarazzo, che abbia preso una botta in testa e si rinsavito del tutto?

«Arrivo.» replica semplicemente il biondino e prima di andarsene mi regala ancora un'ultima occhiata «Beh, è stato un piacere.»

Sorrido nascondendo il rossore sulle mie guance dietro a Narciso e Boccadoro. «Grazie mille per il libro.»

«Figurati.»

Invisible String | ScoroseWhere stories live. Discover now