Capitolo 1

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Era una giornata grigia come poche, quel tipo di giornata che preannuncia temporali e freddo polare. Il tipo di giornata in cui si deve evitare di vivere.

Iris Rose Flower, una gracile e minuta ragazza di campagna, si aggirava per le piccole dune della spiaggia, aguzzando i grandi occhi smeraldo ogniquavolta scorgeva una parvenza di verde nella vasta distesa marroncina che le si prospettava davanti.
Da quando si era traferita in quell'ambiente cosi diverso dalla sua amata cittadina Farmcountryside, Iris era entrata in crisi e cercava in ogni angolo di quella oceanosa città un piccolo dettaglio che la riportasse a casa. Fino a quel momento il destino non era sembrato d'aiuto. La sensazione di casa che cercava, infatti, se l'era dovuta creare con le sue mani.

Non appena le sue cose furono sistemate nel nuovo appartamento, la povera ragazza floreale si era precipitata a comprare un piccolo pino, che era diventato il suo migliore amico nelle seguenti 95 ore, prima di spirare, rapito dalla onnipresente sagoma di Black Death e dall'umidità poco conciliante con le sue necessità di vita. Da quel momento Iris Rose si era convinta di non poter curare e mantenere vivi quelli che erano stati i suoi migliori, e unici, amici di infanzia: gli esemplari della vegetazione di Farmcountryside.
Da giorni ormai si interrogava sulla sua sorte: che ne sarebbe stato di lei, ninfa dei boschi, rotolatrice e collaudatrice di paludi fangose, inseguitrice di albicocche rotolanti? Non c'era posto per lei ad Aqueouswater. Eppure, nonostante Iris Rose sapesse benissimo a quale luogo appartenesse, c'era qualcosa che l'aveva attirata lì, quasi obbligandola contro la sua stessa volubile volontà ad informarsi e cercare un appartamento. Un oscuro destino pendeva sulla sua testa, ma lei ne era del tutto ignara e credeva solamente che il suo istinto la stesse portando via da casa, per seguire nuovi percorsi e diventare la persona che era destinata ad essere.

In realtà, Iris non credeva realmente nel destino, infatti non era stata lei a pensare a tutta la faccenda del suo istinto che l'aveva portata lì per un motivo superiore. Quella era la sua amica Sea Ocean, una bellissima ragazza bionda con la passione per l'arte divinatoria. Riusciva addirittura a leggere il futuro di una persona semplicemente guardando di sfuggita i rimasugli della sua zuppa di pollo. Per questo Iris si trovava sulla spiaggia in quel momento. L'idea le era stata inculcata proprio da Sea, quel fatidico giorno a pranzo. Quando Iris si era dimostrata scettica, l'amica se n'era uscita con una piccola formula magica e persuadente: che male può fare? Al che Iris non aveva avuto altra scelta. La sua amica aveva ragione. A cosa le sarebbe servito stare tutto il giorno a casa a guardare programmi di contadini e agricoltura estrema anticonvenzionale?

Persa nei suoi pensieri, Iris procedette per la sua strada leggermente irregolare, fino a quando sentì un urto violento su un lato del viso, talmente forte da ruotarle la faccia. Abbassò lo sguardo e vide un pesce dimenarsi sulla sabbia. Lo fissò basita. Un pesce l'aveva appena colpita in faccia. Un pesce aveva osato scontrarsi con lei.

Scosse la testa, ancora incredula all'inverosimile. Fu in quel momento che notò un'altra cosa, qualcosa di incredibile che le fece gelare il sangue nelle vene.

Sul lato della strada che correva accanto alla spiaggia, era incastonata una roccia di medie dimensioni, grigio antracite. Ma non fu la pietra in sé ad attirare la nostra protagonista, quanto due dettagli estremamente insoliti in cui imbattersi, a lei correlati. Innanzitutto, sulla roccia era impressa una particolare scritta, inquietante e misteriosa. Essa recitava queste esatte parole: Black Death ha letto nella tua zuppa di pollo, IRF.

Iris rimase esterrefatta. Quelle erano le sue iniziali. Suo padre, addirittura, nei momenti di slancio affettivo si azzardava a chiamarla Irfy, scherzosamente. Ma come poteva Black Death conoscere il suo destino? Solo Sea Ocean aveva comprato i diritti per farlo. E anche la zuppa di pollo, poiché era stata lei ad offrire generosamente quel pasto.
Prima che il panico si impossessasse di Iris e si attorcigliasse intorno alle sue budella, un altro dettaglio alquanto destabilizzante balzò all'occhio della nostra povera protagonista. Incastonato accanto alla fatidica pietra, un po' sofferente e decisamente provato da condizioni così ardue in cui crescere, si stagliava verso il cielo una rosa gialla.

Iris rose rimase incantata per almeno due minuti, ipnotizzata da quella vista tanto accogliente. Era a casa. Tutto sarebbe andato per il meglio. Non si curava nemmeno della pioggia battente che le scorreva sul corpo e sul viso come lacrime. Lacrime di sollievo.
La ragazza alzò le braccia al cielo e riversò la testa all'indietro, accogliendo la natura in tutta la sua maestosità. Poi si gettò in ginocchio, le braccia allargate in segno di accoglienza. Voleva accogliere tutto il mondo tra le sue braccia. Si chinò sempre di più, avvicinandosi al miracolo della natura. Quel piccolo fiorellino la guardava implorante, voleva essere salvato. La roccia incisa da Black Death non faceva altro che soffocarlo.

 Voleva essere colto.

Iris, con gli occhi lucidi dalla commozione, allungò il braccio, pronta a racchiudere quella spettacolare figlia della natura nel suo palmo, tra i suoi polpastrelli...

All'improvviso, Iris venne sbalzata violentemente all'indietro e si trovò distesa sulla schiena a guardare un volto furente ed esterrefatto.

La sagoma si scostò velocemente da lei, rivelando un'imponente figura completamente abbigliata di pelle nera dalla testa ai piedi. La figura sembrava particolarmente arrabbiata.
~ Cosa diavolo credevi di fare?~ chiese lo sconosciuto urlandole addosso.


Iris, sconvolta, riuscì solamente a sbattere le ciglia e osservarlo incredula. Quell'uomo l'aveva appena placcata? Non era un reato? Ma soprattutto non aveva nessun diritto di urlarle contro mentre era vestito così. Era semplicemente un insulto al suo buon gusto floreale.

~Hai una vaga idea della gravità del tuo gesto? Delle conseguenze che ci sarebbero state? Black Death è qui, può ascoltarci, può vedere quello che facciamo. Cosa credevi? Di poter raccogliere il tuo bel fiorellino e vivere felice e contenta per il resto della giornata? Siamo segnati Iris! Come puoi non accorgertene? Quel fiore porta il marchio di Black Death su di te e su di me. Ci stavi condannando!~ Lo sconosciuto si passò stancamente la mano sul viso, sia per togliere la pioggia che per esprimere una grande costernazione. Sembrava esausto, come se non dormisse da giorni.


~Di cosa stai parlando? Chi sei tu, e come sai queste cose?~ Iris era ancora profondamente sotto shock ma non intendeva lasciar correre il comportamento di quel pazzo.
Lui, come unica risposta, si calò il cappuccio sui capelli biondo-argentati. La osservò alcuni istanti, come per assicurarsi che non provasse nuovamente a gettarsi sul fiore per sradicarlo. Poi fece alcuni passi all'indietro e mentre si allontanava le disse solamente ~ Non fare mai più una cosa del genere.~

Detto questo sparì verso la strada, lasciando Iris ad affogare nel mare di domande che le si agitava nel cervello.

Time to dieWhere stories live. Discover now