Capitolo 3

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Il sole che entra dalla finestra mi costringe a svegliarmi, nonostante non abbia dormito molto stanotte.

I pensieri vanno sempre ad un'unica persona: un'ammasso di capelli scuri come il carbone, ma due occhi freddi che devono aver visto più di quello che una persona può pensare, ed il suo atteggiamento è solo una conseguenza di ciò che ha passato, magari gli altri non lo capiranno, ma solo chi ha sofferto può capire la sofferenza altrui. Potrei sbagliarmi, ma quegli occhi avevano un qualcosa che mi ha stregata.

Cerco di non pensare a lui e mi alzo dal mio angolo di paradiso per andare a fare colazione. Appena scendo giù trovo mia madre già ai fornelli che sta preparando i pancake.
«Buongiorno mammina» la saluto con un bacio sulla guancia che la fa sorridere.
«Buongiorno tesoro, tutto bene ieri sera?» ovviamente mia madre non era cambiata, voleva sempre sapere tutto ciò che mi succedeva, non che la cosa mi desse fastidio, ormai ero abituata.

«Tutto bene, non siamo tornate molto tardi» mentre parlo osservo mia madre mentre mi serve i miei pancake e non posso non pensare alla forza che questa donna ha ed alla fortuna che ho avuto ad averla come madre poiché, nonostante le mille cadute, si è rialzata mille ed uno volte più forte e sorridente della volta prima. Sono orgogliosa della donna di fronte a me e della mamma che è.

Dopo aver mangiato andiamo in chiesa, come ogni domenica mattina. Il sole splende nel cielo ed il mio umore è migliore rispetto a questa mattina, penso che nulla potrà rovinare il mio ottimo umore di oggi.

Quando torniamo a casa è già ora di pranzo. Quando stiamo per entrare, però, vediamo un signore che sta scaricando delle valigie proprio nella casa affianco alla nostra che era rimasta chiusa per così tanti anni che pensavo nessuno l'avrebbe più comprata, ma evidentemente mi sbagliavo.

«Guarda Amy, sono arrivati i nuovi vicini. Mi raccomando non prendere impegni per il pomeriggio perché dobbiamo andare ad accogliere i nostri nuovi vicini» il tono di mia madre non ammetteva repliche, perciò accetto senza obbiettare, anche se dentro di me sto già immaginando la noia che sarà questa visita.
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Dopo aver mangiato mia madre riceve una telefonata di lavoro dal supermercato, una sua collega si è sentita male e lei deve andare a sostituirla, perciò questo significa che sarò sola in casa, o almeno credevo.

«Amy dopo porta questa vaschetta di gelato ai vicini, anche se io non posso venire puoi andare tu a dare loro il benvenuto»

«Mamma ma non sarebbe meglio se venissi anche tu con me, io da sola mi sentirei a disagio» spero di convincerla con la mia faccia da cucciolo smarrito, ma lei non sembra abboccare «Tranquilla tesoro, non devi per forza rimanere, basta che porti solo questa vaschetta e dai il benvenuto, niente di complicato» perciò alla fine mi arrendo ed annuisco.
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Dopo due ore da quando mia madre se ne è andata mi ritrovo davanti alla porta dei vicini con una vaschetta di gelato in mano ed un sorriso che anche mia nonna, che non ci vede bene, vedrebbe come falso.

Busso un paio di volte e, quando sto per andarmene, la porta si apre e compare l'ultima persona che mi aspettavo di vedere.
«Guarda un po' chi si rivede, ciao principessina» se questa non è una punizione divina non saprei come altro chiamarla.
«Cosa ci fai tu qui?» la mia domanda potrebbe risultare stupida, ed oggettivamente lo è, ed anche molto.
«Io ci vivo qui, tu invece sei rimasta così affascinata da me che mi segui dappertutto?...mi dispiace deluderti principessina, ma le santarelline come te non sono il mio tipo» ho già detto che lo odio? Perché lo odio da morire.

«Io abito qua affianco e mia madre mi ha obbligato a portare questa vaschetta ai vicini, ma ora che ho scoperto che sei tu il nuovo vicino, mi riporto tutto indietro e tolgo il disturbo» lo saluto e faccio per andarmene, ma mi prende dal polso e blocca ogni mia possibile fuga da quel posto
«Entra, ma solo perché voglio un po' di quel gelato, non farti illusioni»
«Tranquillo non sono una che se ne fa, sei tu che mi vuoi far entrare, per me posso anche andarmene» dopo aver detto questo, come se non avessi detto niente, mi guida all'interno dove tutto è in perfetto ordine, non mi aspettavo tutto questo ordine, almeno non da uno come lui, è pieno di sorprese.

Mi accompagna in salotto e lui sparisce in cucina a mettere il gelato nelle coppette. Mi guardo intorno in questo enorme posto e la prima cosa che salta all'occhio è un'enorme divano e di fronte un'enorme televisore, ma ciò che attira la mia attenzione è un'enorme libreria in cui ci sono anche alcuni dei miei libri preferiti, non pensavo fosse il tipo di ragazzo che legge libri di questo genere.

Prendo uno dei miei libri preferiti, orgoglio e pregiudizio, e, sfogliando le pagine, noto alcune frasi sottolineate, sto per leggerle quando la sua voce mi fa sobbalzare

«Quello era il libro preferito di mia madre» l'emozione che traspare nella sua voce mi fa sentire inspiegabilmente orgogliosa del fatto che questo sia anche il mio libro preferito ed infatti colgo l'occasione per parlargliene
«Questo è anche il mio libro preferito, lo amo immensamente» appena finisco di parlare mi guarda così intensamente da farmi rabbrividire, ma subito cambia argomento
«Tieni il tuo gelato, puoi sederti anche sul divano se vuoi» seguo il suo consiglio e lui si siede affianco a me.

Non parliamo molto mentre mangiamo, ma mi sbalordisce il fatto che stiamo nella stessa stanza da almeno venti minuti e non ci siamo ancora uccisi considerando il fatto che siamo come cane e gatto.

Appena finiamo di mangiare lui si gira verso di me e passa un dito sul mio labbro inferiore
«Avevi un po' di gelato sul labbro, principessina» dopo aver detto ciò mette il suo dito in bocca e prende il gelato che prima era sul mio labbro. Sento il mio viso ed il mio corpo in fiamme. Prima di arrivare non pensavo che sarebbe stata una visita così faticosa, ed il bello deve ancora arrivare.

Spazio autrice
Chissà cosa succederà ora?! Vi aspettavate un Blake non troppo scontroso? Beh c'e da dire che molto spesso l'apparenza inganna, o magari no.
A presto🌸

My deepest loveWhere stories live. Discover now