Capitolo 29

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Nella notte sentì dei boati, non erano fortissimi ma sapeva che la cripta ne ovattava parecchio.
Le sembrava un semplice temporale, lei si strinse la pancia e si costrinse a dormire.

I temporali erano odiosi, li odiava. Non riusciva a stare solo quando succedeva. Il piccolo Robb, sei anni, si alzava e indossava tutto solo la sua vestaglietta, prendeva un lenzuolo lo attorcigliava attorno a tutto il corpo e usciva da camera sua.
Il primo posto in cui andava era in camera da Jon.
“ Jon? “ lo chiamava, il fratello si voltava dall’altro lato, lui lo richiamava e quello borbottava: “ Robb cosa vuoi? “
“ C’è il temporale. “ gli rispondeva
“ E quindi? “ chiedeva quello di rimando
“ Dobbiamo stare tutti assieme. Se cade il tetto? “ rispondeva lui, Jon ( cinque anni ) lo guardava storto e spingendolo a terra diceva: “ Vai a letto Robb “. Il bambino allora arrabbiato usciva di camera sua e imbronciato si fermava li davanti. “ Non mi farò cadere il tetto in testa. “ diceva e andava via.
La stanza da letto di Ellinor era un po’ più lontana. Ma non gli importava. Arrivato lì davanti si sollevava un po’ sui piedi e apriva la porta. La piccolina dormiva in un letto ancora più piccolo del suo. Le si avvicinava e spingendola piano con la mano cercava di svegliarla, ma Ellinor aveva la fama di essere una grande dormigliona. Così il bambino continuava a spintonarla, a muoverle il naso con un dito, le infilava perfino le dita quasi dentro gli occhi, ma la piccolina di soli tre anni continuava a dormire, allora il bambino ancora più infastidito le iniziava a dare dei grossi pizzicotti. La piccola allora si svegliava e lo guardava con le lacrime agli occhi. Il maschietto seccato le chiudeva la bocca e le diceva: “ Se ti metti a piangere te ne do un altro ancora più forte. “ lei allora continuando a lacrimare in silenzio lo spingeva con le sue piccole manine e si girava dall’altro lato, il bambino invece non si arrendeva, non con lei.
Così in un modo o nell’altro la bambina si ritrovava a doversi alzare. “ Sonno. “ diceva in lacrime, lui guardava al cielo e diceva: “ Stai zitta. Ora dormiamo. “
“ Dormo. “ diceva lei e si ricoricava
“ No, scimmia - lei inziava a piangere ancora più forte - no, no, non fare così zitta. “ diceva lui, prendeva le sue ciabattine e gliele metteva ai piedi, poi la alzava per la manina le infilava la vestaglietta, senza stringerla però, e se la trascinava dietro. “ Non voglio. Voglio il mio letto. “ si lagnava lei
“ Ellinor, devi stare zitta. Sennò pizzicotto. “ diceva lui
“ E io urlo. “ diceva lei tirando su con il naso, poi si bloccava e diceva: “ Toppoti. “
“ Toppoti? Chi è? “ chiedeva lui, ma poi vide il pupazzo di pezza sul suo cuscino, le lasciava la manina e l’andava a prendere con la sua copertina di lana, poi le metteva la copertina addosso e le dava brutalmente il pupazzo, infine le riprendeva la manina e uscivano dalla sua cameretta.
Camminava per i corridoi molto piano, Ellinor gli stava dietro stringendogli la mano trascinando il suo pupazzino per le orecchie e dicendo ogni dieci passi < Sonno > e < Dormire >. Il bambino non la sopportava, perché poi le lacrime le iniziavano a scendere sulle guance e poi il naso che tirava su faceva sempre più rumore.
Quando infine il bimbo si riteneva contento, trovava la stanza adatta, apriva la porta e entravano.
“ Freddo. “ diceva lei, il piccolo Robb sceglieva sempre stanze senza camino acceso, ma per fortuna all’interno la legna c’era sempre così lasciava la femminuccia sulla poltroncina, usciva si arrampicava sulla qualsiasi cosa e prendeva una torcia con la quale accendeva il fuoco. Poi la guardava divertito e diceva: “ C’è temporale, piccola Ellinor “
“ Sì. “ diceva lei, lui allora le metteva le mani sulle spalle e le diceva: “ Questo temporale è fortissimo, se continua così cade anche il tetto. “
“ Cade tetto? “ chiedeva lei, stringendo Toppoti
“ Sì. Ci finisce in testa. “ diceva lui, lei a questo punto stringeva il pupazzo terrorizzata e chiedeva: “ È vero, Robb? “
“ Sì. “ rispondeva lui “ Ma solo se siamo in camera nostra. “
“ Perché? “
“ Non lo so. Ma se siamo qui che siamo tutti assieme non succederà mai. “
“ Jon? “
“ Non è voluto venire. “ rispondeva “ Ora dobbiamo fare il nostro fortino. “
“ Come? “ chiedeva lei
“ Con il mio lenzuolo. “ rispondeva lui
“ Ma io sonno. “ insisteva lei
“ Tranquilla, faccio tutto io. “ diceva lui, poi portava due sedie davanti al camino e si toglieva il lenzuolo dalle spalle e lo metteva sulle sedie bloccandolo sotto ai piedi della seduta, “ Il lenzuolo ci proteggerà. “ diceva, poi prendeva un tappeto e lo
metteva a terra sotto il lenzuolo, sopra il tappeto metteva tutti i cuscini del divano. Quelli grandi a mò di materasso e quelli piccoli alla loro funzione di cuscino, poi prendeva Ellinor e la faceva scendere dal divano, la faceva entrare lì sotto e le chiedeva: “ La tua copertina di lana basta a coprirci entrambi? “
“ No so “ rispondeva lei, lui allora gliela toglieva via dalle spalle e la guardava dicendo che poteva essere sufficente, poi la faceva sdraiare sui cuscinoni e le porgeva prima il pupazzo senza il quale lei non dormiva e poi la sua parte di copertina, poi le si metteva vicino e si copriva.
“ Ma se cade tetto prende in testa? “ chiedeva lei, lui la guardava e diceva: “ Ora no. Perché siamo in due, vicino ad un camino acceso, fra due sedie, sopra dei cuscini e con un lenzuolo sopra. “
“ Dormo ora? “ gli chiedeva
“ Sì, e non parlare più. “ le rispondeva lei sorrideva e si addormentava.
Stavano veramente stretti, ma lei dormiva comunque beatamente, lui la stringeva per non farla cadere giù dai cuscini e sentendo lo scoppiettio del fuoco si addormentava.
L’indomani mattina venivano trovati dalla servitù. Tata Nan prendeva Ellinor che dormiva e la metteva in braccio coprendola con la copertina, a Robb gli dava una strigliata lo obbligava a sistemare tutto e poi riportava i piccoli a letto.
Una notte di non molto tempo dopo, il temporale si ripresentò. Robb andò direttamente in camera da Ellinor, lei questa volta oppose una più fiera resistenza ma il bambino più grande riusciva a vincere, la piccola usciva sempre in lacrime dalla sua stanza con la coperta di lana che le penzolava dalle spalle e il pupazzo trascinato da un’orecchio per terra. “ Mia stanza, mio letto. “ diceva lei piangendo, lui la rimproverava e se la portava dietro.
I due bambini non sapevano che proprio quella notte Eddard e Catelyn Stark avevano deciso di fare uno spuntino romantico di mezza notte, quando salirono nelle stanze private, nel corridoio al secondo piano videro una copertina e un pupazzo trascinato per terra voltare l’angolo. I due coniugi si guardarono e andarono in quella direzione.
Videro Robb trascinare Ellinor fino ad una porta, Robb si sollevò sulle punte quando arrivò Jon, era visibilmente adirato. “ Cosa fai, Robb? Riporta Ellinor a letto. “ gli diceva, il fratello lo guardava e diceva: “ No, c’è il temporale. “
“ Robb sei un cacasotto, torna a dormire e riporta Ellinor a letto. “ ribatteva il fratello
“ Brutta parola! “ sussurrava Ellinor sconvolta
“ Jon se vuoi puoi seguirci, ma in caso contrario tornatene a letto. “
“ Ellinor viene con me. “ diceva lui
“ No. “ diceva lei sorprendentemente “ No tetto in testa. “
“ Cosa le hai fatto credere? Robb, vai da Nan e fatti fare compagnia. Ellinor è piccola. “ diceva Jon
“ Tu ti rifiuti. “ diceva il piccolo Robb
“ Mi rifiuto perché non cade nessun tetto sulla testa. Tu hai paura dei temporali. “ diceva Jon
“ Freddo e sonno. “ si lagnava la piccolina
“ Robb, non può dormire a terra. “ diceva Jon
“ Non dormiamo a terra, dormiamo su dei cuscini e comunque dorme da qualsiasi parte. “ ribatteva il grande, Ned guardava la sua Cat sorridendo, lei invece lo guardava come a dire < Non fai nulla? >, dopo cinque minuti di battibecchi Jon diceva: “ I temporali non fanno cadere i tetti in testa. “
“ Invece sì, le ascolti le storie di Nan? “ gli chiedeva Robb
“ Non parla... parla degli estranei, dice che con i temporali arrivano gli estranei. “ diceva Jon, la bambina allora urlava e stringeva la vita del piccolo Robb ancora più terrorizzata. Lui guardava il fratello adirato e diceva: “ Bravo ora l’hai terrorizzata. “
“ No estranei. “ diceva lei, Robb allora la prendeva e se la metteva in braccio con veramente tanta fatica, lei si aggrappava e continuava a frignare. Robb guardava il fratello e apriva la porta. Poi entrava si girava e a Jon chiedeva: “ Sei con noi o no? “
“ No. “ rispondeva
“ E allora vattene a letto, Snow. Per stanotte hai fatto abbastanza danni. “ diceva lui e chiudeva la porta ansimando.
Jon furioso andava via, Lord Eddard sorrideva, mentre sua moglie lo guardava. Lui la abbracciava accarezzandole il pancione che stava crescendo Sansa. “ Andiamoli a riportare a letto. “ diceva lei, lui le accarezzava la guancia e diceva: “ Oh no, voglio vedere cosa fa. “ e si avvicinava divertito alla porta.
Catelyn guardava suo marito, un uomo sempre d’un pezzo serio e composto, si scioglieva come un ghiacciolo con i bambini. Si divertiva un mondo.
Eddard si girava senza far rumore e le faceva segno di seguirlo, lei lo accontentava e stava lì con l’orecchio appoggiato sulla porta. Sentivano Ellinor tirare su con il naso e Robb spostare sedie, buttare cose a terra. “ Meno male che il camino è già acceso. “ diceva “ Ciò ha riscaldato tanto la stanza. “
“ Caldo “ ripeteva lei
“ Così siamo ancora più al sicuro. “
“ Estranei vengono con temporale, Robb? “ gli chiedeva terrorizzata
“ Noo, quelle sono solo leggende. “ le rispondeva “ Non esistono gli Estranei. “, Lord Eddard sorrideva mentre sua moglie gli sussurrava: “ La sta facendo dormire a terra, si ammalerà. Vai a prenderli? “, il marito le faceva segno di no.
I due bimbi nella stanza a quel punto avevano finito di sistemare il loro letto di fortuna, come la prima notte Robb prese la copertina di Ellinor, la fece sdraiare sui cuscinoni del divano sistemati per terra la copriva e le si metteva vicino, poi si copriva per bene anche lui, si metteva di fianco e con un braccio la teneva per non farla cadere. Lei tremava un po’ di paura e allora il piccolo Robb le diceva: “ Non avere paura abbiamo la protezione del caldo con noi. Il camino e il fuoco ci proteggeranno. “, lei allora si accucciava contro di lui e diceva: “ Caldo. “ poi stringeva Toppoti e teneramente diceva: “ Ti voglio bene Robb. “, gli dava un bacino sulla guancia, il bambino arricciava il naso, si asciugava la guancia schifato e poi diceva: “ Beh, io no. Ora dormi e zitta. “.
Catelyn Stark pensava a quanto poteva essere delicato il figlio, mentre suo marito rideva. Poi aspettavano li fuori appena non sentivano più suono provenire dall’interno, l’uomo apriva piano piano la porta e facendo segno alla moglie di seguirlo entravano. Davanti al camino due sedie tenevano alto il lenzuolo del letto di Robb, il camino era acceso anche se la fiamma non era particolarmente forte e sotto al lenzuolo i due bambini dormivano beatamente. Robb stringeva la piccola molto forte, mentre lei stringeva il suo pupazzetto. Il lord diceva alla moglie di aspettarlo lì, usciva e rientrava dieci minuti dopo con una coperta più pesante in mano. La moglie lo guardava e diceva a bassissima voce: “ Che hai intenzione di fare? Li dobbiamo riportare a letto. “, ma l’uomo rideva e sistemando in due la coperta la metteva addosso ai piccoli bimbi che dormivano, gliele rimboccava, poi metteva altra legna nel camino e prendendo la moglie per mano se ne andava.
“ Ora anche noi andiamo nel nostro fortino. Prima che gli estranei ci divorino. “ diceva sorridendo una volta in corridoio, poi la prendeva e la portava in camera loro.

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