Capitolo 7

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Mick li guardò uscire e sorrise, vedendoli che si tenevano per mano. Sorseggiò la sua birra e sospirò. Forse era ora anche per lui di sistemarsi.

Trovare un partner fisso per Mick non era mai stato semplice, anche perché non faceva parte delle sue ambizioni. Non faceva per lui, non lo aveva mai fatto: voleva sempre qualcosa di nuovo, provare nuove sensazioni... e fino a quel momento era andato bene così.

Eppure il breve dialogo con Freddie e Jim lo aveva fatto riflettere, lo aveva fatto riflettere moltissimo. Freddie sembrava veramente felice, e la sua non era la consueta felicità che accompagnava il cantante: no, la sua non era solo una facciata, era veramente contento di potere avere un appuntamento con l'uomo che, da quanto aveva capito Mick, puntava da diverso tempo.

Pensandoci bene, in effetti, forse al castano non sarebbe dispiaciuto trovarsi qualcuno. Certo, trovava il sesso occasionale fantastico, non poteva negarlo, ma legarsi ad una persona anche sentimentalmente era una cosa che non lo aveva mai riguardato da vicino.

Probabilmente era anche il fatto che fosse una rockstar: non si poteva fidare completamente di qualcuno, e preferiva di gran lunga lasciarsi andare per una sola notte piuttosto che per un periodo di tempo più lungo.

A volte odiava il suo lavoro: anche Jim, che da subito gli era parso un uomo cordiale e simpatico, inizialmente aveva tenuto un atteggiamento teso con lui, proprio a causa della sua fama. Freddie viveva molto meglio questa faccia della medaglia: si divertiva, si divertiva veramente, e non lasciava che il suo lavoro gli impedisse di uscire con persone che gli interessavano.

Proprio mentre era perso in questi pensieri una voce conosciuta lo fece sobbalzare, facendogli prendere un mezzo infarto. L'uomo dietro di lui biascicava leggermente a causa dell'ubriacatura, e quando Mick si girò quasi non credette ai suoi occhi. Le possibilità di incontrarlo erano praticamente una su un milione...

Fece un sospiro, pronto ad allontanare con qualche scusa l'uomo, completamente consapevole che quella non era assolutamente serata per litigare con lui come facevano praticamente ogni volta che si vedevano.

Ma, prima che potesse compiere qualsiasi gesto, si ritrovò le labbra bloccate da quelle dell'altro.

**********

David entrò nella casa di Freddie senza bussare, senza pensare nemmeno lontanamente che l'amico potesse essere occupato. Del resto, il moro gli aveva lasciato le chiavi del suo appartamento proprio per le emergenze, e quella era decisamente un'emergenza.

La scena che si trovò davanti, in fondo, se la poteva anche aspettare: Freddie era intento a preparare dei pancakes, e Jim lo stava abbracciando da dietro, lasciandogli dei baci dolci sul collo.

Il biondo si sciolse leggermente a quella visione, soprattutto quando vide i segni rossi che aveva sul collo Jim. E gli dispiacque dovere interrompere quel momento, perché inevitabilmente, quando Freddie si girò per dare un bacio sulle labbra a Jim, vide David.

Il biondo tossicchiò leggermente, in modo tale da segnalare la sua presenza, e i due si staccarono di scatto, guardandolo interdetti. Jim non disse niente, limitandosi ad arrossire, mentre Freddie diede una lunga occhiata al nuovo arrivato.

"Cazzo.", disse, osservandolo. "Capelli spettinati, sorriso ebete sul viso, camicia allacciata male e segni sul collo. Tu stai arrivando da un'intensa nottata di sesso, Dave... E perché cazzo sei qua da me?", lo rimproverò nemmeno poi tanto velatamente.

Il biondo non arrossì né arretrò di un passo davanti a quell'analisi dettagliata fatta dall'amico. Sapeva benissimo che si meritava tutti i rimproveri del mondo, come era pienamente consapevole di essere un coglione, e l'unica cosa che poteva fare era andare da Freddie, l'unica persona che l'avrebbe capito.

"Con chi hai scopato?", gli chiese il moro, con la sua solita assenza di tatto.

Del resto David lo capiva: aveva interrotto lui e Jim, ma in quel momento le sue priorità erano ben diverse. "Mick...", mugugnò, abbassando la testa e facendo qualche passo verso Freddie.

Quest'ultimo sospirò, scuotendo la testa, e lasciò un piccolo bacio sull'angolo della bocca di Jim prima di muoversi verso di lui. "Sei un coglione, Bowie.", sibilò, avvicinandoglisi. Ma dopo averlo insultato lo strinse fra le sue braccia, conoscendo perfettamente il Duca Bianco.

Ci stava male, perché sicuramente quella era stata una notte di sesso fantastica che non era stata nulla di più. Niente romanticismo, solo due corpi che si uniscono perfettamente e sono in sintonia. Ma nessun sentimento, non da parte di Jagger, almeno.

"Com'è successo, tesoro?", gli chiese, una volta sciolto l'abbraccio.

Il biondo sorrise tristemente, avvicinandosi al tavolo di Freddie e sedendocisi, senza nemmeno chiedere il permesso. Il moro osservò quella scena con muto distacco, senza fare osservazioni: conosceva l'amico, e quella mancanza di rispetto nei confronti dell'abitazione non era voluta.

"Ero ubriaco.", mormorò David, appoggiando le mani sulla fronte, sconsolato. "Ero ubriaco, e, sai com'è... l'ho visto."

Freddie sospirò. "Hai pensato bene che, al posto di litigare come fate tutte le fottute volte che vi vedete, andarci a letto sarebbe stata una buona idea.", osservò, scettico.

Il biondo lo guardò, colpevole, ed annuì. "Mi sembrava... mi sembrava una cosa logica.", si lamentò, con voce bassa.

Jim ridacchiò. "Scusatemi se vi interrompo, ma... sono un barista, e certe cose le so. L'alcol fa cose di cui ti potresti pentire... ma non è sempre una cosa negativa.", si intromise, portandosi al fianco di Freddie.

Quest'ultimo gli sorrise, grato per l'appoggio che gli stava dando. David, invece, lo guardò un po' stranito - probabilmente anche a causa del post sbronza. "Oh, scusami, io... non ci siamo presentati.", osservò, abbozzando un sorriso.

Jim annuì e gli porse la mano. "Sono Jim Hutton.", disse semplicemente.

"David Bowie."

Il barista sgranò gli occhi, ricordandosi della conversazione che aveva avuto con Mick la sera prima. "Quel David Bowie?", chiese, stupito.

David sorrise, un po' lusingato per essere stato riconosciuto. "Esatto. Ascolti la mia musica e non quella di-", iniziò con tono interrogativo, zittendosi dopo avere notato l'occhiataccia di Freddie.

Il barista non si accorse di quello scambio di sguardi e sorrise, ironico. "No, in realtà conosco il tuo nome per... per Mick Jagger. Ieri abbiamo parlato.", spiegò.

David soffocò a stento un verso lamentoso. "E torniamo al problema principale.", mugugnò.

Freddie ridacchiò, mettendogli una mano sulla spalla. "Al fatto che tu sia coglione?"

"Ti odio.", replicò David, guardandolo male.

"Non mi sembrava che ieri la pensassi così, tesoro.", rispose Freddie con un sorriso divertito.

Il biondo cambiò subito espressione, seppellendo la testa fra le mani, incredibilmente imbarazzato. Non si ricordava nulla della serata precedente, aveva bevuto troppo: l'unica cosa che sapeva era che era stato con Mick, dato che si era svegliato nudo e nel letto del cantante. Era scappato prima che il castano si svegliasse, ed era andato da Freddie, senza ricordarsi che fosse successo qualcosa anche con lui.

"Dimmi che non è successo niente fra noi...", mugugnò.

Jim si mise a ridere. "Oh, quanto sarà divertente questa conversazione.", commentò, sedendosi su una sedia e mettendosi comodo, osservando Freddie sorridere e prepararsi a prendere per il culo l'amico.

need your loving tonight - queen, the rolling stones, David Bowie - [completata]Where stories live. Discover now