14. Onniscienza

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Completo nero come la pece. Cravatta bianca. Occhiali da sole scurissimi. Copricapo strambo. Niente di tutto questo. Doveva avere avuto il tempo di cambiarsi nel frattempo. Aveva scoperto un volto apparentemente ordinario, senza alcun tratto distintivo. Il viso leggermente stondato mostrava una barba ben curata e tagliata da poco. I pochi capelli d'un marrone non troppo scuro e ben pettinati e l'attaccatura decisamente alta concorrevano a mostrare una fronte molto spaziosa e poco rugosa. Senza dubbio non superava i cinquant'anni: il fisico asciutto e slanciato gli conferiva un'agilità di tutto rispetto, visibile anche mentre camminava. Aveva indosso un maglione giallo e per di più scuro. Inutile dire che se Chris l'avesse visto avrebbe rievocato nella sua memoria le piatte mura del liceo e conseguentemente avrebbe avuto il bisogno di distrarsene.

Da lì vedeva la gente scorrere via sul marciapiede in un folto viavai quotidiano, a tratti agitato e turbolento, a tratti lento e pacato. Seduto su quella panchina poteva osservare indisturbato i volti dei passanti. Una donna che spingeva un passeggino a due scomparti, probabilmente era il caso di due piccoli gemelli. Non gli ci volle molto, la riconobbe subito. La signorina Florias. Di origini spagnole, era nata nella terra dei conigli. La denominazione Spagna, secondo un'interpretazione etimologica generalmente approvata, è infatti riconducibile alla parola 'i-shphanim', in fenicio una famiglia di mammiferi estremamente simile a quella dei roditori. La donna aveva trascorso nella penisola iberica tutta la sua infanzia, fino ai quindici anni. Poi il viaggio in Italia per il lavoro del padre e la folgorazione della bellezze di quest'ultima. Si trasferì definitivamente, speranzosa di sistemarsi economicamente. Presto lasciò la casa dei genitori e si sposò con un avvocato, da cui ebbe due figli maschi gemelli, Christopher e Samuel. Tutto sembrava scorrere per il verso giusto, o almeno così credeva, fino a quando, come fulmine a ciel sereno, in una delle tante notti d'estate il marito arraffò le sue cose e sparì senza lasciar traccia di sé, come nulla fosse. Era rimasta sola e da quel giorno si prendeva cura fedelmente della prole balzando da un lavoro precario all'altro. Nemmeno Walter Fiorini che dietro di lei si affrettava a raggiungere la casa di suo fratello Nicola era riuscito nell'impresa di ritagliarsi una sistemazione lavorativa gradita. Di fatto viveva ancora insieme ai genitori e...

L'attenzione scrupolosa ai dettagli dell'occhio onnisciente di 'mister black' fu catturata improvvisamente da un'auto bianca con i fari accesi ed un pannello verde con delle scritte sulla fiancata destra. Era il crepuscolo. Roma pullulava di luci d'ogni colore ed intensità, che combattevano con un cielo in procinto di scurirsi ma che presentava ancora un ammirevole armonia di bande rosse e gialle di nuvole. Era certamente il momento più bello della giornata per gli occhi. Chris ne sarebbe stato estasiato senza dubbio. Non appena lesse sul tettuccio dell'auto "TAXI" si alzò in piedi prendendo la borsa da lavoro in pelle appoggiata vicino a lui e vi si diresse incontro.


QUANGLE. La libertà di sparireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora