anguria

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jackson era seduto a terra, le gambe rannicchiate vicino al petto, guardando un punto indefinito nel vuoto. per gli altri poteva sembrare normale, calmo, ma in realtà era l'esatto opposto. lui voleva urlare e piangere, lanciare qualsiasi cosa gli capitasse davanti.

voleva dire a pepi quanto lo odiasse.

ma non fece nulla.

rimase semplicemente seduto sull'erba del giardino della scuola, dondolandosi leggermente avanti e indietro.

mormorava parole, parole che avrebbero dovuto tranquillizzarlo. ma furono totalmente inutili.

a causa della mancanza di insegnanti, jackson aveva potuto lasciare la sua classe abbastanza spesso ma improvvisamente il suo professore era tornato ed aveva deciso di iniziare la sua lezione.

e con una stupida frase, aveva distrutto qualsiasi cosa.

"prendete il vostro peso e calcolate il vostro indice di massa corporea. impareremo nuove cose riguardo al cibo salutare e alla nutrizione di cui il nostro corpo ha bisogno, parleremo anche di cosa succede quando quest'ultimo non riceve tutte le energie necessarie."

in quel momento, la classe di jackson era diventata il suo personale covo d'inferno.

aveva sentito tutti parlare del cibo. frutta e verdura, pane e riso, pesce e noccioline.
parlarono anche di ciò che jackson chiamava "cibo spazzatura"
dolci e pizza, panini e patatine fritte.

li aveva sentiti parlare di persone come lui. di quanto fossero malate, di quanto dovessero essere ricoverati in ospedale, di quanto fossero destinati a morire.

li aveva sentiti dire i loro consumi giornalieri al professore.

800 calorie, sono a dieta.

1000 calorie, ero a dieta e sto lentamente diminuendo la mia assunzione di calorie.

1600 calorie, mi sto mantenendo.

1800 calorie, il medico mi ha detto di mettere su qualche chilo.

2000 calorie, mi alleno tutto il giorno e ho bisogno di energie.

ed ora toccava a lui. quello che o assumeva 0 calorie o 3000. quello che o non mangiava niente o mangiava tutto. quello che o si allenava tutto il giorno fino a svenire o non si allenava affatto.

ovviamente non disse niente di tutto ciò.
perchè fu superato ed ignorato come al solito.

come se non fosse importante per nessuno, no?

jackson riuscì a sopravvivere con successo alla lezione finchè non arrivò il momento di pesarsi.

"togli le scarpe," disse.

"togliti la maglia,"

"non preoccuparti, siamo solo io e te."

e quando salì sulla bilancia, guardando i numeri continuare a cambiare, si pentì di aver mangiato il porridge di pepi. si pentì di aver mangiato le sue uova strapazzate ed il salmone che gli aveva preparato una volta. si pentì di aver mangiato i cetrioli.

si pentì di non essersi lasciato morire di fame.

perchè morire sarebbe sicuramente stato meglio di vedere un numero sulla bilancia.

54kg, notò.

prima che pepi iniziasse a dargli attenzioni, pesava 49kg. il suo peso minimo era stato 44kg ma, notando che la sua salute stava solo peggiorando, dovette ingrassare un po' per evitare di andare dal medico.
il peso più alto era stato invece 67kg.
un inferno.

"quanto sei alto?" gli chiese.

"1,70cm." rispose, rimettendosi la maglia e le scarpe.

"dunque, il tuo indice di massa corporea è 18.8, sei perfettamente sano." continuò guardandolo.

e quando jackson lasciò la stanza, sentì gli occhi inumidirsi.
aveva messo su 5kg.
in due settimane.

era il famoso effetto yo-yo di cui tutti parlavano?

il suo indice di massa corporea era perfetto.
lui era perfettamente nella norma.

eppure si sentiva obeso.

probabilmente lo era.
perfettamente obeso.

il cinese era ancora seduto a terra, tutti gli altri studenti erano già andati a casa.
ed ora era solo, solo insieme ai suoi pensieri autodistruttivi.

"che stai guardando?"

o forse non lo era.

scuotendo la testa, jackson alzò lo sguardo. jinyoung era in piedi accanto a lui con un dolce sorriso sulle labbra.
il primo semplicemente scrollò le spalle e si voltò di nuovo. il sorriso del corvino sparì, lasciando spazio ad un cipiglio. si sedette al fianco dell'altro, aprendo lo zaino che aveva portato con sè.
"qualcuno mi ha detto di darti questo. sembra che tu gli piaccia davvero tanto." jinyoung estrasse una busta blu ed una scatolina. ma pensare a pepi faceva stare male jackson. alla fine, era colpa sua se ora stava così, giusto?

"non lo voglio. tienilo." borbottò sbuffando.

inarcando le sopracciglia, l'altro guardò la scatola. "perchè? pensavo ti piacessero i regali che questa persona ti fa." aprì il coperchio e sorrise. "guarda, dell'anguria." la mostrò al cinese, che in risposta sbuffò di nuovo. "oh, andiamo. un'anguria ed una giornata estiva si sposano alla perfezione. ti va di mangiarla insieme?"

la sua parte autodistruttiva stava urlando di no, che fosse già abbastanza grasso. ma bastò guardare jinyoung negli occhi per convincersi a prenderne almeno un pezzo. esitante, se lo portò alla bocca, continuando a guardare l'altro che non gli aveva tolto lo sguardo di dosso nemmeno per un secondo. una volta che inghiottì la frutta, il corvino sorrise.
"buono, vero?"
jackson semplicemente annuì, prendendo un altro pezzo e portandolo davanti alle labbra di jinyoung.
"ecco," mormorò "prendine un po' anche tu."
il corvino ridacchiò guardando le sue guance arrossate ed aprì la bocca, lasciando che l'altro lo imboccasse.

ed ecco come entrambi passarono il resto della giornata, imboccandosi a vicenda con la frutta fresca e parlando di qualsiasi cosa.
ammirarono il sole sparire dietro alle nuvole. l'improvviso freddo fece rabbrividire jackson ed ovviamente l'altro se ne accorse. jinyoung si alzò in piedi, togliendosi la giacca.
"tieni, mettitela. non vorrai ammalarti." sorrise e appoggiò l'indumento sulle spalle dell'altro. senza dire una parola ma arrossendo violentemente, jackson annuì ed lo indossò, sorridendo timidamente per la sensazione che gli provocava quel tessuto soffice.
"dovremmo andare ora, il sole è quasi del tutto tramontato e la scuola non resta aperta per sempre." entrambi si alzarono ed il cinese prese con sè la scatola vuota e la busta azzurra.

"forza, andiamo."

jinyoung prese la mano di jackson ed iniziarono a dirigersi verso l'uscita della scuola.

era la prima volta che quest'ultimo non tornava a casa da solo.
era la prima volta che qualcuno gli prendeva la mano senza sembrare disgustato.
era la prima volta che qualcuno lo stava portando a casa.
era la prima volta che andava a dormire con il sorriso sul volto, pensando ad una certa persona.

ed era anche la prima volta che non lesse la lettera di pepi.

perchè, in qualche modo, jinyoung lo faceva sentire esattamente come lo faceva sentire pepi.

al sicuro.
e amato.

***
grazie per le 100 letture.♡

love bites » j.young + j.sonWhere stories live. Discover now