Capitolo 51

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Ho sempre pensato che le partite più importanti della stagione non si possano guardare da soli.

O si va allo stadio, o si guarda a casa e con la gente giusta.

Per scaramanzia, Roby e le altre donne si erano rifiutate di partire per Milano a sostenere i nostri uomini, ma avevamo deciso di guardarla a Vinovo, al locale di Roberta, riunendoci tutte, con qualche amico e lo staff del ristorante.

Pochi i clienti quella sera, che hanno lasciato il locale subito dopo il fischio finale.

Euforiche, emozionate e con il cuore ancora palpitante io e Roby spostiamo qualche tavolo per liberare il centro della sala, mentre tutte aspettiamo il rientro dei nostri ragazzi.

Che partita, gente! Che partita!

Era tutto finito, si era tutto buttato via. Dalla sconfitta in casa col Napoli, al pareggio nella partita successiva, al 2-1 per l'Inter fino agli ultimi minuti di partita.

E invece... in cinque minuti questi ragazzi hanno ribaltato nuovamente una stagione, 9 mesi di duro lavoro e che ancora per 4 partite li avrebbe fatti sudare a lottare ancora, per vincere quel che ormai è nostro per consuetudine.

Al gol del Pipita, ho abbracciato Roby così forte da farle male, urlando fino a perdere la voce e lasciandomi andare a qualche lacrima di gioia.

Paulo è stato straordinario e vederlo così felice mi ha fatto saltare e scoppiare il cuore più volte.

Immersa in questi pensieri immensamente felici, vengo risvegliata solo dai rumori all'entrata del locale, risate e urla che mi fanno rendere conto che i ragazzi sono arrivati da Milano.

Guardo l'orologio e trattengo una risata nel constatare che erano arrivati da Milano in meno di un'ora e mancavano una decina di minuti alla mezzanotte.

Sorrido, pensando che lo avrei avuto con me in quel momento.

Senza che lui lo sapesse.

Alzo lo sguardo su quella massa di chiassosi che sta invadendo il locale e comincio a sorridere come un ebete.

Ci sono tutti, i soliti, quelli di sempre, che fino a qualche mese fa sognavo di incontrare per qualche secondo per una foto e che ora erano miei amici.

Sono tutti bellissimi, nel loro abito elegante del post-partita e non c'è uno e dico uno, che non stia sorridendo, felice più che mai.

Punto i miei occhi su Paulo che, ancor prima di varcare la soglia, muove lo sguardo per tutta la sala per trovarmi.

E' così bello, sembra che abbia una fottuta luce naturale addosso che lo segue in ogni passo, ed è felice, immensamente felice, con il suo meraviglioso sorriso.

Comincio a muovermi verso di lui, che viene bloccato da Roby per salutarlo con calore.

Nel tragitto sorrido e batto il cinque con Douglas e Andrea Barzagli, con Claudio una stretta veloce, mentre io e Paulo ci stiamo già guardando, desiderosi di toccarci.

Lascia andare velocemente Roby, che subito dopo si fionda su Gonzalo, e vedo Paulo fermarsi e aprire le braccia in attesa che mi ci butti dentro, cosa che faccio immediatamente, avvolgendo braccia a gambe attorno a lui che ride, ride felice e alza la testa per potermi guardare in viso, più in alto di lui di qualche centimetro.

Gli sorrido, mi sorride, e non resisto ad unire le mie labbra con le sue, delle quali, dio, non ne avrei mai avuto abbastanza, mai.

Il bacio è veloce e casto, poi sposto la bocca sul resto del suo viso, lasciandovi veloci e sonori baci sulle guance, sul naso e sulla fronte, per poi nascondere la testa nel suo collo, mentre lui mi stringe più forte e mi lascia toccare terra di nuovo, piano.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora