Capitolo 4 - Parte 2: Tamaki e Nejire, l'elfo e la fata

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"Avremmo dovuto aspettare che tornasse Mirio, prima di andare da soli a cercare Izuku..." commentò un giovane dai capelli corvini. Due lunghe orecchie appuntite erano ben visibili. 

"Tamaki! Possiamo farcela anche da soli! Pensavo che voi elfi ve la cavaste nelle foreste!" disse l'accompagnatrice dell'elfo, una fata dai lunghi capelli turchesi e occhi dello stesso colore. A differenza del corvino, era molto più bendisposta a proseguire quella missione, senza arrendersi di fronte alle avversità.

"Non riusciremo mai a trovarli... passeremo qui il resto dei nostri giorni!" si lamentò Tamaki, facendo scontrare la sua fronte contro il tronco di un albero.

La fata sospirò, leggermente contagiata dal pessimismo dell'elfo. "Non resteremo qui senza fare nulla! Dobbiamo pensare a cosa farebbe Mirio se fosse nella nostra situazione!" esclamò, sorridendo.

Nelle menti dei due apparve l'immagine del cavaliere biondo, sorridente, e capirono che Mirio non avrebbe avuto nessuna idea in mente, se non proseguire senza abbandonarsi alla paura.

"Non sono sicuro di voler sapere cosa farebbe Mirio in questa situazione..." disse il corvino, pensando a qualche idea potenzialmente stupida e pericolosa. "In ogni caso, non possiamo lasciare la foresta prima di aver trovato Izuku..."

Nejire, quello era il nome della fata, sorrise all'improvvisa serietà del compagno. "Hai ragione! Dobbiamo assolutamente trovarlo!" 

"E dobbiamo anche fare in modo che non incontri il Principe Shouto..." continuò Tamaki.

La fata annuì. Erano entrambi sicuri che il giovane cavaliere si trovasse ancora nella Foresta Nera ed essendo privo di magia, era impossibile che riuscisse ad andarsene da solo.

Erano passate solo tre settimane da quando Izuku aveva lasciato il Regno governato da All Might, con l'incarico di contattare il leader della Provincia Ovest, e di recapitargli un messaggio che il Re aveva definito come di "vitale importanza".

In quel breve arco di tempo che era passato dalla partenza del cavaliere dai capelli verdi, erano cambiate molte cose, senza che il ragazzo potesse esserne informato.

"Si muovono, fai attenzione, Nejire!" esclamò Tamaki, scattando all'indietro, rispetto all'albero a cui si era appoggiato.

"A cosa ti riferisci?" domandò la ragazza, non capendo il perché dell'improvviso cambiamento dell'elfo.

Il corvino si spostò velocemente, gettandosi addosso alla compagna. Le foglie dal colore scuro degli alberi avevano assunto un aspetto minaccioso. Sembravano frecce pronte ad essere scoccate da un momento all'altro.

Alcune avevano lasciato il loro posto, andando a conficcarsi nell'albero alle spalle della fata, che se non fosse stata spostata in tempo dall'elfo, sarebbe stata colpita in pieno dalle foglie acuminate.

"Ti ringrazio, non me nero accorta!" esclamò Nejire, stringendo a sé l'elfo, che non aveva avuto il tempo di schivare l'abbraccio dell'amica. 

Un urlo proveniente da poco distante li fece separare. 

"Dobbiamo andare lì!" disse Nejire, alzandosi velocemente in piedi. I suoi lunghi capelli azzurri colpirono il volto del compagno, facendolo starnutire.

La fata attese impazientemente che il corvino si rialzasse in piedi. Era tentata di proseguire, lasciandolo indietro, essendo conscia della forza del compagno. Fu nuovamente l'immagine di Mirio a trattenerla dall'allontanarsi. Lui non li avrebbe mai abbandonati.

Nejire afferrò dolcemente la mano del suo fidato compagno, per evitare di venirne allontanata. Gli sorrise. "Ce la faremo!"

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