Capitolo 13

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Plagg uscì dalla felpa di Adrien ignorando il ragazzo per gettarsi a capofitto nella sua riserva personale di Camembert. Il giovane modello nel frattempo si levò pigramente le scarpe assorto in mille pensieri.

Una volta sazio, se mai Plagg si sarebbe potuto definire in questo modo, si acciambelló stiracchiandosi sull'enorme letto del suo Portatore. Si trattenne dal ridere mentre guardava Adrien completamente assorto nei suoi pensieri, che slacciava e allacciava la cintura ripetutamente con gesti meccanici.

«Ti sei divertito ad affossarti con le tue stesse mani?», chiese il kwami tenendo d'occhio le reazioni del biondino.

«Mi ha mentito!», esclamò ancora incredulo.

«Ti prego, ragiona ad alta voce: voglio seguire questa telenovela fino all'ultima battuta.»

Adrien lo fulminó con lo sguardo, ma in tutta onestà, alla creaturina, parve più un cane bastonato.

«Spiegami che senso aveva cercare di fare il duro con quell'ultima frase. Ti sei dato del "randagio" da solo, ne sei consapevole?»

«È evidente che Marinette non sospetti della mia doppia identità. Non mi avrebbe mai detto di essere stata portata in salvo da me. Se anche solo ne avesse avuto lontanamente il dubbio, avrebbe trovato un'altra scusa.»

«Bene, quindi?», domandò Plagg.

«Perché mi ha mentito? E poi, si sarà fatta davvero male?». Il giovane si lasciò cadere con le mani sugli occhi, scalciando i calzini con dei gesti di stizza. «Devo assolutamente parlarle, devo chiarire con Marinette questa storia».

«Non essere precipitoso», lo ammonì Plagg. Sebbene ostentasse disinteresse, il Kwami sapeva che doveva stare molto attento all'impulsività del suo Portatore. «Non puoi dirle la verità, è intelligente capirebbe chi sei e la metteresti in pericolo».

Un grugnito frustrato sfuggì dalle labbra del giovane e con un movimento ampio portò le mani verso l'alto per poi farle cadere sul materasso morbido. Lo spostamento d'aria fece sobbalzare il Kwami che lo guardò accigliato. Forse era meglio cambiare argomento, oppure...

«Che mi dici della tua nuova amichetta? Quella topolina sembrava appetitosa».

Un cuscino arrivò rapido e se Plagg non fosse stato un essere quantico capace di attraversare la materia, probabilmente avrebbe considerato il gesto come un tentativo di soffocamento.

«Sono maledettamente confuso», esalò piano Adrien. «Perché la vita è così complicata?»

«L'hai vista quanto? Forse venti minuti? Come fa a confonderti?», strepitò Plagg dirigendosi nuovamente alla sua scorta personale di Camembert, constatando mentalmente di dover fare dei rifornimenti.

Il biondino si sentì sotto accusa, così restò zitto rotolando sul materasso fino a risultare a faccia in giù. Il gatto nero alzò gli occhi al cielo e ingollò un pezzo abbondante del suo formaggio preferito. Regnò il silenzio per qualche minuto, poi il modello parlò lasciando fluire liberi i suoi pensieri che risultarono ovattati dalla stoffa morbida del copriletto.

«Sento solo brontolare», commentò Plagg leccandosi le zampine.

«Ho sentito qualcosa per Multimouse», confessò Adrien voltandosi nuovamente, senza riuscire a nascondere una nota di frustrazione nella sua voce. «Ed è stato strano, mi è preso qualcosa allo stomaco, ho percepito dei brividi-»

«Ti si è rizzato il pelo», lo prese in giro l'altro.

«Plagg sono serio», affermò sconsolato. «Mi era capitato con Ladybug, ma dopo tutto quello che è successo e dopo quello che c'era... no, che c'è con Marinette... non lo so, io non ci capisco più niente.»

Blind Hearts - MiraculousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora