Capitolo 49

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Inutile descrivere quella che fu la sua reazione.

Inutile parlare di un Paulo stupito, con il labbro tremolante e gli occhi a cuoricino, come i bambini di fronte al regalo di Natale sperato per mesi.

E' anche difficile, parlarne.

Perché tendo a tenermi le cose dentro, belle o brutte che siano, e mi è difficile, cercare di descrivere quelle che sono state le sue emozioni, eco delle mie.

Ha alternato sguardi dal mio viso, al foglio posato sul tavolo, per poi tornare a me.

Il sorriso che mi aveva regalato era indescrivibile, e per un attimo ho pensato di poterne morire, al pensiero che fosse tutto per me, o che ne potessi essere, in qualche modo che ancora non mi spiegavo, il motivo.

Poi aveva afferrato malamente il foglio che parlava chiaro, ma in quel momento aveva come dimenticato la lingua che ormai studiava e parlava da anni, e non ci capiva un fico secco.

Si era limitato ad un "andiamo a casa, ora" per poi afferrarmi la mano e trascinarmi via, rischiando anche di dimenticare la sua carta di credito data al cameriere qualche minuto prima.

***

"Oh, Paulo..." arranco in un sussurro melodioso e lamentoso, mentre mi godo le sue mani e i suoi baci su di me, spogliandomi lentamente, dopo avermi poggiata e fatta sedere sul mobile bianco di fianco la porta d'ingresso.

Mi tira i capelli piano, costringendomi ad alzare la testa e concedergli il collo, e chiudo gli occhi sospirando quando gli dedica particolari attenzioni con baci e morsi.

Io infilo le mani fredde sotto la sua maglia, accarezzando il suo petto e poi sfilandogliela via, mentre lui con facilità fa sparire i miei vestiti, per poi prendermi per le gambe e portarmi di peso nella sua camera.

Presa dal momento, dall'eccitazione e dalla voglia di lui, nel tragitto mi stringo maggiormente al suo corpo e al suo bacino, mordendogli fortemente il labbro inferiore e facendolo rallentare.

Con un gemito si ferma a metà corridoio, poggiandomi nuovamente su un altro mobiletto chiaro e si stacca per guardarmi, ma io sono irrequieta e sposto velocemente le mani sui suoi pantaloni, intenta a liberarlo di ogni fastidio.

Sospira e poggia la sua fronte sulla mia, chiudendo gli occhi nel momento in cui semplicemente sfioro quel che più mi desidera, e sorrido per la sua reazione.

"Questo è l'effetto che mi fai... ogni volta" sussurra, riferendosi alla sua situazione, mentre io sono impegnata a lasciare una scia di baci sul lato del suo collo liscio e profumato di doccia, e sto per replicare, ma blocca ogni mia mossa riprendendomi tra le braccia e raggiungendo velocemente il suo letto, sul quale mi butta con poca delicatezza e facendomi ridere divertita.

"Mi farai impazzire" ammette, mentre si butta su di me e ricomincia a dedicare attenzioni al mio collo con le sue labbra.

"Tu sei già impazzito" lo informo convinta, facendolo ridere mentre torna a guardarmi.

"Si, hai rragione... sono pazzo - comincia a dire lasciandomi un bacio - completamente pazzo -  un altro bacio, mentre scende con le mani nei miei slip - di te.." conclude, insinuandosi al suo interno e nascondendosi nell'incavo del mio collo.

Si muove esperto e veloce, come chi sa esattamente cosa fare e come farlo dannatamente bene e, quando sto per avvicinarlo a me per baciarlo ancora, lo sento abbassarsi con la testa.

Lascia una scia di baci scendendo piano sul seno, sul capezzolo che stringe tra i denti mentre mi contorco sotto di lui, poi raggiunge l'ombelico, la pancia il ventre per poi avvicinarsi più in basso.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora