Capitolo 3

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Freddie si rendeva conto che David non lo aveva lasciato lì solo per vomitare: aveva notato la lunga occhiata che aveva rivolto il biondo al barista, prima di allontanarsi.

Il moro represse una risata nel rendersi conto che lui e David erano ormai così legati da vivere praticamente in simbiosi. Erano due idioti: davanti al mondo erano le persone più menefreghiste che si possano immaginare, mentre tra di loro, quando erano soli, sognavano di trovare l'anima gemella.

Ed in quel momento erano in una situazione ridicola: David che andava dietro ad un uomo che con tutta probabilità lo avrebbe considerato solo come una conquista a letto, e Freddie che voleva uscire con un uomo che non era nemmeno certo fosse gay.

Ad interrompere le sue riflessioni fu il barista. "Il tuo ragazzo ti ha mollato?", gli chiese, facendolo sobbalzare.

Il moro si girò, trovandosi dietro l'uomo. "Non stavi lavorando?", ribatté.

L'altro scosse la testa. "Ho finito il turno da un'ora, restavo solamente perché tu ed il tuo fidanzato sembravate molto giù di morale.", osservò.

Freddie sorrise, guardando negli occhi l'uomo. Non aveva affatto un fisico slanciato, ma il suo viso gli trasmetteva una dolcezza infinita. I suoi occhi scuri, quasi neri, lo spingevano a conoscerlo meglio; lo avevano sempre incuriosito, sin da quando si erano incontrati per la prima volta.

"David non è... no, non è decisamente il mio ragazzo.", rispose l'altro. "È solo un grande amico.", chiarì.

L'uomo sorrise, mettendosi la giacca ma non accennando neanche un passo di allontanamento.

"Non mi conosci, vero?", gli chiese dolcemente Freddie, continuando a guardarlo.

Il barista inclinò la testa di lato, pensieroso. "Dovrei?"

Questa domanda fece nascere dalle labbra dell'uomo seduto una sincera risata. "Sono Freddie Mercury, piacere.", si presentò con un sorriso.

"Jim Hutton.", gli rispose semplicemente l'altro, porgendogli una mano. Non era mai stato un amante del rock, e non capiva perché dovesse conoscere il moro.

Quest'ultimo, dal canto suo, era piacevolmente stupito da Jim. Sarebbe stato interessante uscire con lui, senza il dubbio che fosse interessato solo per la sua fama. Accettò volentieri la mano che gli porgeva il barista, e si stupì della sua stretta vigorosa, e dalle sue dita callose. Le mani del cantante erano molto più delicate, di certo non adatte a lavori di forza come quelli che svolgeva tutti i giorni l'altro, abituato a sollevare diverse casse di birra allo stesso tempo.

Quella differenza la notarono entrambi, e Jim si chiese che lavoro svolgesse Freddie per permettergli di curare così tanto le sue mani. Non erano mani femminili, affatto, ma non possedevano alcun callo; erano praticamente perfette.

Rimasero in silenzio a guardarsi negli occhi per diverso tempo: non sapevano cosa dirsi, perché entrambi si rendevano conto che quell'incontro potesse essere molto importante per loro, ma allo stesso tempo erano preoccupati di prendersi un abbaglio.

Freddie, quando Jim gli lasciò la mano e fece qualche passo indietro per andarsene, si ricordò delle parole di David. Non lasciartelo scappare... non lo avrebbe fatto. Non avrebbe permesso alla sua stupida timidezza di prendere il sopravvento.

"Jim.", lo chiamò, alzando leggermente la voce. L'interpellato si girò, con la speranza negli occhi. "Ti va di... beh, ecco...", continuò, iniziando a balbettare in un modo ridicolo e grattandosi imbarazzato il capo.

Non serviva altro a Jim, che fece qualche passo verso il moro ed aspettò che quest'ultimo si alzasse per dedicargli un sorriso. "Andiamo a bere qualcosa, se non hai già bevuto troppo.", gli propose.

Il barista era perfettamente lucido, e Freddie non accusava alcun sintomo da ubriacatura: tutti i suoi drink erano stati bevuti da David, lui si era limitato ad un cocktail nemmeno poi tanto alcolico. Fu per questo, ma anche perché impazziva dalla voglia di chiacchierare con l'uomo che vedeva spesso in quel bar e che da subito lo aveva colpito, che accettò ben volentieri.

Uscirono insieme dal locale, ed entrambi avevano la mente affollata da pensieri. Jim si continuava a chiedere perché mai avrebbe dovuto conoscere l'altro, mentre Freddie si domandava se l'idea che stava prendendo piede nella sua mente potesse essere condivisa. Non conosceva bene l'uomo, eppure sentiva di potersi fidare di lui.

"Jim...", mormorò, facendo fermare l'interpellato. "Che ne dici se venissi a casa mia?", gli chiese, abbastanza indeciso. Temeva un suo rifiuto, o ancora peggio una risata derisoria, ma ebbe in risposta un sorriso.

"Ne sarei felice, Freddie. Veramente.", lo rincuorò Jim annuendo.

A quel punto il cantante venne assalito dall'impulsività, e gli prese la mano, intrecciando le loro dita. Questo contatto fu apprezzato dall'altro, che ampliò il sorriso nel sentire il calore che scaturivano le loro mani. Freddie prese quel sorriso come un invito a non sciogliere la stretta, e fu incoraggiato a tirare lievemente il barista verso di sé.

Erano vicini, veramente tanto vicini, e probabilmente si sarebbero baciati senza problemi. Non si conoscevano bene, questo è vero, eppure sentivano tutti e due un legame forte l'uno con l'altro. Freddie era stato affascinato sin da subito dall'aspetto di Jim, e quest'ultimo era lusingato dalle attenzioni che sempre gli rivolgeva quel suo cliente abituale. Avevano iniziato ad affezionarsi l'uno all'altro pian piano, tra un drink e un cocktail, tra una frase sussurrata ed una risata.

Ed ora stavano uscendo insieme. Forse erano un po' troppo impacciati, forse avevano troppi dubbi nella mente per pensare veramente a ciò che stava succedendo. Senza praticamente accorgersene i loro occhi scuri si erano uniti in un contatto apprezzato - amato - da entrambi, e nessuno dei due era predisposto ad allontanarsi dall'altro. Avrebbero spezzato quel contatto visivo solo per mescolare i loro respiri, e forse era proprio quello l'intento del cantante quando sporse un po' la testa in avanti, verso Jim.

Spazio autrice:

Ok, sono stata più brava del solito a pubblicare oggi, lo ammetto. L'ho fatto perché domani e dopodomani non potrò pubblicare nulla, purtroppo... E nada, ci sentiamo presto.

Tanto lo so già che, anche se sono scritti diversi capitoli, non ce la farò mai ad essere regolare con le pubblicazioni. Mi conoscete.

A presto,

Brì.


need your loving tonight - queen, the rolling stones, David Bowie - [completata]Where stories live. Discover now