Gli occhi di Erin diventano subito lucidi. -Non immaginavo potesse arrivare a tanto.-

-Voglio solo parlargli.-

Erin scuote la testa e sospira. -Merda. Ascolta. Posso dartele io alcune spiegazioni.-

La scruto attentamente. -Parla-

Manda giù un groppo in gola e poi inizia a spiegare.

-Luke è clinicamente malato. Soffre di una psicosi maniaco depressiva, un disturbo bipolare.

È una sindrome genetica ereditaria, e siccome è stato adottato come me e nostra sorella, non sappiamo se i suoi genitori biologici la avessero. Ma probabilmente è così.

È da quando lo conosco che ne soffre, e deve prendere quelle medicine per essere normale. Quelle che mi hai visto mettergli in bocca a forza quella volta che ha dato di matto.-

Annuisco. -Che cosa sono?-

-Sali di litio. Pillole molto potenti. Le ha sempre odiate, fin da piccolo, perché dice che lo fanno sentire vuoto.

Cosí a volte smette di prenderle senza che noi lo sappiamo.

Ce ne accorgiamo solo quando inizia a mostrare i primi sintomi.-

-Ad esempio?- interviene Faith.

-Soffrire di bipolarismo, significa oscillare continuamente tra due condizioni opposte: una depressiva e una maniacale.-

Io e Faith la guardiamo confuse, e lei capisce che deve spiegarsi meglio.

-A volte se ne sta per dei lunghi periodi in casa, senza mangiare, senza parlare, senza alzarsi dal letto.

Poi una settimana dopo, come per magia, diventa agitato, frenetico.

Una volta è tornato a casa dopo aver comprato una barca, con dei soldi che neanche avevamo.

Un'altra volta si è attaccato a un treno in corsa, coricandosi sul tetto.-

-Che cosa?! Questo è fuori di testa!- urla Faith, sconvolta dalle parole di Erin.

-I primi anni qui non era così. Era buono. Il bambino più dolce che avessi mai conosciuto. E gli ho sempre voluto un bene dell'anima. Non volevo che gli accadesse nulla di male. Essendo più grande di lui mi sentivo responsabile. Volevo proteggerlo ad ogni costo.

Ma non potevo proteggerlo da sé stesso.

Ad un tratto è diventato pericoloso per la sua stessa incolumità.

Non sai quante volte, ha cercato di ingoiare le sue pillole, in quantità così grandi da voler uccidersi.

Le ho dovute chiudere in un armadietto a chiave, e tenerla nascosta.-

Si ferma un attimo per asciugarsi una lacrima sulla guancia. E poi ricomincia a parlare con voce spezzata dal dolore.

-Non sai come sia aver paura di trovarlo in fin di vita da un momento all'altro.

O sentirgli dire che tanto la sua vita è senza valore e che sarebbe meglio se morisse, quando aveva solo dodici anni.-

Tira su, col naso mentre altre lacrime scendono in quantità maggiori.

-Un bambino non dovrebbe pensare queste cose.

Ha sofferto tantissimo, ma io non avevo idea che potesse essere capace di fare una cosa del genere, Alyssa.

E pensare che l'ultima volta, circa due mesi fa, era completamente sparito dalla circolazione. Non lo trovavamo da nessuna parte. Eravamo preoccupati a morte.

Kiss me or Kill me [COMPLETA] #Wattys2019Where stories live. Discover now