Capitolo 30"

4.6K 124 3
                                    

RIPOSTO IL CAPITOLO PER CHI NON È RIUSCITO A LEGGERLO. CHIEDO SCUSA PER L'INCOVENIENTE, SPERO ORA SI LEGGA.
BESOS

Harry's POV

Quando ho visto Chris la prima volta seduta su quella poltroncina nel treno mi era sembrata una di quelle ragazze perse. Quelle che si salvano da sole e che vivono una vita diversa da tutte le altre. Quando ho visto che non mi era saltata addosso e che mi aveva trattato con indifferenza mi sono sentito sollevato. Mi trattava male perché le stavo antipatico e mi trattava bene perché ci teneva a me. Non c'erano doppi fini, non era una lama a doppio taglio, era semplicemente se stessa.

Quando l'ho baciata la prima volta, sul mio letto, dopo la discussione con Zayn ho capito che avevo paura di perderla, per quanto fosse insopportabile, temevo che sarebbe scappata via da me, dal mio mondo, dalla mia fama. Così mi sono comportato come sono un figlio di puttana si comporterebbe. L'ho allontanata da me, dallo schifo che sono, dalla tristezza della vita che vivo. Sono andato a fare quella tappa extra perché lei mi aveva supplicato di farlo e quando sono tornato ho fatto l'unica cosa che potevo fare per salvarla: fingere.

Quando venne a casa mia per urlarmi contro tutto il dolore che le stavo causando ho capito che non era giusto. Lei mi amava, me l'aveva detto quel giorno ai tavolini di Starbucks ed io ero rimasto in silenzio a mangiarmi le mani per quanto avrei voluto urlarle che anche io l'amavo e che l'amavo come non avevo mai amato nessuno. Eppure ero rimasto in silenzio, fissando i suoi occhi azzurri e sentendomi morire dentro.

Mi sentivo in colpa, fottutamente in colpa, perché i suoi occhi non brillavano più e io pensavo fosse per me, che le avevo mentito, o per Ellie, con la quale aveva litigato. Invece era quella malattia, era lei che me la stava portando via. La stava consumando.  E mentre credevo che il suo cuore battesse per me, in realtà si stava fermando lentamente, sempre di più, fino a quel giorno.

Si è sentita male mentre stavamo facendo l'amore, mentre gemeva il mio nome e graffiava la mia pelle. In quel letto d'ospedale era così fragile e debole che mi sentivo morire io per lei. Dovevano operarla d'urgenza, e così aspettai sei lunghe ore fuori da quella sala operatoria, con gli occhi chiusi, le mani unite in preghiera e la testa china. Sua madre in piedi appoggiata al muro ed Ellie in singhiozzi. Sei ore, sei lunghe ore per poi cadere nel baratro.

Alzai gli occhi al cielo per guardare le stelle. La notte faceva da sfondo alla sabbia morbida su cui ero steso. Presi il portagioie che avevo rubato da sotto il letto di Chris e lo aprii lentamente. C'erano tantissimi disegni, molti mi ritraevano. Uno attirò particolarmente la mia attenzione. Era fatto a matita e il nero si sfumava tra i miei capelli, ero inginocchiato, la schiena inarcata e una mano tra i capelli, l'altra sulla coscia. Ero in boxer e i tatuaggi sul braccio risaltavano dall'intero disegno. Lo girai per leggere la data, ma quello che vi trovai scritto fu ben altro.

Caro Harry,

scusa se preferisco scriverti piuttosto che parlarti di persona. Ma non è mai facile dire a qualcuno quello che realmente pensi. Io, poi, non sono molto brava con le parole e tutto quello che provo lo metto sempre su carta, dovresti saperlo. Sapevo che un giorno avresti aperto il mio portagioie senza il mio permesso, e anche se avevo pensato di darti la lettera appena l'avevo scritta, ho pensato fosse meglio conservarla in modo che tu avessi potuto leggerla a prescindere da coma sarebbe andata a finire questa storia, la nostra storia.

Dal primo momento che ti ho visto ho sentito il sangue raggelarsi nelle vene e non ho potuto fare a meno di pensarti. Guardavo spesso casa tua dalla piccola finestrella della mia stanza e desiderai farti sapere che ero arrivata, che c'era una grande stronza di nome Chris che voleva farti capire alcune cose. Feci quel murales per gioco, eppure guarda dove ci ha portati.

Poi eri seduto lì, al tavolo di mia nonna, mi hai sorriso. Ho fissato le tue fossette ai margini della bocca per più di cinque minuti e tu te ne sei accorto, ne sono certa.

Ho subito pensato che eri troppo fottutamente perfetto per appartenere a questo mondo e che non avresti mai potuto davvero prendere in considerazione una come me. E invece l'hai fatto. E per questo ti devo un grazie.

Grazie per tutte le volte che mi hai sorriso regalandomi un piccolo angolo di paradiso. Grazie perché anche se mi hai mentito e volevi allontanarmi dal casino della tua testa, non l'hai mai fatto davvero.  Grazie perché non avevo mai sentito le farfalle nello stomaco sbattere le ali come quando stavo con te. Grazie Harry perché mi hai regalato un posto nel tuo cuore, perché ti sei preso cura di una stronza colossale, perché mi facevi ridere con quelle tue battute stupide. Grazie, perché se non te lo dico impazzisco.

Quando mi hai baciato, quando abbiamo fatto l'amore per la prima volta sul divano della nonna io mi sono sentita a casa, e lì ho capito che la mia casa era ovunque ci fossi anche tu.

Non dimenticherò mai i tuoi occhi verdi persi nel vuoto quando ero venuta come una furia a casa tua per dirti che eri uno stronzo figlio di puttana perché stavi con un'altra.

Avrei dovuto capirlo subito che l'avevi fatto per me, per tenermi lontana dal tuo mondo. Ma ormai era impossibile tornare indietro, lo sai, perché il tuo mondo era diventato innegabilmente anche il mio, ed era giusto così.

Poi è arrivato quel medico e la sua frase ha stroncato tutto, Harry. La mia malattia, la precarietà della mia vita, tu che urli e che butti tutto per aria, che piangi. Avrebbe dovuto dividerci, invece ci ha uniti ancora di più.

Abbiamo fatto l'amore con il mio cuore quasi a pezzi, abbiamo riso così tanto da farci mancare il fiato. Ma non so te, ti giuro che io non cambierei niente tra noi. Non cambierei mai i nostri sguardi, nemmeno le nostre occhiatacce, non cambierei il modo in cui ti passavi le mani tra i capelli quando ti facevo incazzare.

Perdonami Harry, perdonami se non ho il coraggio di dirti di persona quanto ti amo, quanto sei importante per me e quanto vorrei vivere la mia vita con te, per sempre. Ma non so se sarà possibile, io non so se ce la faccio e ho paura di non riuscirci. Ma tu stammi vicino, non lasciarmi mai, resta, perché se ci sei tu io starò bene. Amami Harry, amami più che puoi, che sia un'ora, un mese o una vita intera. Ma fallo. Qualunque cosa succeda non lasciare che il dolore ti consumi.

Tu starai bene perché io ti amerò. Come ti amo in questa vita e come ti amerei nelle altre mille, se solo ci fossero.

Tua, per sempre.

Chris.

Rigirai la lettera tra le mani mentre le lacrime scorrevano lungo le guance. Non era dolore, non era tristezza, era rimpianto. Era il rimpianto di non aver potuto dirle troppe volte che l'amavo e che l'avrei amata sempre e comunque. Avrei voluto dirle che non mi importava nulla se non mi aveva parlato molto dei suoi sentimenti, che si era limitata a dire 'ti amo' poche volte. Volevo solo che stesse bene. Riguardai nella scatola, ogni disegno raccontava qualcosa, e fu allora che capii.

Lei aveva scritto la nostra storia, aveva raccontato di noi e l'aveva fatto nel modo più semplice ed umile.

Disegnando.

{Pubblicherò l'epilogo in questi giorni, non è ancora finita ❤}

Drawing. || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora