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Narratore POV.

«Io sono Lee Hoseok.» disse porgendogli la mano.

«Chae Hyungwon.» rispose stringendola.

Hoseok la sentiva, fredda, tra le sue dita, che avvolte intorno al suo palmo, andavano a sfiorare appena le ossa sporgenti delle nocche e del dorso dell'altro ragazzo.

I loro occhi s'incontrarono per una manciata di secondi, prima di essere rivolti nuovamente alle macchinette illuminate, davanti a loro.

Una sensazione pervase su per la spina dorsale come un brivido, il corvino. Quegli occhi... Li aveva già visti prima, ma probabilmente era solo una sua impressione.

«È-è la prima volta che ti vedo, cioè nel senso non che ti vedo vedo, visto che ci siamo già incontrati prima, ma intendo che ti vedo qua, insomma... Vieni qui spesso?» chiese in modo un po' impacciato Hoseok, mentre il ragazzo insieme a lui, digitava il numero della sua bevanda, per poi osservare la bottiglietta muoversi lentamente fino a cadere con un tonfo.

"Che stupido-" pensò autocommiserandosi.

«Non esattamente.» rispose l'argento abbassandosi, nell'intento di prendere la sua acqua, divertito dal modo con cui il ragazzo aveva posto quella domanda tanto banale.

L'altro annuì piano, osservando Hyungwon in ogni suo movimento, quasi come se fosse rimasto stregato in qualche modo dalla sua figura, approfittando del fatto che non potesse vederlo.

Si accorse davvero di quello che stava facendo, solo quando il diretto interessato delle sue attenzioni, si girò improvvisamente cogliendolo sul fatto.

Hoseok distolse lo sguardo come scottato, ringraziando mentalmente che ci fosse poca illuminazione lì a nascondere l'imbarazzo evidente sul suo viso probabilmente via via più rosso nonostante però l'unica vera e propria fonte di luce fossero le macchinette, mentre il più alto dei due ridacchiava sommessamente allo sconforto dell'altro, rivolgendo poi lo sguardo ad un punto a caso.

Il più grande allora, diede un colpo di tosse forzata giusto per smorzare un po' l'atmosfera tesa che si era andata a creare intorno a lui, e che lo stava soffocando più di prima, per poi parlare della prima cosa che gli venne in mente in quel momento, ma finendo con l'essere preceduto dall'argento.

«Comunque, grazie per i soldi. Vedrò di ridarteli quando ci reincontreremo.» disse semplicemente.

Hoseok tornò in sé, facendo per dire che non importava, che si trattava solo di qualche centesimo, ma venne fermato.

«Non mi piace avere debiti con le persone.»

E così, Hyungwon fece per congedarsi ed andarsene allo stesso modo con cui era comparso dal nulla non molto tempo prima, ma qualcosa dentro il corpo del corvino, lo spinse a fare l'ennesima richiesta di quella serata.

«Ti va di andare a fare due passi?»

Sapeva che stava essendo troppo avventato, e che al momento fuori era buio, ma credeva che se non avesse fatto subito qualcosa, probabilmente non lo avrebbe più rivisto.

Hyungwon si fermò a pensare per qualche secondo, nel frattempo che il silenzio era tornato a regnare tra loro come già successo precedentemente. Quello stesso silenzio che sembrava essere divenuto parte di loro ormai, ma venne spezzato in tutta la sua fragilità dall'argentato.

«Perché no.»

23:57

Hyungwon entrò nel suo appartamento, chiudendosi la porta dietro e dirigendosi subito in camera sua, buttandosi a peso morto sul letto.

Era stato per due ore a parlare con quel ragazzo, passeggiando per il parco vicino alla palestra, senza rendersi conto di quanto in fretta fosse passato il tempo.

L'atteggiamento così spontaneo di Hoseok aveva fatto in modo di convincerlo ad accettare qualsiasi proposta gli facesse, finendo solo con l'aiutarlo nel raggiungere il suo obiettivo principale e motivo di quell'incontro non del tutto casuale.

'Quindi cosa vorresti fare?' chiese l'altro ragazzo.

'Conosco il mio potenziale, ma comunque le mie abilità investigative e capacità nell'ottenere informazioni sono limitate.' iniziò a spiegare Hyungwon.

'Quindi vorresti chiedere aiuto a quel tipo? Ad un poliziotto? Ma hai idea di quanto possa essere rischiosa questa cosa!?'

L'argentato abbassò leggermente la testa, osservando il tavolino da caffè in vetro davanti a lui. Sapeva a cosa stava andando incontro col voler chiedere aiuto ad un agente, ma era ancor più consapevole di quanto fosse importante il dover trovare risposte riguardo il suo passato, il quale aveva fin troppi punti interrogativi a cui non sapeva come rispondere.

Quindi rialzò lo sguardo, puntandolo dritto in quello dell'altro, che aveva continuato il suo monologo inconsapevole del fatto che nessuno lo avesse ascoltato, per poi rispondergli con tono deciso.

'Tu sai meglio di me quanto io ci tenga, giusto?' iniziò con fare serio, 'Sono stanco di vivere così, senza sapere da dove vengo, a quale posto appartengo, quali sono le mie origini. Io voglio sapere chi sono davvero.'

Il ragazzo di fronte a lui lo stava a sentire silenziosamente, riflettendo mano a mano che l'altro andava avanti con il suo discorso. Sapeva quanto questo argomento lo turbasse alle volte, portandolo ad avere dei crolli ogni tanto a causa di alcuni pensieri che occupavano continuamente la sua testa, anche se non lo dava a vedere. Per questo ogni volta che c'era una qualche cosa in grado di ricollegarsi presumibilmente al suo passato, Hyungwon faceva in modo di sapere il più possibile a riguardo, anche se non poche erano state le occasioni in cui la risposta si era soltanto rivelata una delusione in più da aggiungere a molte altre.

'Sai quel sogno di cui ti avevo parlato? Quello della sparatoria, eccetera? Stanotte l'ho rifatto. Sembrava uguale alle altre volte, ma invece di fermarsi tutto al momento della sparatoria, va avanti.'

'E cosa succede?' chiese in modo cauto il più piccolo dei due.

'Lei, la donna che mi ha protetto...era mia madre.' un sorriso spento stava lì costeggiato sul suo volto.

Il minore lo guardava leggermente sconvolto, ma prima anche solo di aprir bocca, venne preceduto.

'Io... Ho intenzione di saperne di più a riguardo. Questo potrebbe aiutarmi in qualche modo, anche se so che non è molto, però... Ho bisogno di sapere.' disse guardandolo negli occhi. L'altro ragazzo allora, si lasciò andare ad un sospiro rassegnato.

'Va bene, allora. Ma sono ancora contrariato al fatto che tu stia chiedendo aiuto ad uno sbirro.'

'Credi che sia così stupido da fargli scoprire la mia vera identità?' chiese ridendo appena, mentre l'altro scuoteva leggermente il capo, con fare disperato e preoccupato allo stesso tempo.

'Non è questo, è solo che... Vedi di stare attento.' Hyungwon gli sorrise per tranquillizzarlo.

'Grazie Changkyun.'

Ed ora si trovava lì, a pensare a tutto e a niente, nel mentre che iniziava a rimettere in ordine i vari tasselli del puzzle della sua memoria. Finalmente aveva la possibilità di scoprire qualcosa in più su stesso e che gli era sempre stata nascosta.

«L-Lasciami andare...T-ti preg-»
«Sta zitto e non fiatare.»
«N-non voglio...»

Shoot Out || Hyungwonho † Hiatus †Where stories live. Discover now