Tutto quello che avevo sperato, tutto quello che avevo temuto.

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Alzai la testa, ma non avevo bisogno di guardare per sapere cosa avrei visto. Era tutto ciò che avevo sperato, tutto ciò che avevo temuto. Le porte che davano sul vestibolo erano aperte. Lockwood era lì. Per molti versi non sembrava Lockwood. Non come gli piaceva sembrare quanto meno, sempre così alla moda ed elegante nel suo lungo cappotto e nei completi leggermente troppo attillati. Il cappotto era scomparso e il resto dei suoi vestiti era una meraviglia da vedere, tanto erano strappati, cosparsi di bruciature da ectoplasma. La sua camicia in particolare aveva più buchi del manico di una borsa a tracolla. Una delle sue spalle stava lentamente fumando, e c'erano estese lacerazioni per tutte le sue maniche e braccia. I capelli erano grigi di sale e magnesio, la frangia pendeva su un taglio sopra l'occhio. Il suo volto pareva gonfio, più smorto e stanco di quanto l'avessi mai visto. In poche parole, era un disastro. Non sembrava affatto Lockwood.

E allo stesso tempo, in quel momento era più se stesso di quanto tu possa mai immaginare. Il modo in cui reggeva la spada, la postura noncurante che assunse mentre stava fra le porte, il lieve sorriso che giocava all'angolo della sua bocca, gli occhi scuri che scritavano la stanza, scoprendo tutti quegli orrori senza mostrare paura. E soprattutto, il modo in cui trasudava energia e brillantezza (molto più forte, molto più pura di quella nebbiolina dorata emessa dallo spirito fluttuante) e il modo in cui pareva fisicamente più luminoso di ogni cosa attorno a sé. (...) Queste qualità erano la sua firma; scorrevano su di lui come inchiostro nell'acqua. E facevano ciò in quel momento più che mai. (...)
Lockwood aveva combattutto per aprirsi la strada fin qua su, superato tutti i fantasmi al piano di sotto ed era arrivato al momento perfetto. Aveva combattuto per salvare me. Capi' tutto questo mentre sedevo contro il muro, sanguinante e priva di difese, e lo amai per questo. Il mio cuore cantò.

E allo stesso tempo, io non lo volevo lì. (...)

"Ti serve un po' di compagnia?" mi chiese Lockwood.
Ricambiai il suo sorriso. "Sempre"

Insomma...
Insomma...
Insomma...

Va beh, a parte questo ho incontrato Jonathan Stroud. Inutile dire che è stata un'esperienza meravigliosa. Inutile dire che stavo per piangere. Inutile dire che io ho un serio problema con quell'uomo.

Buona scuola, studiate ragazzi, così imparate l'inglese, leggete i libri e scleriamo assieme.

Allego la foto del l'autografo di Jonathan Stroud, perché quell'uomo è epico. Sentirlo parlare è stato fantastico davvero, spero torni presto in Italia.

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⏰ Last updated: Sep 20, 2019 ⏰

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Traduzioni Lockwood & coWhere stories live. Discover now