______ sembrava felice. «Proprio come io faccio con te»

______, a causa degli ormoni, iniziò a piangere. «Oh, Justin» borbottò piano. Lo abbracciò mettendo il braccio attorno al suo collo.

«Sì, vostro onore. Il signor Bieber non si merita di vedere il bambino»

«E lei signor Bieber, cosa risponde a questo?»

«Penso sia una totale mancanza di rispetto per la mia persona» rispose duramente contenendo il fastidio che stava provando.

Il giudice osservò i loro atteggiamenti. E prima di dire il verdetto, ricorse a qualcos'altro. «Avvocato Ferguson. Qual è il motivo della richiesta di custodia? Spero sia un buon motivo»

«Alcuni mesi fa il bambino è stato ricoverato in ospedale per delle lesioni gravi. È stato picchiato dall'ex partner del signor Bieber»

«Signor Bieber» Il giudice fece un segno con la mano per dargli la parola.

«Quel giorno ho avuto un problema a lavoro»

«Il bambino aveva delle lesioni, non così gravi, ma erano di giorni precedenti» raccontò l'avvocato di ____.

«Non ho mai visto nulla» cercò di difendere Justin difronte a quelle parole.

«Dovresti dovuto prenderti tu cura di lui, non la sua ex fidanzata».

«Obiezione! Sta entrando nella vita personale del mio cliente. Il che è irrilevante»

Il giudice fece un gesto con la mano e sospirò leggermente. Era abituata a sentire risposte del genere. «Signor Bieber ma lei ama suo figlio?»

«Perché questa domanda, vostro onore?» chiese Justin sorpreso. «Non è ovvio?»

«Non capisco allora perché qualcun altro si occupava di Jason?»

A quello la domanda Justin sospirò.

Nessuno deve dubitare, ovviamente, dell'amore che provo per mio figlio.

«Lo amo, vostro onore. Era, è e sarà il mio tesoro più prezioso. Forse ho fatto un grosso errore lasciandolo lì da solo, fidandomi del mio partner. Ma nonostante ciò sono suo padre e sono un essere umano che commette errori. Merito di far parte della sua vita e vederlo crescere. Ho commesso un errore in passato, il divorzio con _____ e rimpiango di aver fatto quella scelta, è la verità. E mi rendo conto che è l'unica cosa che mi rimane è mio figlio. Quindi si. Lo ribadisco. Lo amo moltissimo»

Il giudice non sapeva che decisione prendere. Prese le cartelle e decise di pensarci qualche minuto. «La corte si ritira. Vi aspetto qui tra due ore» Il giudice uscì rapidamente da una porta accanto a lei. Prese l'ascensore che portava nel suo ufficio. Buttò le cartelle sul tavolo e si tolse la mantella che portavano i giudici e rimase che indossava dei pantaloni marroni eleganti e una camicia bianca con uno scollo a V. Si sedette per un momento e si decise a prendere una decisione Conosceva molto bene il caso. Il fatto di Jason aveva raggiunto la televisione con tanto di servizi al telegiornale. Povero piccolo. Pensò quando lo vide nei titoli delle 22:00. Il discorso di Justin l'aveva commossa. Avevo ragione. Era un essere umano e ha commesso degli errori. Ma anche la posizione di _______ era credibile.

Non sapeva se Justin stesse ancora con la sua fidanzata e affidare la custodia a _______ sarebbe come fare una scelta semplice e ovvia. Il piccolo merita anche di crescere e stare con suo padre biologico.

Prese il telefono. «Rose. Ho bisogno che venga in tribunale. Sto lavorando ad un caso molto difficile e ho bisogno del tuo aiuto»

«Certo, capo. A breve arrivò»

Il giudice pregò che tutto andasse per il verso giusto.

***

«Bene signori. Non sono ancora in grado di esprimere un verdetto su questo caso. Sebbene entrambe le posizioni siano valide e correte, mi sembra che non siano sufficienti per un verdetto»

«Allungherà il processo, vostro onore?» chiese Matthew su richiesta di ______.

«No, avvocato Ferguson. Sono un giudice a cui piace prendere decisioni il giorno stesso» Il giudice fece un cenno verso un poliziotto. Questo si diresse verso una delle porte e la aprí. Jason entrò mano nella mano con una donna giovane. Ventinove anni circa. ______ sorrise alla vista di vedere il suo bambino in camicia e jeans con delle Supras ai piedi. Justin sorrise e gli si gonfiò il petto di orgoglio quando vide che suo figlio aveva lo stesso stile di quando era giovane.

«Ciao piccolo» lo salutò il giudice.

«Ciao» salutò Jason timido.

«Sai cosa faremo?» chiese amorevolmente il giudice. Jason annuì perché Rose gli aveva spiegato cosa fare qualche minuto prima di dover entrare nella stanza. «Molto bene, ti siederai qui al mio fianco» Jason annuì e lasciò andare la mano di Rose, poi saltò sul seggiolone e si sedette. «Pronto a rispondere alle domande che Rose ti aveva chiesto?»

Rose lasciò la sua valigetta sul posto e si diresse verso il palco di fronte a Jason. «Beh, piccolo. Ti farò domande. Se capisci, puoi rispondere e se non capisci te le spiegherò io e se non vuoi rispondere non c'è nessun problema, sì?»

«Ok» Jason annuì di nuovo mentre si sistemava meglio al suo posto.

«Bene, cominciamo. Come ti chiami?»

«Mi chiamo Jason David Bieber» rispose sorridendo.

«Bene. - Qual è il nome di tua mamma?»

« ______ Rodriguez» pronunciò il cognome con un po' di difficoltà.

Jason's POV

«Perfetto. E del tuo papà? Come si chiama?»

Mi chiede la signora che era davanti a me.

Il tuo nome? Beh...

«Beh, io ho due papà»

La signora corrugò la fronte. «Due, tesoro? Allora dimmi i loro nomi»

«C'è mio papà Jamie Dornan e poi mio padre Justin Bieber» risposi.

Rose si commosse per alcuni secondi? D'altra parte, Justin voleva solo morire. Amava Jason, anche se non lo considerava più il suo papà.

_____ deglutì al sentire i nomi dati da Jason. La signora si girò e allungò il braccio. «E dimmi, come consideri quell'uomo, Jason?»

Scossi un po' la testa e vidi Jaime. Mi sorrise quando mi vide guardarlo. «È mio papà. Mi regala sempre molte cose. Inoltre gioca con me e mi porta all'asilo. O sennò, mi porta al parco e poi andiamo a prendere un gelato» dissi ricordando tutto quello che avevo fatto con lui.

La donna annuì e sorrise mostrando i suoi denti. «Come consideri quell'uomo, Jason. Lo consideri il tuo papà?» Sollevò di nuovo il braccio ma questa volta da un altro lato. Indicava mio padre. L'ho guardato. La mamma mi ha sempre detto di rispondere dicendo la verità.

«Jason. Piccolo. Come consideri quell'uomo?» la signora mi fece di nuovo la stessa domanda.

«Ho il suo cognome, ma non lo considero mio papà»

Dall'altro lato della stanza Justin voleva piangere.

«Perché piccolo?»

Giocai con i piedi per un momento mentre pensavo a cosa avrei risposto. «Non passa mai tempo con me. Lo vedo solo per poco tempo»

il divorzio dei bieber ➳ jbDove le storie prendono vita. Scoprilo ora