Capitolo 77

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Mi chiamo Holmes Chapel__Wattpad.
In questa pagina vi aggiornerò su tutto🦋

Mi svegliai a causa del forte dolore al collo.
Ero rimasta tutta la notte affianco al mio ragazzo, ancora addormentato, con le braccia sul lettino e la testa appoggiata su di esse.
Inoltre, la sedia su cui ero seduta, stava incominciando ad essere fin troppo scomoda.

Tra una lamentela e l'altra mi scroccai la schiena, per poi allungare le gambe e stirarmi, cercando di non far fuorisciure rumori troppo acuti dalla mia bocca.

La porta dell'infermeria si aprì lentamente.
La testa dell'infermiera dell'altra sera spuntò lentamente, lasciando che un sorriso sincero spuntasse sul suo viso.

I capelli ricci erano sciolti, a differenza di ieri, e le coprivano completamente le spalle magre.
Il suo corpo alto e snello si fece spazio nella stanza, indirizzandosi con passi silenziosi verso di me.
"Non si è ancora svegliato?" Bisbigliò, agganciandosi il grembiule bianco.
"No, non ha dato alcun segno di vita." Sorrisi anche se un po' preoccupata girando lo sguardo verso il suo, con ancora gli occhi chiusi e il respiro tranquillo.

"Dobbiamo finire di fargli alcune visite." Un uomo di mezza età entrò, parlando sicuro e facendomi capire che, adesso, stavo incominciando ad essere di troppo in quella stanza.
"Io sarò fuori ad aspettare." Indicai la porta, salutandoli con un cenno del capo.
"Ti conviene andare a letto, dovresti riposare." Si preoccupò l'infermiera, scoprendo il suo nome non appena l'uomo la richiamo...
"Sarò qui fuori ad aspettare,Emma." Le sorrisi, rispondendole di nuovo, per poi vederla annuire con un sorriso alla bocca.

Mi sedetti pesantemente su quelle scomodissime sedie, sospirando e appoggiando le mani ai lati dei miei fianchi.

"Sapevo che ti avrei trovata qui." La voce di Jisel mi fece alzare gli occhi su di lei, che qualche secondo prima stavano studiando le mie scarpe ormai rovinate.

"Che ore sono?" Chiesi prima di sbadigliare.
A differenza mia, il suo corpo si posizionò silenziosamente accanto a me, guardando l'orologio che aveva al polso prima di darmi una risposta.
"Sono le sette e trenta." Gemetti in segno di frustrazione, facendo appoggiare la testa sul muro dietro di me.

"Come ti senti?" Mi chiese, unendo le labbra in una linea sottile.
"Stanca." Risposi solamente.

Annuì affermativamente, guardando davanti a sé, per poi rimanere in silenzio.
"Lui tiene molto a te." Disse improvvisamente. Appoggiai i gomiti sulle ginocchia continuando a guardare in basso.

Non appena decisi di aprire bocca, lasciai che il mio sguardo incontrasse il suo "allora perchè è uscito fuori con quella ragazza?"
La vidi sospirare pesantemente senza proferire parola.

"Ci sarà sicuramente un motivo ben preciso."
"Lo spero." Sussurrai, facendo sempre in modo che mi sentisse.

La porta dell'infermeria si aprì nuovamente facendo scattare le nostre testa verso di essa.

"È sveglio." La ragazza guardò verso di noi, facendoci cenno con la testa di entrare.
"Va prima tu, dopo entro io." Incoraggiati Jisel ad entrare e così fece.
Aspettai qualche minuto impazientemente passeggiando per il silenzioso corridoio.

Il rumore della porta mi fece scattare verso di essa, spaventano la figura di Jisel vedendola arretrare.
Mi scusai in un sussurro, vedendola sorridere leggermente lasciandomi la porta aperta.

Entrai lentamente, chiudendo con altrettanta calma la porta dietro di me.

Harry era seduto su quel lettino, con le gambe stese e le braccia appoggiate su di esse.
"Ciao." Attirai la sua attenzione, sedendomi sulla sedia.
"Posso spiegarti." Iniziò preoccupato, rimasi in silenzio con un sopracciglio alzato "Avevo visto che aveva un coltellino nelle scarpe, non volevo provarci." Alzò le braccia in segno di resa.

Holmes ChapelWhere stories live. Discover now