Capitolo 13

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Mi sembrò di aver dormito per mesi interi. Ero molto più rilassata e non so, mi alzai con un gran sorriso, che dopo gli ultimi giorni così stressanti non sapevo neanche da dove mi uscisse.
Castle era appoggiato sulla sua mano, col gomito sul cuscino, che teneva i suoi occhi fissi su me, accartocciata nel lenzuolo.
Gli sorrisi pronunciando un silenzioso buongiorno che fu ricambiato dal suo, molto più allegro e rumoroso.
Mi stiracchiai e mi alzai dal letto. L'unica cosa di chi avevo bisogno in quel momento era una bella tazza di caffè che avrebbe dato lo slancio giusto alla mia giornata.
<<Dove stai andando?>>
<<A fare il caffè.>> dissi voltando verso lui.
<<Non ti preoccupare tesoro>> disse baciandomi la fronte e poi continuò <<rilassati ancora un po', te lo porto a letto.>>
Sorrisi e lo ringraziai mentre lui spingeva le mie spalle verso il cuscino per farmi sdraiare di nuovo.
Ne approfittai per sbirciare il mio cellulare, vedere il meteo, e vedere se ci fossero cambiamenti sul caso.
Esposito mi aveva inviato un messaggio "Novità".
Mi alzai dal letto. Per poco non mi scontrai con Castle sull'uscio della porta della camera da letto, e per fortuna, lui tenne in qualche modo l'equilibrio del vassoio su cui giaceva la tazza ed evitò che si rovesciasse tutto.
Acchiappai il caffè al volo e lo sorseggiai velocemente.
<<Dove stai andando?>>
<<Novità sul caso.>> dissi districandomi per cercare un po' di spazio tra Castle e la porta per passare.
Arrivai al distretto, stranamente con rapidità.
I ragazzi erano intenti ad osservare qualcosa al computer. Mi incamminai verso di loro quando vidi Castle sbucare dal mio ufficio.
<<Ma come hai fatto ad arrivare prima di me?>>
<<Lo sai che quando ci sono novità su un caso io sono sempre il primo.>>
<<Ma dai!>> gli dissi dandogli un piccolo spintone. Lui, dopo aver fatto qualche passo indietro, mi mise un braccio intorno alla vita e mi avvicinò a lui. Abbassai lo sguardo e lui capì che provavo vergogna, così abbandonò la presa.
<<Ragazzi, allora, cosa succede?>>
<<Abbiamo scoperto che il conto è intestato a Katia.>>
Corrugai la fronte cercando di capire come mai la sua collega versava soldi sul conto della vittima.
<<Potete controllare gli edifici intestati alla vittima o ai suoi familiari?>> disse Castle che, come al solito, sembrava più detective di me.
<<Pensi anche tu a quello che penso io?>> aggiunsi voltandomi verso lui.
<<Penso solo che lei non ci abbia raccontato tutto.>>
Annuì, voltandomi verso il tabellone cercando di capire qualcosa riguardo questa storia.
<<Ragazzi abbiamo i risultati.>>
<<Guarda qui>> disse Castle indicandomi una minuscola cella di una tabella sullo schermo.
Mi abbassai per leggere meglio. L'indirizzo che Castle mi aveva indicato mi fece sobbalzare. Mi voltai verso di lui e ci sorridemmo. Avevamo capito.
<<So chi è l'assassino!!>> esclamammo all'unisono.
Ryan e Esposito, nonostante ormai si fossero abituati alla nostra "connessione mentale" continuavano a non seguirci e a non capire nulla.

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