Capitolo 13

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David deglutì, mentre Freddie strizzò un occhio nella direzione di Jim e spinse in avanti Mick. "Ragazzi, ora, se permettete, io e Jim avremmo qualche arretrato.", affermò il cantante, facendo arrossire il barista.

Quest'ultimo sapeva benissimo che non avrebbero fatto nulla, in quanto dovevano restare a disposizione per separare Mick e David in caso di litigio, ma era comunque in imbarazzo per quell'allusione, alla quale seguì una risatina nervosa di David.

"Siete proprio... siete proprio sicuri? Non è che, ecco...", iniziò il biondo, ma sobbalzò quando Mick lo interruppe.

"Io penso proprio che noi due dovremmo parlare, invece, David.", lo rimproverò guardandolo con occhi di ghiaccio.

Jim si allontanò piano da David, osservandoli. Erano come preda e predatore, eppure non si riusciva bene a capire chi fosse il cacciatore e chi il braccato.

"Non ho un cazzo da dirti, Jagger.", rispose gelido l'altro.

Mick digrignò i denti all'utilizzo del suo cognome. "Seriamente, Bowie, non fare lo stronzo.", gli disse.

"Io, lo stronzo? Io?", replicò il biondo.

A questo punto il leader degli Stones non ci vide più dall'indignazione. "Sì, tu. Chi è quello che, dopo avermi baciato, è scappato, senza nemmeno darmi uno straccio di spiegazione? Chi ha fatto finta che io non esistessi, chi mi ha trattato di merda per cinque cazzo di anni, ogni volta che ci siamo visti, solo per la paura di affrontare l'argomento?", lo aggredì Mick, alzando la voce.

Il barista si portò al fianco di Freddie, che dolcemente gli posò una mano sulla schiena. "Lasciamoli soli, caro.", mormorò al suo orecchio, dandogli poi una pacca sul sedere. Jim annuì, seguendolo fuori e chiudendo la porta.

Rimasero là, in piedi, senza sapere che cosa dire ed ascoltando le urla dei due fino a quando Freddie non sorrise, languido, nella direzione dell'uomo. "Dato che siamo soli... approfittiamone.", sussurrò, fiondandosi sulle sue labbra.

Jim accolse con piacere questo contatto, portando le sue forti braccia sulle spalle dell'altro e stringendolo a sé.

Nel frattempo, nella cucina di Freddie sembrava che si stesse combattendo la terza guerra mondiale. Mentre i due amanti si baciavano appassionatamente, con la schiena di Freddie contro il legno della porta, Mick e David si guardavano con astio, urlandosi dietro senza nemmeno ragionare.

"E chi è stato quello che, in mezzo a tutta quella gente, mi è saltato addosso?", rispose David, facendo un passo verso Mick. "Chi è il coglione che mi ha fatto bere e poi mi ha baciato, in quella discoteca?"

Mick strabuzzò gli occhi e gli puntò un dito contro, avvicinandosi pericolosamente al biondo. "Sei tu che mi hai offerto da bere. Se non fosse per te non saremmo qua, perché io non ti avrei nemmeno calcolato e sarei andato da un'altra ragazza, che non avrebbe fatto tutte queste storie!", esclamò, adirato.

"E se tu, con quel cazzo di bel viso, non fossi entrato nella discoteca, avresti risolto un casino di problemi."

"Problemi? Ma ti sei sentito? Non sono io quello che mi ha appena urlato che ho un bel viso.", lo rimbeccò l'altro.

David incassò il colpo, deglutendo. "Se non fosse stato per te probabilmente sarei rimasto etero, e le persone non mi discriminerebbero per ciò che sono."

Mick alzò gli occhi al cielo. "Cazzo se sei coglione. Sei bisessuale, non c'è nulla di male nell'esserlo. E non sono stato io a farti diventare così."

"Questo sei tu a dirlo, cazzo.", sbottò David, ad un passo da lui.

Al castano sembrava di parlare con un bambino. Un bambino stupendo che Mick avrebbe baciato senza alcun problema, in quel momento.

"E poi, quando pensavo che non ti avrei più rivisto, mi hai portato a letto con te.", continuò David.

A queste parole Mick strabuzzò gli occhi. "Non sono io quello che mi ha baciato in quel bar, davanti a tutti."

"Ero ubriaco.", si giustificò debolmente il biondo, continuandolo a guardare negli occhi.

Mick lo guardò con sfida e puntò un dito verso di lui. "E pensi che io mi sarei approfittato di te, ubriaco marcio? Pensi che non potrei scoparti quando sei sobrio?", gli chiese, acido.

Il biondo lo osservò con occhi di ghiaccio. "Dato che è quello che hai fatto, penso proprio questo.", commentò, guardandolo male. "Sei solo uno stronzo che si approfitta dei sentimenti degli altri."

Il cantante dei Rolling Stones deglutì, ferito. Sperava che David avesse una più alta considerazione di lui... ma probabilmente si sbagliava. "Sai che ti dico? Vaffanculo. Vaffanculo a te, che sei solo un coglione che non ragiona prima di parlare, e vaffanculo anche a me, perché la prossima volta cazzo se ti scopo. Anche senza il tuo permesso. Vaffanculo, Bowie.", sputò, veramente adirato.

David sobbalzò a queste parole amare, e restò a guardare mentre Mick si incamminava verso la porta.

Ma poi, quando ormai la mano del castano era sulla maniglia, si decise a dire qualcosa. "Aspetta, Mick...", mormorò, facendo fermare l'uomo, che aspettava semplicemente quello.

Si girò e guardò negli occhi David, aspettando che aggiungesse qualcosa.

Il biondo abbassò lo sguardo. "Scusami, non volevo urlarti contro in questo modo.", sussurrò, sinceramente dispiaciuto. "Il fatto è che...", iniziò, interrompendosi.

Mick face qualche passo verso di lui e sorrise. "Hai paura, non è vero?", chiese, dolcemente.

David annuì piano, vergognandosi di ciò che stava ammettendo. Il castano ampliò il suo sorriso e fece un altro passo verso di lui.

"David, siamo adulti ormai. Siamo pienamente consapevoli di chi siamo e di cosa proviamo... non siamo più dei ragazzi.", mormorò, a pochi centimetri da lui.

A questo punto David fece una cosa che l'altro non si sarebbe mai aspettato: fece un timido passo verso il più anziano e lo abbracciò forte, inspirando il suo profumo. "Scusami ancora.", pregò a bassa voce.

Sentì il diaframma di Mick vibrare leggermente, e dalle sue labbra uscì una calda risata. "Stai tranquillo. Ho esagerato.", mormorò in risposta, lasciandogli un bacio innocente fra i capelli biondi.

David lo strinse ancora e poi, infinitamente imbarazzato, chiese a mezza voce: "Mick... cos'è successo questa notte? Io... io non ricordo nulla.", ammise.

Mick si staccò da lui e gli dedicò un sorriso caldo e sincero. "Non c'è nulla da ricordare, David. Hai semplicemente dormito da me.", mormorò.

Al castano si tinsero le guance di rosso. "Grazie. Per... per non essertene approfittato."

Mick fece un ghigno scherzoso. "Te l'ho detto, ti porterò a letto anche senza farti ubriacare.", affermò, dandogli un buffetto sulla guancia.

David lo ignorò e si avvicinò ancora, per abbracciarlo nuovamente. Si stupì, perché fra le sue braccia stava veramente bene. Si sentiva... in pace con se stesso.

Ed anche il castano sentiva questo calore. Sulle sue labbra si dipinse un sorriso: per la prima volta David non lo aveva rifiutato. Si sentiva bene.

need your loving tonight - queen, the rolling stones, David Bowie - [completata]Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang