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Anche quella volta Asmodeus aveva assistito alla scena nascosto da dietro un albero. Non poteva farne a meno, non voleva farsi vedere ma allo stesso tempo voleva avere la possibilità di intervenire qualunque cosa fosse successa. Aveva visto tutto il dolore di Eva, aveva visto il suo volto distrutto dal dolore e dalla maledetta consapevolezza di aver commesso un grave torto contro di lui e se stessa. Ma allo stesso tempo la capiva... Come gli aveva detto Helel, lei era la più devota al Padre, e ogni sua richiesta, per quanto assurda e meschina, l'avrebbe accettata e resa realtà. Il problema era che le sue azioni andavano contro ciò che significavano l'una per l'altro. Non poteva farci nulla però, poiché le vie del Signore sono molte e misteriose, se non le avesse fatte spontaneamente avrebbe trovato un modo per far avverare i suoi propositi. Già da molto, però, il giovane angelo aveva intuito che ciò che accadeva ad Eva in certe situazioni erano frutto di un piano più ampio e grande di loro, opporsi sarebbe stato inutile ed Asmodeus temeva che questo si sarebbe ritorso contro di loro, in particolare contro di lei. Aveva percepito il richiamo di Eva tramite l'anello per tutto il dì, e ignorando il grande dolore al petto che lo braccava come un predatore, aveva cercato di ignorarlo volendo capirne di più della situazione. Quando aveva visto gli sforzi di Adamo di avvicinarsi alla fanciulla, aveva sentito montare dentro di sé un'ira celata da molto più tempo di quel che era davvero, con difficoltà si era trattenuto anche in quel momento di avvicinarsi e rigettarla contro il ragazzo che, volente o nolente, era anch'esso una pedina nelle mani di Dio. Lei se ne era andata dopo averlo colpito, un gesto mai successo tra gli angeli, e aveva riversato su di lui tutte le sue angosce. L'aveva seguita con lo sguardo, librandosi dal terreno per non produrre alcun suono l'aveva pedinata. Spinto da tutto il suo amore nei confronti della sua compagna, aveva deciso di mostrarsi a lei e parlare di ciò che era successo. Voleva seguire il consiglio di Helel e attendere, ma non si può pazientare quando il cuore sanguina e strepita come una creatura morente. Avrebbe fatto finta di non sapere nulla anche se era consapevole del fatto che Eva lo avrebbe capito guardandolo negli occhi. Come un sussurro di vento, la indusse ad incamminarsi verso il centro del giardino, dove l'albero proibito si mostrava in tutto il suo sinistro splendore.
Si appostó dove non avrebbe potuto vederlo e attese il suo arrivo.
La vedeva muoversi lentamente ma con decisione, un passo davanti l'altro come se il suo cammino fosse stato già percorso in passato e lei ne seguisse solo le orme ancora fresche. Giunta ai piedi del magnifico albero attese in silenzio il rivelarsi della voce che le aveva incitato di dirigersi proprio in quel punto.

Leggiadro come un petalo di un fiore posò i piedi a terra e uscì fuori dal suo nascondiglio.
Nel l'esatto momento in cui Eva lo vide scoppiò in un pianto disperato e struggente. Asmodeus fece ricorso a tutte le sue forze per non correre da lei e stringerla finalmente tra le sue braccia, per scacciare via il dolore che negli ultimi tempi aveva riempito di oscurità le giornate di entrambi. Voleva aspettare però che fosse lei la prima a parlare. Ma l'amore, quello vero, è una forza che non si può fermare, un incendio che non si può estinguere. Si avvicinò e la cinse tra le braccia forti.
-Cosa succede, amor mio? Quell'essere ti ha fatto del male?- stava riversando inconsapevolmente tutte le sue sensazioni negative in quelle parole, impercettibilmente aveva stretto i pugni contro la schiena di lei. Ancora grondante di lacrime la ragazza esitò nel parlare, timorosa della reazione dell'Angelo. -N-no, non mi ha f-fatto del male... Lui.. Noi... O Padre, perché mi fai questo? Io mi sono concessa a lui Asmodeus! Mi ha amata per una notte e io gli ho permesso di prendere la mia purezza!- i singulti aumentarono a dismisura, creando spasmi in tutto il corpo di Eva. Le sue gambe cedettero e si ritrovò piegata a terra mentre con le mani si copriva il viso. Asmodeus si irrigidí, serró pugni e mascella, inspirando rumorosamente. Non ebbe il tempo di parlare però, poiché Eva lo interruppe. - Non avercela con me mio amato, non ho giustificazioni veraci per ciò che ho commesso! Ma ti assicuro in nome dell'amore, quel sentimento dolceamaro e maledetto che ci unisce, che non ero in me! Appena ho capito cosa avevo fatto, il mio cuore si è tramutato in polvere e le lacrime hanno riempito i miei occhi. Ma tu questo già lo sapevi, vero? Tu eri lì, nascosto, ho avvertito la tua presenza, il tuo odore... E non hai fatto nulla. Non ti biasimo se non mi vorrai più!- Asmodeus soffriva nel vederla così, e mai si sarebbe permesso di dare la colpa a lei.. Si abbassò alla sua altezza e l'abbracció di nuovo. - Si, mia dolce Sirrah.. Io sapevo già cosa era successo, non sai quale immenso dolore ho provato nel vederlo con i miei occhi. Non potrei mai non volerti, tu sei compagna che io ho scelto. Ma rammenta le mie parole: c'è un motivo se il Creatore ti ha fatta giungere sulla Terra proprio nel punto in cui sorge l'albero proibito. Tu sei come questo albero, negato a tutti tranne ad uno che, per volere divino, non sono io. Tutto ciò che farai, tutto ciò che proverai verso quell'uomo andrà oltre la tua volontà, tu fai parte dei frutti maledetti che riempiono questo albero, bellissimo ma letale! Ti porterò via da qua appena i tempi saranno maturi. Abbi fede e pazienza... Comportati normalmente e vedrai che andrà tutto come deve andare-.
La guardò negli occhi affogando in quel colore così unico, sancirono quella promessa con un bacio di fuoco.


Spazio autore

Chi saranno mai le due coppie che assistono impotenti agli eventi che li circondano? Idee? Fatemi sapere! Si entra sempre più nel vivo della storia, mancano ancora i capitoli fondamentali, ma i vari colpi di scena stanno pian piano venendo fuori.
Alla prossima!
-Noir❣️


Mane Lumen Where stories live. Discover now