Capitolo 9

1.1K 53 54
                                    


Vega trascinava la sua valigia lungo la pista di atterraggio, come se contenesse tutto il suo mondo.

E in un certo senso era proprio così, aveva imparato a racchiudere tutte le sue cose in quel piccolo spazio. Non che avesse poi chissà quanto materiale con sé, la maggioranza era ancora chiusa nel suo armadio. Avrebbe potuto farsi inviare da Stefania e Paolo alcune cose, ma non ne aveva voglia. Forse in questo modo stava dando maggiormente un taglio al passato.

Salì a bordo dell'aereo privato, trovando Max già comodamente sdraiato in uno dei sedili. Lui si alzò il cappellino dagli occhi, guardando chi fosse salito. "Buongiorno" la salutò con un mezzo sorriso, riappoggiandosi il cappellino della Red Bull sugli occhi. Vega si sedette di peso sul sedile dall'altra parte del corridoio. Chiuse gli occhi, sperando che spegnessero presto le luci interne, così che potesse dimenticarsi di che ore fossero e di quanto poco avesse dormito per salire su quell'aereo. Max borbottò qualcosa, ma le parole giunsero ovattate, a causa di quel cappellino che lo schermava. Vega si voltò verso di lui, chiedendogli di ripetere. Max si tolse del tutto il cappello, lanciandolo nel sedile di fronte al suo "Chris ti ha costretta a salire sul nostro aereo?" "Lo avrei fatto anche se me lo avesse vietato. Non ho nessuna intenzione di rimanere fuori dal giro" rispose lei sistemandosi sul sedile. Max ridacchiò, chiudendo di nuovo gli occhi. La ragazza estrasse il cellulare dalla tasca, mettendolo in modalità aereo. "Spegnilo" disse Max. Lei si voltò verso di lui, che la fissava con i suoi occhi azzurro ghiaccio.

"Ah, per quante persone mi scrivono potrei anche buttarlo nell'oceano" commentò mostrandogli il display vuoto, senza alcuna notifica di messaggi. Max sollevò le spalle "Allora siamo in due". "Non ci credo proprio -rise Vega- a te scriveranno tante, troppe persone" "Sono tutti silenziati". Vega sollevò le sopracciglia "Addirittura? Ma ti atteggi da vip oppure è solo una falsa corazza dietro alla quale ti nascondi?". Max scosse la testa "Colpito e affondato, eh? Sinceramente in questo periodo ho bisogno di stare solo, pensare il meno possibile, concentrarmi solo su me stesso e la mia carriera" "Problemi in paradiso? Avanti, sputa il nome della ragazza" ribatté Vega incrociando le gambe e sedendosi rivolta verso il pilota. Non sapeva perché le fosse così facile rapportarsi a lui, perché lo trattasse come se lo conoscesse da una vita. Ma forse capiva che per qualche strana ragione loro erano simili. E probabilmente anche lui si sentiva solo. E cosa c'è di meglio di due soli che si trovano per farsi compagnia?

Max accennò un mezzo sorriso "Dilara, si chiama Dilara. E non so bene cosa dirti di lei, se non che è bellissima ma che a causa di quella corazza che tu hai notato subito, io non riesco a dirle quanto la ami. E così lei probabilmente è in volo per New York con un altro. Ma va bene così, ci sono abituato. Ormai non sento nemmeno quasi più il dolore. Forse il problema è che corro veloce in ogni situazione, no? E il resto della gente fatica a starmi dietro. Probabilmente eravamo solo impostati su due velocità diverse. E così abbiamo anche preso due direzioni diverse" "Mi dispiace, Max..." mormorò Vega, indecisa se appoggiargli una mano sulla spalla per confortarlo oppure se il pilota fosse una di quelle persone che odiano il contatto fisico. Lui scosse la testa, guardando fuori dal finestrino "No, ma è come un copione già scritto. Ogni volta la stessa storia che si ripete. Conosco questa ragazza, ci frequentiamo, stiamo insieme un po' e poi avviene il declino. E sono sempre loro a lasciare me. A volte perché trovano di meglio, a volte perché semplicemente si sono stufate. Inizialmente questa situazione mi distruggeva, la prima è stata Mikaela. Ero davvero tanto innamorato di lei, era la ragione del mio sorriso ogni mattina quando mi alzavo, mi sentivo diverso, era la donna dei miei sogni. Eppure, se n'è andata anche lei. E da quel momento è stato un vortice di situazioni sempre tutte uguali, talmente uguali che mi ci sono abituato. E ora non ci sto nemmeno più tanto male. Ovvio, credo di avere io qualcosa che non va, ma a volte mi piace pensare che siano solo loro quelle sbagliate per me. Sono consapevole che ognuna non ha mai visto la parte intera di me, ad ognuna offro solo un pezzetto. C'è che ha il Max serio, chi il Max idiota e chi ancora conosce il Max stronzo. Ma io ci credo ancora che prima o poi arriverà quella ragazza con cui potrò essere intero, con tutte le mie sfaccettature. Forse".

1 (prima parte)Where stories live. Discover now