"Mh, forse non soddisfatto del tutto", continua poi, azzeccando il suo petto alla mia schiena e strusciando leggermente il suo bacino su di me, facendo capire le sue intenzioni.

Aveva ragione, dato che la sera precedente non avevamo festeggiato quanto entrambi avremmo voluto.

Avevo letto che farlo appena svegli, al mattino, migliorava l'intera giornata che ti aspettava, soprattutto quelle piene di impegni.

Era vero, e me ne ero resa conto solo una volta trasferita da lui, quando ognuno dei due aveva la sua routine, ma cercava sempre di trovare quel genere di tempo l'uno per l'altra.

E anch'io, in quel momento, ne avevo tutte le intenzioni.

Forse anche di più.

Rispondo al suo contatto, muovendomi con lui e portando la sua mano sul ventre, per permettergli di toccarmi.

Cerca di girarmi per portarmi sotto di lui, ma, interdetto, mi osserva dargli le spalle mentre abbasso velocemente i pantaloncini e gli slip.

Fa lo stesso, serrando le labbra e preparandosi a darmi quello che voglio, cominciando ad accarezzarmi piano, da dietro.

Era una cosa che non avevo mai provato, con lui come con nessuno.

Ci aveva provato, a volte, ma io avevo bellamente finto di non capire, per una sorta di paura di non so cosa.

Quella mattina me la sentivo.

Lo avverto, muoversi piano dietro di me, mentre la sua mano destra torna ad accarezzarmi davanti, per rendere la sensazione più piacevole, toccando i punti più sensibili.

Quasi trattengo il fiato, sentendolo entrare e fermarsi allo stesso modo della sua mano.

Il fiato corto ad inumidirmi il collo.

Un sospiro mi viene fuori spontaneo, stringendo l'ultima parte del mio cuscino tra le mani.

"Mi muovo? – chiede, ansimando, Paulo – Mi muovo", ripete, di fronte al mio annuire, la voce quasi impercettibile.

"Oddio", sussurro, incapace di dire altro, per la forte e strana sensazione, prendendo a muovermi un po' con lui, che sembrava potesse impazzire da un momento all'altro.

"Piano, piano", dice a bassa voce, stringendomi di più per tenermi ferma e baciandomi la spalla scoperta un paio di volte.

Alza leggermente la mia gamba per muoversi meglio, accarezzando la mia guancia con la sua mentre ansimo, completamente presa dal piacere.

"Ti piace? Stai bene?", mi chiede, portando poi la fronte contro la mia schiena, ansimando con me.

Annuisco, incapace di fare altro, ed incapace, però, anche di continuare.

Porto una mano sulla sua, posata sul mio ventre, e lui si stacca da me non appena gli faccio una leggera pressione, per poi girarmi velocemente su di lui e riprenderne il contatto, per permetterci di finire.

Chiudo gli occhi, portando indietro la testa e continuando a muovermi su di lui, ormai perso nelle sensazioni.

Aumento la velocità, per poi ruotare i fianchi sui suoi, gesto che porta entrambi al limite.

Lui geme forte, un verso di puro, virile piacere, mentre si alza con il busto per abbracciarmi, accogliendo una me priva di forze, ancora non del tutto nel mondo reale.

Mi riporta giù con lui, uscendo da me e posandomi al suo fianco, mentre entrambi portiamo lo sguardo al soffitto, riprendendo fiato dai nostri respiri accelerati.

"E' stato... è stato", cerco le parole giuste, incapace di terminare la frase.

"Tantissimo", mi interrompe lui, con una mano sulla fronte ad asciugarsi il lieve strato di sudore formatosi, lo stesso che avevo io nello spacco sul seno.

Si gira a guardarmi, posando di nuovo una guancia sull'angolo del mio cuscino.

"Ora sì, che sono soddisfatto", afferma, facendo ridere entrambi.

Poi si alza, sistemandosi i boxer e raggiungendo la scrivania di fianco la porta del bagno in camera, sulla quale il suo cellulare era sotto carica, e prende a smanettare un po' lì.

Voleva pubblicare una foto della sera prima, giusto per dare un buongiorno più dolce ai suoi tifosi.

"Doccia con me?", mi chiede poi, mentre lo osservo prendere degli asciugamani puliti dal cassetto più basso dell'armadio.

"Non credo che il mio corpo sarebbe capace di un altro round. O di muoversi semplicemente, per le prossime due, tre ore", lo informo, nella voce uno stato di totale relax, e stanchezza, un po' tutte insieme.

Si gira a guardarmi, sulle labbra lo stesso sorriso, mentre mi si avvicina.

Si abbassa a lasciarmi un bacio sulla fronte, poi me ne lascia un altro rumoroso sull'orecchio, facendomi ridere e nascondermi sotto le coperte per il fastidio del fischio.

"Ti amo. Non ti facevo così perversa", mi dice poi quando si allontana.

Mi metto seduta solo per gettargli il suo cuscino addosso, per poi godermi il suo andamento verso la porta del bagno.

Completamente nudo.

Si, ero una ragazza schifosamente fortunata.

Si chiude la porta alle spalle, cominciando a canticchiare una canzone spagnola, completamente storpiata dalle sue note del tutto stonate.

Mi ritrovo a ridere, come una scema, e completamente nuda anch'io, nel suo enorme letto.

Pochi minuti dopo lo raggiungo in bagno, semplicemente per sciacquarmi il viso e i denti, per poi tornare in stanza, attirata dall'infinito rumore di notifiche che giungono al telefono di Paulo.

Mi avvicino, sorridendo ai commenti sotto la foto da parte dei suoi compagni.

L'immancabile messaggio di Claudio, che si era limitato ad una semplice emoji con il braccio di ferro e due pallini bianco e neri.

Tra i tanti, uno attira la mia attenzione.

orianasabatini: Felicitades, Campéon.. sos un fuego!!


Si comincia. 
A presto.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora