Capitolo 27

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Ero stata tutto il pomeriggio a camminare in giro per la città. I ragazzi mi avevano riempita di chiamate, con cui avevo risposto con un "Voglio stare da sola."

Ovviamente l'unica persona che avrei voluto sentire in quel momento, probabilmente, non ricambiava il mio pensiero, dato che dopo avermi gridato contro se ne era altamente fregato.

Non mi sarei mai aspettata delle scuse o delle spiegazione di nessun genere, ma era davvero così tanto orgoglioso da non riuscire neanche a digitare il mio numero?

A quanto pare.

Mi ero fatta prendere troppo dal momento, infatti non avevo idea di dove mi trovassi.
La città era ancora molto movimentata, quindi non ci sarebbero stati problemi a chiedere indicazioni.

Decisi però di continuare il mio "tour", mentre provavo a stringermi nel leggero giacchetto, dato l'improvviso aumento del vento.

Mi fermai davanti alla vetrina di un negozio, dove era esposto un bellissimo vestito color rosso.
Il rosso era sempre stato uno dei miei colori preferiti da indossare poiché, data la mia carnagione fin troppo chiara, faceva un bel contrasto con essa.

Quando però vidi un ragazzo dai capelli ricci avvicinarsi verso di me mi voltai di scatto.
"Ei non volevo spaventarti." Quella voce mi fu del tutto nuova, proprio come il suo aspetto, i capelli, gli occhi e tutto il resto del suo corpo.
"Oh no non mi hai spaventata, ti ho solo scambiato per un'altra persona." Risi nervosamente. Davvero pensavi che Harry sarebbe venuto a cercarti? Ma fammi il piacere.

E come sempre la mia vocina interna me ne stava dando di santa ragione.
"Comunque piacere." Avvicinò la sua mano alla mia presentandosi. "Mi chiamo Bradley." Scossi la sua grande mano dicendogli il mio nome.

"È stato un piacere conoscerti, buona giornata." E con ciò mi salutò, lasciandomi un po' perplessa. Che senso ha presentarsi se poi vai subito via?
Scossi la testa per eliminare quei pensieri inutili, continuando a camminare senza una meta precisa.

HARRY'S POV

Entrai nell'Hotel dopo essermi fumato una sigaretta.

Perlustrai con lo sguardo la stanza intorno a me, non trovando nessuna traccia né di Claire né dei ragazzi.

Ripensai a cosa era successo qualche ora fa e come se ne fosse andata via, scomparendo nel nulla. Ma al solo pensiero di rivedere mio padre mi veniva solo voglia di picchiare qualcuno.
E come sempre quella fottuta ragazza doveva invadere i miei spazi, poi era scontato che mi arrabbiassi no?

"Stanza numero 303." Dissi alla receptionist, per poi riporre il pacchetto di sigarette nella mia tasca, alzando, successivamente, lo sguardo verso di lei, dato che non aveva dato ancora nessun segno di vita.

"È andata bene la giornata?" Odiavo le persone che cercavano di instaurare una conversazione con me, annuii e basta, guardando la chiave nella sua mano in attesa che me la porgesse.

"Non sei un ragazzo di molte parole." Inclinò la testa di lato, facendo sventolare le chiavi e sbottonandosi quell'inutile camicia.
La guardai maliziosamente, appoggiandomi al banco.

"Cosa vorresti esattamente?" Chiesi diretto, anche se sapevo già quale fosse la risposta e continuai a guardare il suo seno.
"Tu cosa credi?" Si morse il labbro inferiore, contornato da un rossetto rosso.
Era una ragazza molto attraettente, forse una delle ragazze più belle che avessi mai visto.

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