30. Colazione dai Bower

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GRACE'S P.O.V

Credo che la massima presunzione di una persona, sia quella di capire e comprendere tutto quello che la circonda.

Non è facile capire, non è facile riuscire ad entrare nel meccanismo di quella cosa che attira la nostra attenzione, che sia una persona, un oggetto, una parola, oppure un'emozione. 

Ci ho provato milioni di volte, perchè forse capire, è davvero la cosa che sto cercando di fare; vorrei capire perchè questi concetti non vogliono entrare nella mia mente, perchè questo libro mi spaventa così tanto, perchè qualcuno prima di me, è arrivato a porsi delle domande alle quali, diversamente da me, è riuscito a dare una risposta. 

Sarebbe semplice dire che i teoremi scritti fra queste pagine non hanno senso, che sono cose talmente astratte e assurde da non poter avere un fondamento, ma io so che ce l'hanno. Ogni cosa ha una ragione di esistere e voglio riuscire in tutti i modi a capire perchè questo esame per me, è diventato un incubo.

Mi sono posta la domanda tante volte, talmente tante da riuscire a elaborare nella mia mente, l'intero diagramma di flusso con le varie possibilità. Ho provato a chiederlo anche agli altri, conoscenti e non, amici lontani e vicini, ma nessuno é stato in grado di darmi una risposta degna di essere chiamata tale.

Forse perché una risposta non c'é; ci sono cose che non capirò mai, che sono fuori dalle mie possibilità di comprensione e questa, forse, é una di quelle.

Mi alzo dal letto svogliatamente, Copenaghen diversamente da quello che speravo, non é di buon auspicio per lo studio. Domani ci riproverò, Londra forse potrebbe essermi d'aiuto come ha sempre fatto.

Indosso la mia felpa preferita e mi incammino in cucina; é ancora presto e sicuramente tutti dormono, Mad e Sam compresi spero. Voglio pensare che Mad stia bene, che la notizia di Liam non l'abbia scossa così tanto, perché so che la causa sono io.

Forse ho sbagliato il momento, forse sto diventando priva di tatto ma non sarei riuscita a trattenere una notizia del genere.

"Buongiorno"

Una voce roca e assonnata interrompe i miei pensieri; é evidente che stamattina mi sono svegliata con il piede sbagliato. Sto pensando troppo.

Jamie é in piedi davanti a me con una tazza di caffè fumante fra le mani.

"Giorno, ho bisogno di caffeina"

Breve e concisa.
Non sono nota per le mie doti comunicative di prima mattina. Forse non sono per niente comunicativa, ma di mattina non mi sento nemmeno facente parte della razza umana.

"Ce n'é ancora nella moca" mi suggerisce Jamie mettendo la sua tazza a lavare.

Trascino i miei piedi in quella direzione, spinta solo dalla voglia di un caffè nero e fumante tutto per me. Lui é la mia salvezza nei momenti più bui e questo di certo lo é.

Mi riempio una tazza di caffè ancora caldo e come sempre mi soffermo ad assaporarne l'aroma. Non si avrebbe la stessa sensazione di benessere post caffè se non si annusasse il profumo prima.

Orrore. Ingiuria.

"Cos'é questa roba?" domando allontanando immediatamente la tazzina dalle mie labbra.

"La domanda vera é cosa sei tu? Quale americana preferisce il caffè espresso al caffè lungo?" ribatte Jamie perplesso.

"Io Jamie!!! Mi hai appena rovinato il risveglio, la giornata era iniziata male e adesso non potrà che peggiorare, come faccio ad iniziare con il piede giusto senza il mio caffè forte?"

A kind of magicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora