«Penso... Penso sia meglio finirla qui» borbotta lei. «Sai il sesso e tutto il resto»

«Tutto il resto? Ma se noi ci siamo visti solo per scopare... Non c'è mai stato niente tra di noi» dice acido Thomas.
La bionda si dondola sui talloni mentre lo guarda negli occhi poi senza dire un altra parola va via.

«Sei proprio un piccolo stronzo Sunway numero due» afferma Josh per poi correre contro Eliza urlandole di fermarsi, che le avrebbe dato un passaggio.
Non avrei mai detto che Thomas si droga. È sempre così di buon umore e sembra avere tutto quello che si può volere dalla vita...

***

Sono ora che Dallas sta buttando giù una lista, la lista degli invitati alla sua mega festa sullo yacht. Il primo nome è quello di Brian ovviamente, che è l'unico di cui non ha la certezza che verrà.

«Perché non aggiungi anche Thomas?» propongo. Mi incenerisce con lo sguardo sbuffando.

«Finché non mi da il mio stupido Rolex non può respirare la mia stessa aria»

«Ma perché fai cosi? Insomma hai tantissimi soldi puoi comprarne quanti ne vuoi»

«Il problema non è questo! È lui il problema, è lui!» si passa una mano tra i capelli scompigliandoli.

«Per me sei esagerato» alzo gli occhi al cielo.

«Che ne dici se andiamo a farci un giro sullo yacht?» Posa i gomiti sul tavolo e mi guarda da dietro gli occhiali.

«Sei sexy con gli occhiali» confesso.

«Grazie ma a me non piacciono» fa una smorfia e li toglie.

«Comunque sono serio andiamo a fare un giro»

«Okay, devo andare a cambiarmi»

«Sei perfetta così»

«Dallas» lo riprendo. Ridacchia per poi riiniziare a scrivere sulla sua agenda.

Vado in camera. Apro l'armadio e resto a guardarlo per non so quanto minuti prima di decidere di indossare un vestito a fiori che arriva sopra il ginocchio. Molto meglio della maglietta oversize di Dallas. Mi guardo allo specchio e sistemo i capelli in una coda alta. Metto un goccio di lucida labbra e torno da Dallas.

«Già pronta? Wow» si alza dal tavolo, viene verso di me e mi porge la mano.

«Andiamo?» annuisco sorridendo. Usciamo dal mio appartamento e saliamo nella sua macchina. Dallas inizia a guidare mentre io osservo i suoi movimenti decisi e studiati allo stesso tempo. Come può essere una persona così bella? Nell'abitacolo regna il silenzio ma non uno di quei silenzi imbarazzanti, uno di quei silenzi in cui non sentì il bisogno di parlare perché ti sei già detto tutto.
Il mio telefono squilla e Dallas mi lancia un occhiata. Lo afferrò con la paura che sia una chiamata da quel numero, non riuscirei a sentire la sua voce, non ancora o forse mai. È ancora una ferita troppo profonda per poterla riaprire.
Tiro un sospiro di sollievo quando leggo la scritta a caratteri cubitali: "MAMMA". Rispondo e subito lei mi tempesta di domande. Dallas mi lancia un altra occhiata e gli mimo con le labbra che al telefono ci sono i miei.
Riprende a guardare la strada, per fortuna mentre io inizio a rispondere alle domande di mia madre.

«Vergognati Avery non ti stai più facendo sentire!» strilla dall'altra parte della cornetta.

«È che sono successe molte cose e mi è passato di mente» confesso.

Kiss me under the sunshine #wattys2019Where stories live. Discover now