11. «Mi mancherai»

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«Papà?»

"Papà? È lui?" Pensò Peter. L'uomo, dalla figura imponente, i capelli castani e le folte basette, gli metteva soggezione.

Il ragazzo deglutì.

"Lui non deve sapere cosa stava per succedere tra me e Sybil prima. Anche se non l'ho capito nemmeno io."

Vide Sybil far rientrare gli artigli e correre verso l'uomo, abbracciandolo.

Mentre il cuore di padre e figlia stavano battendo all'impazzata per la gioia di rivedersi, quello di Peter era sprofondato nella tristezza.

"Lei se ne andrà adesso..." Pensava. "E dovrei essere felice, perché finalmente torna nel suo mondo. Ma allora perché mi sento così?"

Il ragazzo sentiva gli occhi pizzicare. Gli veniva da piangere -e non per la commozione, come stava succedendo a Sybil e Logan-.

Peter si avvicinò ai due, lentamente.

«Sono venuto per riportarti a casa.»
«No!» Esclamò di scatto il ragazzo, mentre l'uomo si staccava dall'abbraccio con Sybil. «Chiedo scusa?» Domandò irritato, alzando un sopracciglio. Si avvicinò al ragazzo, sovrastandolo. «Vuoi dirmi cosa fare con mia figlia?»

«Papà! Papà, fermò!» Sybil si avvicinò ai due. «Lui è Peter, è mio amico e ci sto... lavorando insieme. Come supereroi, capisci? Gli ho promesso che lo avrei aiutato con gli elementali e-»
«Non se ne parla. Sei troppo piccola per fare la supereroina.»

La ragazza sbuffò. «Ma ho fatto delle missioni con voi!»

«Perché ci seguivi di nascosto. Ora si torna a casa.»

Peter e Sybil si guardarono. «Non posso, papà.»
«La prego signore, non la porti via.»
«Il ragazzo se la caverà da solo, contro quei cosi di cui parlavi. Questa invece è l'unica opportunità che hai tu di tornare a casa. Alla Xavier abbiamo riunito le menti più geniali per aprire un portale inter dimensionale, ma funziona solo due volte: andata e ritorno.»
«Come mi avete trovata?» Domandò Sybil
«Potenziando Cerebro.»

La ragazza si avvicinò a Peter, prendendogli la mano. «Papà, ho fatto una promessa.» Intrecciò le sue dita con quelle del supereroe.

«Non potrai più tornare a casa.»
«Invece no! C'è un tipo che apre gli squarci e... da lì escono i mutanti, e rientrano se vengono messi solo temporaneamente K.O. Posso andare da lì.»

Logan guardò la sua bambina con un mix di tristezza e dolcezza, per poi porgerle la valigetta. «Non so perché, ma mi aspettavo una cosa del genere. Alla fine tu ami le avventure. Ora va' lì.» indicò un bagno pubblico «e prova quello che c'è nella valigetta.»

La ragazza prese la valigetta e fece come disse il padre. Quando entrò nel bagno e vide il contenuto del bagaglio, gli occhi le luccicarono.

Era una tuta, come quella degli X-Men -più old school peró, perché era quella gialla e blu- dai piedi finì alle ginocchia era blu, stesso colore delle due grandi X ai fianchi e dei mezzi guanti, per il resto era gialla. Accanto alla tuta vi era poi una cintura -che avrebbe dovuto mettere- con il simbolo degli X-Men.

Sybil mise la tuta, per poi tirare su la cerniera -che partiva a livello dell'ombelico-, decise però di non tirarla tutta ma fermarmi a livello dell'inizio del reggiseno -così da formare uno scollo a V, che tanto adorava-. La tuta aderiva perfettamente al corpo della ragazza.

Uscì dal bagno, con i vestiti in una mano e la valigia nell'altra.

«Wow.» Disse Logan, sorridendo a sua figlia.

Era così fiero di lei. Non avrebbe mai pensato che vederla con il costume lo avrebbe fatto sentire così orgoglioso.

Ma ora doveva lasciarla andare.

Lui le aveva insegnato tutto, però adesso lei doveva prendere in mano la sua vita e fare le sue scelte.

«Sembri una vera X-Men.» Gli occhi di Sybil luccicarono. «Tu cosa ne pensi, Web Head?» Peter era rimasto imbambolato a fissare la ragazza.

Era bellissima, sembrava una dea e il costume metteva in risalto le forme della ragazza, cosa che il suo... "amichetto al piano di sotto" non tardò a notare ed apprezzare -così tanto che Peter dovette stringere le gambe e allungare la camicia che indossava.

«Ehm... Web Head? Ci sei?» Gli sventolò una mano davanti.
«Ehm si... si. Che c'é?»
«Come sto?»
«Sei stupenda.» Arrossì. «C-cioè... sei... stupendamente eroica. Ecco.»

Sybil sorrise, arrossendo leggermente, per poi girarsi verso il padre.

«Hai scordato la maschera però.»
«Non l'ho vista nella valigetta, e comunque i suoi compagni mi hanno vista usare i miei poteri.» Disse la ragazza, mentre il padre le prendeva la valigetta dalle mani e la apriva. «Non hai cercato bene, ragazzina.» Prese una maschera blu e gialla, che Sybil riconobbe subito. Era la maschera di Wolverine. La maschera del padre. «Beh, l'abbiamo dovuta fare più piccola, per la tua misura, ma... penso che sia perfetta, per la prossima Wolverine.»

La prossima Wolverine.

«Intendi dire che...?»
«Che sei ufficialmente la Wolverine di questo mondo, cocca. Mi mancherai.» Le rivolse un sorriso triste. «Ma non posso obbligarti a venire con me. E poi...» guardò Peter.

Non aveva ben capito perché, ma la sua bambina sembrava attratta da quel ragazzo. Ad ogni modo, Peter sembrava molto meglio di Felix -anche se ci aveva parlato per pochissimo tempo. Ma chiunque era meglio di Felix, per Logan.

«Il tuo cuore appartiene a questo posto, giusto?» Il suo sguardo tornò su sua figlia.

La sua bambina.

«Troverò un modo per ritornare, papà.»

Gli diede un bacio sulla guancia. «E... grazie, davvero.»

«Ora devo andare, bambina mia.»

Appena pronunciò quelle parole un varco si aprì alle sue spalle, a differenza degli altri però, quello non era violento.

E sapeva di casa.

Gli occhi di padre e figlia si riempirono di lacrime, ma entrambi si imposero di non farle uscire.

«Ah e, ragazzina.» Disse, prima di entrare nel varco. «Ho altre due cose da dirti: la prima è di non guardare le armi o le mani dell'avversario, ma gli occhi. Loro ti diranno da dove viene il pericolo. E la seconda...» Fece una piccola pausa. «La vita è un'infinita serie di possibilità. La stasi arriva solo con la morte.»

La ragazza corrugò le sopracciglia: che voleva dire?

«Mi mancherai, Sybil.»

Entrò nel portale, che si richiude subito dopo.

La ragazza rimase con la maschera in mano e le lacrime agli occhi.

«Mi mancherai anche tu, papà.» Sussurrò, guardando la maschera.

Da quel momento in poi non sarebbe più stata Sybil, la diciassettenne che voleva solo tornare a casa e provare la sua forza a tutti.

Da quel momento in poi sarebbe stata qualcosa di più.

Qualcosa che aveva sempre sognato di essere.

Sarebbe stata un'eroina.

Sarebbe stata un X-Men, in un mondo che non sapeva dell'esistenza di quel gruppo di eroi.

Ma, soprattutto, sarebbe stata Wolverine, e tutto sarebbe andato a meraviglia.

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