Atto II: Coincidenze o Destino?

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La luna era alta nel cielo nero come la pece.Non c'erano stelle quella sera.La luna era solitaria e triste e illuminava il volto del ragazzo, limpido e pallido.I capelli erano neri come il carbone e nei suoi occhi dello stesso colore del mare era riflessa la luna.

"Iris" pronunciò quelle parole in modo dolce e pacato "Simbolo dei sentimenti positivi, dei sentimenti che provo per te" disse. Mi sentì avvampare, poi lui si sporse e sfiorò la mia guancia con il dorso della mano, si chinò verso di me, sentivo il suo dolce respiro sulle mie labbra.Mi avvicinai a lui ma d'improvviso mi sentì trascinata via come da un uragano.Aprii gli occhi, un tizio, lo stesso tizio con la felpa nera mi stava trascinando via.

"Cosa diavolo ci fai tu qui? Lasciami maledetto" ero fuori di me, Il ragazzo dai capelli neri era sparito nell'oscurità. Imprecavo

"Lasciami scellerato! E restituiscimi il libro" si fermò di colpo guardai le sue spalle,incuriosita

"Hei? si può sapere chi sei?" gli chiesi.Non rispose.

Si voltò. Lui era mio padre

"Svegliati" disse. Urlai e spalancai gli occhi sul soffitto bianco.Un incubo che altro poteva essere?

Quando mi voltai mio padre era li, i capelli castani spettinati aveva un espressione spaventata sul volto illuminato dal sole, piccole rughe gli solcavano la fronte

"Isa? Perchè urlavi hai fatto un brutto sogno?" piegò la testa di lato, era piu curioso che preoccupato

"Era un orribile incubo!"dissi quasi d'impulso ripensando con rabbia al tizio assurdo, come osava profanare i miei sogni?

"Si comunque alzati, farai tardi a scuola" disse e uscì fuori dalla stanza, lo sentì scendere le scale. Mi sedetti sul letto stiracchiandomi, guardai la sveglia, avrei fatto bene a sbrigarmi.

Dopo essermi lavata indossai la divisa, per la fretta non feci colazione, presi volocemente un cupcake e afferrai lo zaino

"Scusa mamma, è stata una nottataccia, devo andare. Ciao pà" dissi e mi chiusi la porta alle spalle. Il cielo era limpido, qua e là qualche nuvola sporcava l'azzurro, il sole faceva capolino e mi bruciava gli occhi, abbassai lo sguardo.

Ripensai al mio sogno. Non alla parte orribile in cui venivo rapita...di nuovo

Ma al ragazzo dai capelli neri. Era cosi surreale che pensai che davvero fosse solo un sogno, eppure quel ragazzo lo avevo incontrato veramente. Will, non avevo mai visto un ragazzo tanto bello in vita mia, nessuno mi aveva fatto battere il cuore in quel modo. Tirai fuori dallo zaino l'iris e lo annusai, tanto per sentire che era tutto vero. Quella notte lo pensai spesso, se era venuto al ballo della scuola poteva solo significare che andassimo nello stesso istituto.Allora perchè non lo avevo mai visto? In effetti sembrava un tipo piuttosto solitario, chi sta tutto solo in giardino ad una festa? Questo accrebbe la mia curiosità e magari oggi con un po di fortuna lo avrei incontrato. E se lui non si ricordasse affatto di me? Se la scusa dell'iris era una scusa per attaccare bottone che utilizzava con tutte? Ma la domanda che continuavo a pormi era...Chi era il tizio che mi aveva trascinata via da scuola? Scossi la testa avvilita, a quanto pare ero più interessata a quel tizio che al ragazzo bello da morire della festa e , conoscendomi non me lo sarei tolto dalla testa finché non avessi riavuto il mio libro.

L'aria fresca mi sfiorava il viso, facendo ondeggiare i miei lunghissimi capelli. Avvicinandomi alla scuola notai una piccola figura dai capelli biondi che continuava a lamentarsi con un ragazzo alto alla sua destra

"Ti avevo detto di non metterci il pomodoro nel panino barboncino, se non fai il tuo dovere ti riporterò al canile" John sbuffò

"La vuoi smettere di dire idiozie? Non sono un cane, e poi dove lo trovi uno come me disposto a sopportarti?" era sicuro di se, e prese il cellulare rigirandoselo tra le mani

L'iris e la rosa- Wattys2019Where stories live. Discover now