Capitolo 20

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Vedere sullo schermo del computer il volto del mio pestifero fratellino Tobias mi rallegra ma allo stesso tempo mi fa venire da piangere perché so che sono lontani e non poterli abbracciare mi fa sentire il cuore come un macigno. Chiudo il laptop e dalle mie labbra esce un sospiro mentre ricaccio indietro le lacrime.
Il telefono sul letto, accanto a me si illumina, segno che mi è arrivato un messaggio. Lo afferro e leggo il messaggio.

Da Sunway😈: "Indossa un costume, mi raccomando che sia sexy. Passo a prenderti tra dieci minuti."

Arriva tra dieci minuti? Che significa che arriva tra dieci minuti, cavolo ora sono addirittura nove! Il panico inizia a farsi sentire quando vedo l'ora scattare.
Ce la posso fare! Cerco di auto convincermi mentre apro l'armadio.
Un costume sexy! Cavolo io non ho nessun costume sexy o che si avvicini vagamente ad esserlo, a parte quello di Audrey ovvio però quello è troppo osé per i miei gusti.
Afferro il costume rosso con il pezzo di sopra che arriva fino all'ombelico, stile anni cinquanta.
Bussano alla porta. Cavolo non sono nemmeno lontanamente vicina all'essere pronta.
Guardo il mio riflesso sullo specchio a figura intera che ho vicino al letto. I miei capelli sono ancora arruffati, lo sguardo spento come se mi fossi appena svegliata e le guance rosse.
Sbuffo e afferro la spazzola cercando di aggiustare i miei ribelli capelli rossi.
Il rumore dello smanettare della porta distoglie la mia attenzione dalla mia figura.

«Permesso» la voce profonda di Dallas arriva alle mie orecchie.
Da quando Dallas Sunway chiede permesso? Di solito entra gridando hai quattro venti che questa è la sua proprietà.
Entra nella mia stanza e poggia lo sguardo su di me.

«Avevo detto costume sexy» asserisce «Non da suora... Ma ti sta bene comunque» sorride. Un sorriso sincero, lo capisco da come attorno ai suoi occhi si formano le rughe d'espressione.

«Pronta?» si mette dietro di me e mi osserva dallo specchio.

«Mi devo vestire»

«Vieni così! Non ti servono i vestiti» ammicca facendo su e giù con le sopracciglia. Alzo gli occhi al cielo, quanto può essere stupido?

«Si può saper cosa vuoi fare?»

«Può darsi che ho valutato la tua proposta della lezione di surf»

«Sul serio? Surf?» domando eccitata.
Annuisce sorridendo. Un brivido di paura attraversa la mia spina dorsale. Io che non riesco a stare in equilibrio nemmeno su i tacchi sto per fare surf...

«Andiamo! Se no perderemmo tutte le onde migliori»

***

«Sali sulla tavola» afferma poggiando le mani su i miei fianchi dandomi una leggera spianta verso di essa.
Salgo sulla tavola posandoci la pancia. Dallas spinge posa due mani sulla tavola.

«Ora inizia a nuotare, con le braccia» lo guardo piena di preoccupazione. Mi accarezza con un tocco leggero la schiena.

«Ci sono io» sorride.

Annuisco preoccupata e inizio a muovere le braccia.
Stare qui, in mezzo al mare, con l'acqua che ti accarezza il corpo dolcemente mentre contempli il panorama.

«Ora salgo anche io e proviamo a prendere un onda» afferma e sale dietro di me sulla tavola.

«Ora che dobbiamo fare?» domando.

Kiss me under the sunshine #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora