1. patate dolci

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Se c'è una cosa che ho sempre amato fin dal primo anno ad Hogwarts è il giovedì sera. La scuola è iniziata da meno di una settimana, ma l'atmosfera che si respira è simile a quella di un qualsiasi mese scolastico. Insomma, sembra che le lezioni siano iniziate già da mesi e che ormai gli studenti ci abbiano fatto l'abitudine. La McGranitt ha già assegnato i primi compiti di Trasfigurazione e Albus ha già fatto la prima nottata in bianco sui compiti estivi che ovviamente non ha fatto.

Comunque, tornado al principio, fin da quando ero una piccola pargoletta terrorizzata dai Serpeverde più grandi di me ho sempre avuto una sorta di dipendenza psicologica dal giovedì. Il motivo? Beh, a cena ci sono le patata dolci, il mio vizio preferito, ed essendo figlia di Ron Dammi La Tua Coscia Di Pollo Weasley non posso fare a meno di abbuffarmi sul mio piatto preferito.

Prendo un bicchiere d'acqua mandando giù un boccone esageratamente grosso e mi sporgo un po' in avanti per poter vedere il tavolo dei Serpeverde. Albus ha la testa infilata in un libro più grande della sua faccia mentre con la piuma scrive a più non posso su una pergamena.
Ghigno malignamente a quella scena. Ben gli sta. Poi però, per fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista, il mio sguardo si sposta sul ragazzo a fianco a lui.

A discapito di tutte le apparenze e pregiudizi, Scorpius Hyperion Malfoy è un ragazzo estremamente tranquillo. Non penso di averlo mai visto arrabbiato o perlomeno irritato per qualcosa. Cordiale con tutti, anche con quelli con cui non dovrebbe esserlo, se ne sta sempre sulle sue. Mi chiedo ancora come abbia fatto a diventare amico di un pazzo scalmanato e bipolare come Albus.

Scorpius sta palesemente ignorando le suppliche di mio cugino mentre gira una pagina del libro che sta leggendo. Strizzo un po' gli occhi, ma è troppo lontano e non riesco a leggerne il titolo.

Non passa giorno senza che io mi chieda come abbia fatto un tipo del genere a finire in Serpeverde. In realtà credo che se lo chieda anche lui.

«Lo stai facendo di nuovo.» quando la mano di Jeanine si posa sulla mia spalla non posso fare a meno di sobbalzare riprendendo a mangiare le mie amate patate.

«Non è vero.» replico convinta masticando un boccone più grande della mia stessa bocca. Okay, ogni tanto -ogni tanto ho detto!- mi capita di fermarmi a guardare quel biondino, ma è solo perché non è possibile che sia sempre così tranquillo. Non ha battuto ciglio nemmeno quando James per sbaglio gli ha fatto saltare in aria il suo libro di Pozioni. E sappiamo tutti quanto quel ragazzo ami quella materia.

«Sì invece. Questa cosa ti sta sfuggendo di mano.» La scuola è iniziata da quattro giorni e io mi sono già fatta sgamare a fissare Malfoy. Dovrei stabilire un nuovo record.

«Ma di che parli?» fingo un minimo di incertezza. Jeanine è mia amica da tanti anni, le voglio un bene dell'anima, ma non è proprio una tipa sveglissima.

Lei mi lancia un'occhiata eloquente e indica il mio piatto. «Le patate dolci non ti fanno bene, lo sai.»

Come volevasi dimostrare.

«Lo dici solo perché tu non le puoi mangiare.» mi lascio andare ad un sospiro di sollievo mentre lei mi lancia un'occhiataccia gelandomi sul posto con i due pozzi color pece che ha al posto degli occhi.

«Ti odio.» asserisce sbuffando. Io e Jeanine ci siamo conosciute al terzo anno in infermeria, io perché ho mangiato troppe patate e ho finito per vomitarle sui piedi di Lumacorno, lei perché ha scoperto di esserne allergica.

L'ho sempre detto che le patate dolci sono un segno del destino, mandate direttamente da Merlino in persona sulla Terra per rendere la mia vita in po' meno un inferno.

Così ogni giovedì io mi mangio pure la sua porzione mentre lei soffre in silenzio.

«Dici sempre così, ma so che in realtà mi adori, cioccolatina mia.» le faccio la linguaccia rispolverando uno dei soprannomi più imbarazzanti mai visti mentre mi arriva dritto in faccia un pezzo di pane. Uno dei primi fidanzati di Jeanine insisteva nel chiamarla così per via della sua pelle cappuccino che tradisce le sue origini egiziane.

«Ti sopporto, è diverso.»

«Ah, lo vedi! Stavi mentendo!» esclamo puntandole il dito contro.

Qualcuno mi posa un braccio sulle spalle e so per certo che è James perché il suo ciuffo castano indomabile mi solletica il collo e una mano mi ha appena rubato il budino dal mio piatto. «Chi mente? Rose, ma stai di nuovo mangiando le patate dolci?»

Sbuffo levandomi il suo braccio di dosso «Ma perché oggi dovete tutti disturbare la mia cena?»

«Perché è divertente vedere come ti abbuffi quando Lily non ti vede.»

«Stai zitto James, sai meglio di me che se ti vedesse mangiare quel budino non ti farebbe giocare a Quiddich per almeno due settimane.» gli punto la forchetta contro con aria minacciosa, ma non posso evitare di sorridere quando lo vedo cedere il budino senza proteste alla mia amica che gli regala un sorriso.
Incredibile come questi due abbiano fatto amicizia più velocemente di me.

«Non capisco come faccia tua cugina ad avere un così grande ascendente su di te.» mormora Jeanine con la bocca piena di cibo e il naso sporco di cioccolato.

«È perché non l'hai mai vista davvero arrabbiata.»

Rabbrividisco quando l'immagine di Lily con gli occhi imbufalliti, la faccia rossa come un peperone e i capelli che le volano da tutte le parti mi si palese davanti agli occhi.

«A proposito di cugine, qualcuno sa dove sia finita Dominique?» chiede James con una nota d'ansia nella voce.

«Non la vedo da martedì e a cena non c'è, sono un po' preoccupata.» ammetto stringendomi nelle spalle. Quest'estate ha fatto preoccupare tutti quanti e mamma mi ha fatto promettere prima di partire di tenerla d'occhio per zia Fleur.

«Pensi che stia di nuovo male?»

Jeanine posa una mano sulla spalla di mio cugino in un vano tentativo di consolarlo. «James, voi potete aiutarla quanto volete, ma da lì in poi deve procedere da sola.»

«Lo so, ma a volte mi sembra davvero troppo distante.»

«Non puoi continuare a cercare di salvare qualcuno che non vuole essere salvato.» sussurro a bassa voce anche se effettivamente nessuno attorno a noi sembra essere interessato alla nostra conversazione.

James però non sembra essere del mio stesso parere e lo vedo da come mi guarda che l'immagine di Dominique stesa a terra priva di sensi è ancora vivida anche nella sua mente. «Ma tutti hanno bisogno di qualcuno che le aiuti, sempre.»

«Forse ha solo bisogno di starsene un po' da sola.» interviene Jeanine cercando di trovare un compromesso.

«Lo spero, non sono pronta a rischiare di perderla ancora.»

Mio cugino mi afferra la mano e me la stringe forte tra le sue guardandomi dritto negli occhi. «E stai pur certa che non la perderai, esattamente come non la perderò io. Perché lo sai, farei di tutto per lei, per voi

A quelle parole scatto in piedi trascinando James con me, sento sulle mie spalle il peso delle responsabilità e della promessa fatta a mamma. «Andiamo a cercarla.»

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