3. tranquilla, rose

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«Detesto avere le lezioni di Trasfigurazione della McGranitt alla prima ora, non sono mai abbastanza sveglia per affrontarla.» sbuffa Jeanine camminando al mio fianco dopo una lunga, lunghissima, mattinata di scuola.

Sorrido cercando di evitare di gli occhi al cielo per l'ennesima volta da quando sono iniziate le lezioni a questa parte. Jasmine sa essere una vera palla al piede quando si sveglia dalla parte sbagliata del letto ovvero circa 5 volte su 4.

«Dimmi una sola volta in cui tu non abbia rischiato di addormentarti alla prima ora.» le faccio notare con un ghigno malandrino dipinto sulle labbra. Forse ha ragione mia madre, frequento troppo i miei cugini, avrei bisogno fi un paio di settimane per disintossicarmi.

Jeanine punta i piedi a terra in mezzo al corridoio facendomi arrestare di colpo. Ma che diamine le prende ora?
«Stai dicendo che non faccio mai niente?» un'ombra di divertimento si cela malamente dietro a due pozzi neri come la pece nonostante il tono che ha usato suggerisca che si sia offesa.

Mi prendo alcuni secondi per osservarla meglio.

È bella, ma di una bellezza particolare. Non passa di certo inosservata, ma più che incuriosire, Jeanine ti mette addosso una sorta di inquietudine strana perché i suoi occhi sembrano capaci di leggerti dentro tutti i tuoi segreti più oscuri.

Schiocco la lingua sul palato. «Precisamente. Prima o poi ti becchi una punizione coi fiocchi.»

«Non fare la noiosa.» sbuffa ricominciando a camminare.

Fa per aggiungere qualcosa, ma la interrompo prima ancora che possa aprire bocca. «Ma perché tutte le volte che vi faccio notare qualcosa dovete paragonarmi a mia madre?!» sbotto passandomi una mano tra i miei ricci indomabili. Lo chignon di stamattina non ha avuto una lunga vita.

Jeanine sbatte le ciglia in paio di volte mordendosi le labbra per non scoppiarmi a ridere in faccia.
«Io non ho detto nulla di tutto ciò.»

«Lo stavi per dire.» le lancio un'occhiataccia fermandomi davanti all'Aula di Storia della Magia.

«Forse. Hai visto Albus da qualche parte? Deve aiutarmi con Pozioni, sai che faccio schifo in quella materia.» asserisce sistemando meglio la tracolla sulla spalla. Le ho proposto di fare un incantesimo per alleggerire la borsa, ma lei ha detto di saperlo fare benissimo da sola, quindi ho abbandonato l'idea.
Non serve che dica che non c'è riuscita.

«Siamo state insieme tutto il giorno, ti pare che possa sapere dove si trova mio cugino?» alzo gli occhi al cielo per l'ennesima volta in questa interminabile giornata e mi lascio andare ad un sospiro di rassegnazione.

«Ehi, tu sai sempre tutto.»

Sbuffo. «Prova in Sala Comune Serpeverde, ma non ne sono tanto...» neanche il tempo di finire la frase che lei mi stampa un bacio sulla guancia e urlando "Grazie!" sparisce via correndo come una scheggia lasciandomi qui, da sola, nel bel mezzo della corridoio deserto.

«...sicura.» termino la frase guardando esasperata la chioma di capelli neri correre via. Immagino che anche oggi salterà lezione e che mi toccherà inventare una qualche scusa per coprirla nuovamente.

Pochi secondi dopo vedo arrivare una figura magra e slanciata, facilmente riconoscibile dalla camminata insicura e sottomessa.

«Domi! Dominique!» strillo non appena mi accorgo dei suoi capelli biondissimi inconfondibili. Magari questa volta riuscirò a parlarle.

«Aspetta!» la prendo per il polso facendola voltare verso di me di scatto quando tenta di sorpassarmi. Alcune ciocche le ricadono davanti agli occhi, ma lo spettacolo del suo viso scavato e segnato dalla stanchezza non mi passa inosservato. Oh Domi. Che ti sta succedendo?

Non mi lasciare, Domi, non mi lasciare. Ho bisogno di te. Non solo io, anche James, Albus, Lily, e Louis? A Louis ci pensi ogni tanto? Come farebbe quel piccoletto senza la sua più fidata sorella?

Domi socchiude gli occhi piano come se io fossi come il sole la mattina presto, come se non riuscisse neppure a guardarmi negli occhi per paura che io capisca troppo.

«Rose...devo scappare.» sussurra a bassa voce anche se qui ci siamo solo noi. È fatta così, silenziosa e succube del labirinto di segreti che si è costruita attorno. Ma a quale prezzo? Qual è il prezzo che stai pagando? Le occhiaie viola sul tuo volto o il fisico talmente magro da poter vedere tutte le tue costole attraverso la divisa di scuola?
Dimmelo Domi, e ti giuro che non sarai più sola perché nel momento stesso in cui mi confesserai tutto, il tuo dolore, la tua sofferenza sarà spartita equamente tra di noi.

«Sì, lo so, hai tremila cose da fare e sei sempre impegnatissima, ma voglio solo sapere come stai.» replico rapidamente lasciandole andare il polso. La sua pelle bianchissima è gelida a contatto con le mie dita calde.

«Bene, perché?» chiede sinceramente sorpresa. Curioso come a volte Domi sembri non ricordare tutto ciò che è successo d'estate. Per quanto mi riguarda, invece, i ricordi sono impressi come un tatuaggio permanente nella mia mente e mentirei se dicessi di non sognarmi una volta alla settimana il mare di sangue in cui era immersa fino al collo.

«No, nulla...scusa»

Sulle sue labbra spunta un timido sorriso che fa spazio ad uno strano sguardo che fa scintillare i suoi occhi celesti. «Non ti devi preoccupare. Se dovesse cambiare qualcosa sarai la prima a cui lo dirò.» tenta di rassicurarmi invano.

«A James hai detto lo stesso?» chiedo con una punta di amarezza nella voce.

«Cosa?» finge un minimo di incertezza anche se dovrebbe sapere da tempo ormai che io sono sempre mille passi avanti agli altri cugini.

«Che sarà il primo a cui lo dirai»

Dominique scoppia a ridere in modo leggero accompagnando la sua risata a un sorriso rassicurante. Le labbra spiccano sul suo volto come i miei capelli in mezzo agli studenti di Hogwarts.

«Tranquilla, Rose. Ora devo proprio andare.» E così com'è arrivata scivola via silenziosamente, davvero troppo silenziosamente, riacquistando la sua solita aria triste ed abbattuta.

La salverò, lo giuro. Non lo farò solo io, sono sicura che al mio fianco ci sarà tutta la mia famiglia perché noi Weasley ci sosteniamo sempre l'un l'altro. Se uno cade gli altri lo aiutano a rialzarsi e lo rimettono in piedi, poco alla volta, è vero, ma ci siamo sempre riusciti e Domi, la grande ma fragile Domi, non farà eccezione.


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