Capitolo 6

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Orochimaru si sedette a tavola con un plico di fogli ancora tra le mani. Kabuto e Sasuke lo fissarono attentamente, cercando di capire il suo stato d'animo.

«Guren mi ha mandato uno dei suoi uomini qualche ora fa.» disse con disinteresse.

Posò le carte sulla sedia alla sua destra e prese le bacchette con la mano destra.

«Cosa le voleva comunicare, signore?» chiese Kabuto.

«Altri elementi da eliminare.» replicò con calma afferrando un pezzo di salmone con le bacchette. «Che ne dici, Sasuke?»

«Dico che non sarà un problema, soprattutto se sono deboli come quelli dell'altra volta.» rispose il ragazzo servendosi da bere.

«Bene. Partiremo domattina.» confermò l'altro.

«Scusi se la interrompo, maestro. Come sta Sayaka? È...»

«Sì, ora non è più un problema.» lo interruppe con un tono deciso. «Da domani le cose tornano come prima.»

«Finalmente.» mormorò Sasuke con un ghigno compiaciuto. «Così potrà finalmente vedere quanto sono migliorato.»

«Non vedo l'ora, mio caro Sasuke.» replicò Orochimaru.

Trascorsero il resto della cena in silenzio. Mentre il più anziano cercava di ricomporre la sua corazza di rabbia e indifferenza, Sasuke e Kabuto si sentirono finalmente sollevati. Il loro maestro era tornato quello di sempre.

«Kabuto.»

«Sì, maestro?»

«Dopo cena vorrei che prendessi un ultimo campione di DNA dal corpo di Saya-nee.»

«E a quale scopo? È morta ormai.» lo incalzò Sasuke.

«Il maestro tiene delle tabelle con i dati di tutti i suoi esperimenti. Ogni volta che una cavia perde la vita usiamo i suoi dati per provare a migliorare il risultato dell'esperimento successivo.» spiegò il ragazzo dai capelli grigi.

Sasuke annuì. «Beh, è sensato. Capisco.»

Una volta fatti sparire i resti di Sayaka, Orochimaru stette a guardare il letto in cui l'aveva vista per l'ultima volta. Passò le mani sulle lenzuola. Gli sembrava che fossero ancora calde.

«Che succede, maestro? Qualcosa non va?»

L'uomo si fermò e si passò la lingua tra le labbra, che nel frattempo erano diventate secche e rugose.

«Ti senti mai come se avessi un peso all'altezza del cuore?» gli domandò.

Il ragazzo sollevò un sopracciglio.

«Sente dei rimpianti, signore?» chiese sorpreso.

Orochimaru si mise a riflettere.

«Credo... Anche se non so dirlo per certo. Spero soltanto che questa sensazione sparisca in fretta. È davvero difficile da sopportare. Mi caverei il cuore a morsi se servisse a farla smettere.»

Kabuto si mise a ridere.

«Non si preoccupi. È una cosa temporanea. Presto si scorderà di lei.»

«Spero sia come dici tu, anche se a dire il vero sono parecchio preoccupato. Con il passare del tempo sto diventando troppo sensibile.» commentò l'altro.

«Stia tranquillo. Sono certo che non si sta indebolendo. Vedrà che quest'esperienza la renderà più forte di prima.»

Orochimaru annuì.

«Vado a fare due passi nel bosco, se non le dispiace.» lo avvertì Kabuto.

«Non tornare troppo tardi.»

«Sa che può fidarsi di me.»

Quando Kabuto scomparve dalla sua vista, Orochimaru abbandonò la stanza. Rimpianti, eh? Ora sapeva di cosa si trattava.

Raggiunse la sua stanza e si stese a letto. Chiuse gli occhi.

«Domani tutto cambierà...» si disse a bassa voce.

Senza nemmeno accorgersene la sua mente scivolò nel mondo dei sogni. Per un attimo, prima di perdere del tutto coscienza, gli parve di sentire una voce. Non una voce qualunque. Era la sua, quella di Sayaka.

«Grazie, Orochimaru-sama.»

fine

Spazio autrice

Ed ecco la fine della storia. Mi auguro che vi sia piaciuta e che alcuni di voi abbiamo un po' rivalutato il personaggio di Orochimaru.

Alla prossima, 'ttebayo!

-Amber

Rimpianti ‣ OrochimaruWhere stories live. Discover now